Concetti Chiave
- Aristotele, nato a Stagira nel 384 a.C., fu discepolo di Platone per quasi vent'anni, sviluppando una filosofia personale che si discosta in parte da quella del maestro.
- Assunse il ruolo di educatore di Alessandro Magno, influenzandolo profondamente, e fondò il Liceo ad Atene, un luogo di insegnamento e ricerca filosofica.
- Nella sua opera "Sull'anima", Aristotele inserisce la psicologia nella fisica, considerando l'anima come forma del corpo, parte della materia e necessaria per la vita attiva.
- La psicologia aristotelica distingue tre funzioni dell'anima: vegetativa, sensitiva e intellettiva, quest'ultima esclusiva dell'uomo, che lo rende superiore agli altri esseri viventi.
- Aristotele distingue tra intelletto passivo, soggetto a corruzione, e intelletto attivo, eterno, lasciando aperto il dibattito sulla sua attribuzione esclusiva all'uomo o anche a Dio.
In questo appunto viene descritto chi è Aristotele e il suo pensiero relativo alla psicologia, detta anche psicologia aristotelica. Si riporta la biografia di Aristotele, il suo pensiero circa la gnoseologia, le funzioni della psicologia, le caratteristiche dell’intelletto e i dubbi sulla sua attribuzione.
Indice
Biografia di Aristotele
Aristotele nacque a Stagira nel 384 a.C e, poco più che adolescente, diventa un discepolo di Platone, entrando nella sua scuola fino alla morte di Platone, rimanendo quasi venti lunghi anni. Durante questi anni, Aristotele è riuscito ad imparare la filosofia del suo maestro, ma ha anche realizzato e plasmato la sua personale teoria filosofica che, in alcuni punti, si allontana dal pensiero filosofico di Platone. Per questo motivo molti hanno incolpato per mancanza di gratitudine nei confronti del suo maestro.
Aristotele, nonostante avesse pensato ad una sua personale filosofia, rimase molto legato a Platone. Dopo la morte di Platone, egli decise di spostarsi insieme ad altri due seguaci ad Asso per formare una piccola comunità platonica dove iniziò ad insegnare e a scrivere dei testi di biologia.

Aristotele e Alessandro Magno
Era un uomo molto colto, infatti, nel 342, il re di Macedonia decise di assumerlo per educare il figlio Alessandro, sul quale ebbe una grandissima influenza. Aristotele insegnò al giovane successore che la cultura greca era superiore a tutte le altre esistenti e per questo, grazie ad una forte unità politica, sarebbe stato possibile conquistare il mondo. Però non andò a finire così: Alessandro, salito al potere, creò un governo simile ad un principato orientale. Così Aristotele non d’accordo andò ad Atene, rimanendo in buoni rapporti con Alessandro. Ad Atene Aristotele fondò il liceo. Erano luoghi caratterizzati da un giardino e da passeggiate in cui il filosofo e gli scolari potevano fare lezioni, ricerche e riflettere sulla filosofia. Nel 323 a.C Alessandro morì e Aristotele, vista l’amicizia con il re, fu costretto a lasciare Atene e morì l’anno successivo nel 322 a.C a causa di una malattia allo stomaco.
Psicologia aristotelica e l'anima
Nel libro “Sull’anima”, Aristotele tratta di psicologia, lo studio dell’anima, ovvero della psiche. La psicologia viene inserita nella fisica e non nella metafisica, perché secondo Aristotele l’anima è la “forma del corpo”, la psiche è oggetto della fisica che rappresenta una forma incorporata nella materia, ovvero dentro il corpo umano.
Quindi l’anima viene vista come una sostanza calata nella materia e viene definita da Aristotele come “atto finale primo di un corpo che la vita in potenza”. Seguendo questo pensiero, il corpo è considerato vita in potenza e diventa vita in atto solamente grazie alla presenza dell’anima. Perciò l’anima è l’atto finale perché è la realizzazione del corpo, perché essa ha bisogno di un corpo per operare e, allo stesso tempo, il corpo ha bisogno dell’anima per poter diventare vita in atto. Quindi Aristotele crede che solo una parte dell’anima sia immortale. L’anima è strettamente connessa al corpo e quindi, alla morte del corpo, anche gran parte dell’anima muore.
Funzioni dell'anima secondo Aristotele
Secondo il filosofo, la psicologia possiede tre funzioni specifiche:
- la prima è la funzione vegetativa, perché l’anima nutre, si riproduce e rappresenta una delle caratteristiche posseduta dalle piante;
- poi c’è la funzione sensitiva che invece è tipica degli animali e dell’uomo che sono sensibili e in movimento;
- infine, la terza funzione è quella intellettiva ed è presente solamente nell’uomo.
Intelletto passivo e attivo
L’uomo è l’unico essere che dispone di tutte e tre le funzioni e per questo è superiore agli altri esseri viventi.
La funzione intellettiva appartenente solo all’uomo e gli permette di comprendere tutte le cose. Può essere differenziata in intelletto passivo e attivo: l’intelletto passivo è la capacità dell’uomo di cogliere le forme intellegibili che sono in potenza dentro le cose e serve per fissare le forme di tutte le cose. Invece l’intelletto attivo (o agente) è la capacità di trasformare in atto le verità o i concetti universali, è fondamentale per riconoscere nelle cose della realtà le forme immagazzinate dall’intelletto passivo, facendo un esempio è la capacità di vedere l’atto cioè il pulcino a partire dalla potenza che è l’uovo.
Eternità dell'intelletto attivo
La differenza sostanziale tra i due tipi di intelletto è che l’intelletto passivo agisce automaticamente, è soggetto a corruzione e quindi non è eterno; mentre l’intelletto attivo lavora in modo cosciente, non muore mai ed è quindi eterno. La parte dell’anima che resiste alla morte del corpo è l’intelletto attivo, ma non è ben chiaro dagli appunti di Aristotele quale sia la sua fine. Secondo alcuni alla fine l’intelletto attivo va a ricongiungersi con l’intelletto del mondo, una sorta di grande fonte di energia universale.
Per Aristotele l’intelletto rimane una questione in sospeso perché egli non capisce se intelletto attivo appartenga esclusivamente all’uomo oppure a Dio o ad entrambi. Aristotele non si pone questo quesito e saranno i filosofi che lo succederanno a prendere in esame il problema e a trovare una soluzione accettabile. Soprattutto nella scolastica araba e cristiana e durante il rinascimento.
Domande da interrogazione
- Chi era Aristotele e quale fu il suo rapporto con Platone?
- Quale ruolo ebbe Aristotele nell'educazione di Alessandro Magno?
- Come Aristotele concepisce l'anima nella sua psicologia?
- Quali sono le tre funzioni della psicologia secondo Aristotele?
- Quali sono le caratteristiche dell'intelletto secondo Aristotele e quali dubbi esistono sulla sua attribuzione?
Aristotele nacque a Stagira nel 384 a.C. e fu discepolo di Platone per quasi venti anni. Sebbene sviluppò una sua filosofia personale, rimase legato a Platone, nonostante alcune divergenze di pensiero.
Aristotele fu assunto dal re di Macedonia nel 342 a.C. per educare Alessandro Magno, influenzandolo profondamente, specialmente riguardo alla superiorità della cultura greca.
Aristotele vede l'anima come la "forma del corpo", una sostanza calata nella materia che rende il corpo vita in atto. Solo una parte dell'anima è immortale, mentre il resto muore con il corpo.
Le tre funzioni sono: vegetativa (nutrizione e riproduzione), sensitiva (sensibilità e movimento), e intellettiva (comprensione), quest'ultima esclusiva dell'uomo.
L'intelletto passivo è corruttibile e non eterno, mentre l'intelletto attivo è eterno. Aristotele non chiarisce se l'intelletto attivo appartenga solo all'uomo, a Dio, o a entrambi, lasciando la questione aperta ai filosofi successivi.