Concetti Chiave
- Marco Aurelio, imperatore dal 161 al 180 d.C., scrisse "Ricordi", un'opera filosofica in greco composta durante le campagne militari.
- Le sue riflessioni esplorano la caducità e la mancanza di significato delle cose, in contrasto con il pensiero classico greco.
- Aurelio accetta la visione panteistica dell'Uno-tutto, trovando nel dovere morale un senso per la vita umana.
- Introduce una nuova gerarchia tra corpo, anima e intelletto, ponendo quest'ultimo come il nostro vero io.
- Si spinge oltre lo Stoicismo classico valorizzando l'amore come vincolo comune tra gli uomini e un sentimento religioso più pragmatico.
Indice
La vita di Marco Aurelio
Marco Aurelio nacque nel 121 d.C,. e salì sul trono imperiale nel 161 all’età di 40 anni. Morì nel 180 d.C..
I temi filosofici principali
La sua opera filosofica, redatta in greco, porta il titolo Ricordi ed è articolata in una serie di massime, di sentenze e di riflessioni, composte anche durante le campagne militari e questo dimostra che non avevano come scopo la pubblicazione.
Il pensiero stoico e cristiano
I temi che compaiono più frequentemente sono: la caducità delle cose, l’inesorabile trascorrere di esse, la loro monotonie, la loro mancanza di significato e la loro sostanziale nullità. Questo sentimento delle cose è molto distante da quello della Grecia classica e del primo ellenismo. All’epoca di Marco Aurelio, il mondo antico si stava ormai dissolvendo e il Cristianesimo stava conquistando inesorabilmente gli animi, creando così una grande rivoluzione spirituale che svuotava di ogni significato tutti gli aspetti del mondo antico. Ed è questo sconvolgimento che dà all’uomo il senso della nullità del tutto.
La distinzione tra corpo e anima
Tuttavia, Marco Aurelio è convinto che il vecchio pensiero stoico sia ancora in grado di mostrare che le cose della vita, al di là della loro nullità, abbiamo un senso preciso. Infatti, sul piano ontologico e cosmologico, egli accetta la visione panteistica dell’Uno-tutto che è origine e punto di arrivo di ogni cosa, e questo riscatta, in un certo qual modo, la vanità delle singole esistenze senza senso. Sul piano etico e antropologico, Marco Aurelio sostiene che è il dovere morale che ci permette di dare un senso alla vita dell’uomo. Così, percorrendo questa strada, l’Imperatore finisce per affinare alcuni concetti dell’etica stoica fino a toccare alcuni ideali evangelici, anche se su basi differenti. Tuttavia, egli non esita a porsi in contrasto con lo Stoicismo quando cerca di stabilire una distinzione fra l’uomo e le altre cose e un punto di contatto dell’uomo con il divino. Per gli Stoici, nell’uomo il corpo era distinti dall’anima e questa aveva una netta preminenza. Tale distinzione, però, non poteva essere radicale perché l’anima restava pur sempre un ente materiale, come un soffio caldo (in greco πνεῦμα che significa "respiro", "aria", "soffio vitale) e per questo restava sempre della stessa natura ontologica del corpo. Marco Aurelio rompe questo schema, introducendo tre principi fondamentali: 1) il corpo è carne 2) l’anima è un soffio vitale, cioè il pneuma 3) l’intelletto o mente (in greco νοῦς) è superiore all’anima stessa.
L'intelletto e il principio egemonico
Mentre gli Stoici identificavano l’intelligenza (o principio dirigente dell’uomo) con la parte più elevata dell’anima, Marco Aurelio la pone al di fuori dell’anima e la identifica con l’intelletto e costituisce il nostro vero io, cioè il rifugio sicuro in cui ci dobbiamo ritirare per difenderci da ogni pericolo e per trovare le energie che ci sono necessarie per vivere un’esistenza dignitosa e per trovare la pace assoluta. Il principio egemonico, come viene chiamato anche l’anima intellettiva, è invincibile, nulla lo può ostacolare, se esso non vuole. Può essere c0lpito soltanto dal giudizio che esso emette sulle cose, ma in questo caso non solo le cose che lo affliggono, bensì le false opinioni che egli stesso ha prodotto.
L'amore e il sentimento religioso
Gli Stoici avevano indicato già un comune vincolo che lega tutti gli uomini e Marco Aurelio si spinge più avanti: tale vincolo è rappresentato dall’amore. Infatti, a questo proposito egli afferma: “ E ancora è dell’anima razionale amare il prossimo, il che è verità e umiltà”. Non siamo molto distanti dal precetto evangelico “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Anche il sentimento religioso di Marco Aurelio va più inoltre rispetto al vecchio pensiero stoico. Egli parte da una semplice constatazione: “Gli Dei, o non possono nulla, o possono qualcosa.” Se non possono nulla, perché innalzare loro delle preghiere? E se possono qualcosa perché non chiedere loro di concederci di non desiderare o di non temere una certa cosa, invece di chiedere di ottenerla o evitarla? Infatti, è molto meglio giovarsi liberamente di ciò che è in nostro potere, invece di affannarci in modo servile per ciò che in nostro potere non è. D’altra parte non è detto che gli Dei non ci aiutino anche in ciò che è in potere nostro. L’unica raccomandazione è rivolgere agli Dei una preghiera in tal senso e gli effetti saranno presto visibili”.
La fine dello stoicismo
In conclusione, l’imperatore Marco Aurelio è stato l’ultimo grande pensatore stoico; dopo di lui lo Stoicismo inizia a declinare per scomparire del tutto come pensiero autonomo dal III secolo d.C. in poi.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale dell'opera filosofica di Marco Aurelio?
- Come si differenzia il pensiero di Marco Aurelio dallo Stoicismo tradizionale?
- Qual è la visione di Marco Aurelio riguardo agli Dei e alla preghiera?
- In che modo Marco Aurelio vede il dovere morale?
- Qual è l'eredità di Marco Aurelio nel contesto dello Stoicismo?
L'opera di Marco Aurelio, "Ricordi", si concentra sulla caducità delle cose, il loro trascorrere inesorabile, la monotonia e la mancanza di significato, riflettendo un sentimento di nullità del tutto.
Marco Aurelio introduce una distinzione tra corpo, anima e intelletto, ponendo l'intelletto al di sopra dell'anima, e enfatizza l'amore come vincolo tra gli uomini, avvicinandosi a ideali evangelici.
Marco Aurelio ritiene che se gli Dei possono qualcosa, è meglio chiedere loro di non desiderare o temere piuttosto che ottenere o evitare, sottolineando l'importanza di concentrarsi su ciò che è in nostro potere.
Marco Aurelio sostiene che il dovere morale è ciò che dà senso alla vita umana, affinando concetti dell'etica stoica e toccando ideali evangelici.
Marco Aurelio è considerato l'ultimo grande pensatore stoico, e dopo di lui lo Stoicismo inizia a declinare, scomparendo come pensiero autonomo dal III secolo d.C. in poi.