Concetti Chiave
- Parmenide introduce l'ontologia, focalizzandosi sull'essere in quanto tale, non sull'origine della realtà.
- Distinzione tra la via della verità, che cerca la conoscenza del vero essere, e la via dell'opinione, percepita come ingannevole.
- L'essere è descritto come eterno, immutabile e omogeneo, contrastando la visione del divenire di Eraclito.
- La realtà è vista come statica e uniforme, con i cambiamenti percepiti come mere apparenze sensoriali.
- C'è una stretta connessione tra essere e pensiero: il non essere non può essere pensato né esistente.
Primo filosofo a non interrogarsi sull’archè: Ontologia: è una dottrina filosofica che non studia l’origine dell’essere ma l’essere in quanto tale, quindi non è interessato all’origine della realtà ma l’essere e le sue caratteristiche. infatti ragiona sull’essere, quindi su cos’è e sulle sue caratteristiche. Non si tratta più di cosmogonia e neanche di cosmologia, lui studia l’essere e le sue caratteristiche.
Indice
Le vie della conoscenza
Parmenide immagina di essere trasportato su un carro da una simil-dea verso le strade della conoscenza. La dea indica all’uomo 3 vie di ricerca possibili riassumibili in 2: la via della verità e la via dell’opinione, che può essere fallace o plausibile.
La via della verità
La via della verità: in greco aletheia, consiste nel condurre alla conoscenza dell’essere vero, così com’è veramente. E’ la via che ci porta al sapere, il solido cuore della ben rotonda verità come dice Parmenide, ovvero dove tutto è in armonia.
La via dell’opinione è invece la via dell’oscurità, che si basa sui sensi. Ci portano all’errore perché la sensibilità sembra attestarci il non essere, perché si ferma ai sensi. Dato che Parmenide studia la verità dell’essere dobbiamo seguire la via della verità. Per esempio i sensi sembrano attestarci che esista il non essere e quindi la condizione della morte, quindi si dice che un giorno non saremo perché moriremo. Ed è qui che secondo Parmenide c’è l’errore, ovvero pensare che l’essere possa non essere. La via della verità ci dice che l’essere è e non può in alcun modo non essere, e il non essere non è e di conseguenza non può essere.
Il concetto di essere
Parmenide con il termine essere non intende riferirsi ai singoli enti, bensì alla realtà generale. L’essere è e non cambierà mai di essere, sarà sempre. Noi abbiamo quindi una nuova concezione di essere nella filosofia. L’essere da semplice forma verbale diventa un sostantivo neutro, che allude a qualcosa di generale.
L'illusione del cambiamento
Ecco che se l’essere è e non può in alcun modo non essere c’è un cambio radicale, se ricordiamo Panta Rhei dice completamente il contrario. Parmenide rappresenta il concetto opposto, e il divenire è un inganno che ci attestano i sensi. Il divenire è quindi sola e pura apparenza, e possiamo dire che per Parmenide la realtà è statica, non cambia, è sempre tale. Quello che chiamiamo morte è solo apparenza del non essere, ma alla base c’è qualcosa che non cambia.,
Secondo Parmenide non ha senso e sbaglia chi pensa che ci sia un cambiamento, tutti i cambiamenti sono un’illusione.
Tutto è identico e non ci sono differenze, le differenze sono solo apparenza.
Solo l’essere esiste, e il non essere non esiste e non può essere pensato.
Essere e pensiero
Ecco quindi che c’è una stretta connessione tra essere e pensiero, perché quando penso il mio pensiero non è mai vuoto, pertanto sono sempre legati all’essere ed essere e pensiero sono strettamente collegati. Non posso pensare al non essere, ed è per questo che il non essere non può esistere.
Linguaggio e realtà
Linguaggio, logica e ontologia sono a stretto contatto.
La realtà esiste allo stesso modo in cui si dice e si pensa, il non essere non lo posso dire perché non lo posso pensare.
Parmenide nega anche il non essere come pensiero negativo, come per esempio l’acqua che non è ghiaccio: anche questa relazione non esiste, perché tutte le realtà sono riconducibili all’essere, perché acqua e ghiaccio sono identici, le contrapposizione sono apparenti e non sono accettate da Parmenide. Eraclito pensava che la verità fosse la contrapposizione delle cose. L’essere non è la varietà delle cose nel mondo, e le differenze sono soltanto apparenza, e sotto queste cose c’è l’essere che le accomuna. In poche parole tutti siamo uguali perché tutto è essere.
Caratteristiche dell'essere
Le caratteristiche dell’essere: l’essere è ingenerato e incorruttibile, ed è quindi eterno, perché se fosse generato dovremmo ipotizzare il non essere, ma non possiamo pensarlo. Una nascita o una morte implicherebbe il non essere. L’essere è quindi fuori dal tempo perché eterno. E’ immobile e immutabile, perché se lo facesse si troverebbe in stati e in situazioni in cui prima non si trovava ed ecco che parleremmo di non essere. E’ unico e omogeneo, e infine è finito, ovvero compiuto, perfetto, che non ha bisogno d’altro, anche perché se non lo fosse dovrei ipotizzare qualcosa di diverso dall’essere che è il non essere, il che è impossibile.
Parmenide paragona l’essere ad una sfera, dato che la sfera è un pieno assoluto, da cui risultano assenti le differenze, e lui è il primo che riflette tra la distanza di ciò che è e ciò che non è nulla. Quindi tutto dev’essere rapportato all’essere, e non esiste nessuna differenza tra le cose.
Domande da interrogazione
- Qual è la principale differenza tra la via della verità e la via dell'opinione secondo Parmenide?
- Come Parmenide concepisce l'essere?
- Perché Parmenide nega l'esistenza del non essere?
- Qual è la relazione tra essere e pensiero secondo Parmenide?
- Come Parmenide descrive le caratteristiche dell'essere?
La via della verità conduce alla conoscenza dell'essere vero, mentre la via dell'opinione si basa sui sensi e porta all'errore, poiché attesta il non essere.
Parmenide concepisce l'essere come eterno, immutabile, unico e omogeneo, negando qualsiasi cambiamento o differenza, che considera solo apparenza.
Parmenide nega il non essere perché non può essere pensato o detto; l'essere è l'unica realtà esistente e il non essere non può esistere.
Essere e pensiero sono strettamente collegati, poiché il pensiero non è mai vuoto e sempre legato all'essere; non si può pensare al non essere.
L'essere è descritto come ingenerato, incorruttibile, eterno, immobile, immutabile, unico, omogeneo e finito, paragonato a una sfera perfetta e completa.