Concetti Chiave
- Platone non vede le classi sociali come ereditarie; chiunque può cambiare classe in base alle proprie capacità.
- Le classi sociali platoniche sono flessibili, permettendo sia l'ascesa che la discesa sociale.
- Il mito fenicio usato da Platone illustra che la natura determina il ruolo sociale attraverso i metalli simbolici.
- L'educazione è cruciale per identificare la vera natura e vocazione dei giovani nella città ideale di Platone.
- Il mito sottolinea l'uguaglianza di dignità tra gli uomini, nonostante le differenze nelle attitudini naturali.
Indice
La visione di Platone sulle classi sociali
La divisione in classi sociali, ai giorni nostri può apparire profondamente ingiusta; è pertanto necessario chiarirne il senso e la portata in relazione al progetto filosofico e politico di Platone. Innanzitutto occorre sottolineare il fatto che Platone non intende l'appartenenza a una certa classe sociale come diritto che si eredita con la nascita.
Mobilità sociale nella città ideale
Per Platone invece se un bambino nato da una famiglia appartenente alla classe dei lavoratori ha doti naturali di coraggio o di saggezza tali da renderlo un buon soldato o un buon politico, deve seguire la sua naturale tendenza e accedere a queste funzioni superiori.
Nello stesso tempo, nella città ideale platonica è ammessa la possibilità che un figlio nato da genitori guerrieri o politici possa essere retrocesso nella classe dei lavoratori manuali.Il mito fenicio e la natura umana
Le classi sociali platoniche non sono, dunque, immutabili e chiuse: tra di esse è possibile sia il percorso di ascesa sia quello inverso di discesa. Per chiarire il suo pensiero Platone ricorre al racconto di un mito fenicio, diffuso nelle antiche società e che già ai tempi di Platone non era facile accettare. Il mito narra che gli uomini prima di venire alla luce erano sotto terra e con loro c'erano le armi e ogni tipo di manufatto. Nonostante fossero tutti uguali, quando li plasmò il dio decise che alcuni di loro dovessero essere destinati a governare e perciò mescolò dell'oro nella loro stirpe. Nei soldati, invece, mescolò dell'argento e nei contadini e negli artigiani ferro e bronzo, i metalli non nobili.
L'educazione e la vocazione secondo Platone
L'ordine principale che il dio diede ai governanti fu quello di curare in modo particolare l'educazione dei giovani, per capire la loro vera natura o vocazione, se quindi fossero dotati d'oro, argento, ferro o bronzo. Tutto ciò al fine di evitare che uomini inadatti per natura a governare potessero ascendere al potere, in quanto la città, secondo quello che diceva l'oracolo sarebbe andata in rovina quando al governo ci fosse stato un politico "fatto di ferro o bronzo". Il fine di questo racconto fantastico è quello di persuadere in primo luogo i governanti e i soldati, e poi tutto il resto della popolazione, che gli uomini, pur essendo differenti per i ruoli che rivestono, sono anche profondamente uguali. La morale che possiamo ricavare dal mito è che gli uomini, pur essendo tutti uguali per dignità e origini, hanno attitudini e predisposizioni naturali differenti.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato della divisione in classi sociali secondo Platone?
- Come viene utilizzato il mito fenicio da Platone per spiegare la sua visione delle classi sociali?
- Qual è l'importanza dell'educazione nella città ideale di Platone?
Platone non vede l'appartenenza a una classe sociale come un diritto ereditario, ma come una funzione delle doti naturali di un individuo, permettendo la mobilità tra le classi in base alle capacità personali.
Platone usa il mito fenicio per illustrare che le persone, pur essendo uguali in dignità, hanno diverse predisposizioni naturali, rappresentate dai metalli mescolati nelle loro stirpi, che determinano il loro ruolo nella società.
L'educazione è fondamentale per identificare la vera natura o vocazione dei giovani, assicurando che solo coloro con le giuste qualità ascendano a posizioni di governo, evitando che individui inadatti possano portare la città alla rovina.