Concetti Chiave
- Parmenide distingue tra due vie del mondo: la prima è molteplice e mutevole, la seconda è un'illusione.
- La doxa di Parmenide rappresenta una teoria verosimile del mondo dell'apparenza e dell'esperienza.
- Nell'ottavo frammento, Parmenide collega linguaggio, logica e ontologia, affermando che solo l'essere può essere pensato e detto.
- Parmenide adotta una visione naturalistica del linguaggio, che riflette la realtà mentre ciò che non è reale non può essere verbalmente espresso.
- Distinzione tra il piano dell'essere e quello del linguaggio, con la verità del linguaggio dipendente da quella del pensiero.
Parmenide – essere e pensieri
Il mondo in cui viviamo per Parmenide appare come la seconda via, opposta alla prima (molteplice, generata, peritura, temporale e mutevole), il mondo colmo di non essere si cristallizza come la pura illusione e apparenza o illusione. Nella seconda parte del suo poema, Parmenide espone quella che lui definisce come doxa, ovvero una teoria verosimile del mondo dell’esperienza e dell’apparenza.Nell’ottavo frammento spiega invece come il linguaggio, la logica e l’ontologia siano indissolubilmente connessi, infatti secondo Parmenide l’essere si può pensare e dire mentre il non essere no, ma l’ontologia parmenidea nasce dalla concezione del termine è l’unica in grado di riflettere l’esistenza di un contenuto nella mente al momento della pronuncia.
Questa fa pensare ad una concezione naturalistica del linguaggio secondo la quale, esso non può che riflettere la realtà, mentre ciò che non è reale non può essere di conseguenza verbalmente esposto. In questo senso il linguaggio appare come una mera costruzione artificiosa creata ovviamente dall’uomo e quindi anche priva di spessore ontologico, Parmenide distingue dunque tra il piano dell’essere da invece quello del linguaggio che in ultima analisi decide poi di far dipendere la verità del linguaggio da quella del pensiero.