Concetti Chiave
- La Tragedia Greca, sviluppatasi nel VI secolo a.C., era un mezzo per esaltare la vita e riflettere sul bene comune tramite la rappresentazione dei miti.
- I Sofisti, tra cui Protagora e Gorgia, hanno introdotto nuove idee sul ruolo dell'uomo nella misura delle cose e sul potere del linguaggio.
- Protagora ha affermato che tutte le affermazioni sono vere perché esprimono la soggettività individuale, prefigurando il pragmatismo.
- Gorgia, con la sua tesi del non-essere, sostiene che nulla esiste in modo assoluto e che il linguaggio ha un potere duplice come medicina e veleno.
- La filosofia dei Sofisti ha portato a riflessioni più profonde sull'essere e il pensare, influenzando la comprensione del rapporto tra uomo e realtà.
Indice
Origini della tragedia greca
Alla fine del VI secolo a.C. nasce la Tragedia Greca grazie ad Eschilo; altri tragici furono Sofocle e Euripide.
Il ruolo della tragedia nella società
La Tragedia Greca rappresentava un momento di vita sociale-collettiva, infatti i cittadini si riunivano per riflettere sulla vita, sul bene comune.
Lo scopo della Tragedia è quello di esaltare la vita.
La maggior parte della Mitologia che conosciamo deriva dalla tragedia.
Nella Tragedia veniva spiegata la crudeltà dell'uomo, secondo il percorso della Dea vendicatrice Nemesis (nome derivante da "amnesia", dimenticanza).
L'uomo deve scontare una colpa, spiegata da Anassimandro nel suo "Detto", cioè decedere.
La filosofia greca e la vita
I Greci dicono di onorare la vita mentre la si vive: ogni attimo deve essere tramite la bellezza; da cui nasce la Passione ("Phatos" in Greco, cioè l'essere succubi ad un principio esterno), che l'uomo deve controbilanciare con il Logos (quindi con l'essere attivi).
Secondo il Mondo Greco morire è meglio quando si è ancora giovani e non si ha ancora raggiunto la vecchiaia.
Però l'Uomo Greco capisce che il dolore della vecchiaia è necessario per la conoscenza.
La democratizzazione di Atene
Intanto Atene inizia la sia democratizzazione e nasceranno i Retori, coloro che erano capaci di persuadere la folla a cui parlavano; insegneranno ai Greci che aspiravano ad alte cariche politiche come riscuotere successo con i discorsi
I Retori, la Tragedia Attica e l'iniziare del parlare dell'Uomo da parte dei Filosofi, porteranno alla nascita della corrente Sofista.
Protagora e l'antropocentrismo
Il primo in ordine cronologico tra i Sofisti è Protagora (il cui nome significa "primo in piazza", il più bravo a parlare).
Egli disse: "L'Uomo è la Misura di Tutte le Cose".
Esistono tre possibili interpretazioni di questo aforisma:
_l'Uomo valuta cos'è vero/falso, bello/brutto, bene/male in base ai suoi gusti (non sembra reale come interpretazione, perché si avrebbe del caos dato che ogni uomo ha i suoi gusti);
_l'Uomo è al Centro dell'Universo (Antropocentrismo), tutto c'è perché l'uomo lo possa vedere, misurare, conoscere, usare;
_Secondo Martin Heidegger, Protagora intendeva qualcosa simile a ciò che era stato detto da Parmenide ("La Stessa Cosa è Essere e Pensare): Tutto c'è perché possa essere usato dall'Uomo.
In conclusione si può dire che la Filosofia e le altre Scienze esistono perché l’Uomo possa rapportarsi con le altre cose.
-Protagora e Gorgia-
Protagora e la soggettività
Sia Protagona che Gorgia si pongono il problema se l’Essere è uguale al Pensare e dunque quale è la reale forza della parola (il linguaggio può essere l’esatta riproduzione della realtà?).
• Protagora dice che tutte le Affermazioni sono Vere, poiché esprimono la Soggettività di coloro che le espongono (ogni affermazione è vera nel momento in cui porta all’Aletheia), dunque si possono creare realtà soggettive a seconda delle parole che si usano.
Fu il primo Formatore Aziendale, cioè colui che si occupa di migliorare l’ambiente lavorativo e il rapporto tra lavoratori.
È un Retore, persuade parlando.
Il suo Ragionamento riguardo la verità delle affermazioni portrerà alla nascita del “Pragmatismo” (= azione).
• Gorgia invece è uno Studioso più portato all’Astrazione, infatti dice che:
1. Nulla Esiste;
2. Se Esistesse non sarebbe Pensabile;
3. Se anche fosse Pensabile non sarebbe Esprimibile.
-La Tesi Tripartita di Gorgia-
Gorgia e il non-essere
Gorgia scrisse del Non-Essere andando contro e smontando le teorie di Melisso.
Il suo Ragionamento consiste in un Ragionamento per Assurdo (= fuori dall’ordine).
Per lui Nulla Esiste, e se qualcosa esiste, Esiste soltanto o ciò che è o ciò che non è, ovvero Essere e Non Essere esistono insieme.
Dice inoltre che l’Eterno (cioè l’Essere) è illimitato e non è presente in alcun luogo, perché se no sarebbe distinto da esso; non è presente nemmeno in se stesso, perché se no contenente e contenuto sarebbero la stessa cosa.
Dunque se l’Essere è Illimitato e non è in alcun luogo, Non Esiste!
Gorgia contraddice anche le caratteristiche dell’Essere di Parmenide e di Melisso, dicendo che l’Essere è Impensabile.
Con Gorgia quindi si apre un’altra pagina della Filosofia, infatti egli è il Filosofo che ragionerà di più rispetto ai precedenti; dopo Gorgia i Filosofi inizieranno a porsi domande tra l’Uomo e l’Essere.
Dopo Gorgia i Filosofi inizieranno a porsi domande tra l’Uomo e l’Essere.
-La Parola secondo Gorgia-
La parola secondo Gorgia
Poiché le parole vengono dette, Giorgia crede nel significato "mito poetico" della parola.
Inoltre per lui la parola è “Pharmakon”, cioè è sia medicina che veleno (i Greci furono i primi a capire il potere della parola, ovvero la duplice funzione che essa ha; infatti la parola influenza i soggetti che l'ascoltano, quindi è sia potente che pericolosa).
-La Parola secondo Protagora-
La parola secondo Protagora
Secondo Protagora tutte le parole, e dunque anche le affermazioni, sono vere. Quindi la vera differenza sta nell'utilità e nell'inutilità di un'affermazione, ma poiché le affermazioni sono soggettive, quello che a qualcuno sembra utile a qualcun'altro può sembrare inutile. Quindi per lui chi sa individuare ciò che è giusto o utile alla collettività deve essere a capo della Polis.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine della Tragedia Greca e il suo scopo principale?
- Come viene interpretato l'aforisma di Protagora "L'Uomo è la Misura di Tutte le Cose"?
- Qual è la posizione di Gorgia riguardo all'esistenza e al pensiero?
- Qual è il significato della parola secondo Gorgia e Protagora?
- Qual è il contributo di Protagora e Gorgia alla filosofia e alla retorica?
La Tragedia Greca nasce alla fine del VI secolo a.C. grazie ad Eschilo, con Sofocle e Euripide come altri tragici. Il suo scopo principale è esaltare la vita, rappresentando un momento di riflessione sociale e collettiva.
L'aforisma di Protagora può essere interpretato in tre modi: l'uomo valuta il vero/falso in base ai suoi gusti, l'uomo è al centro dell'universo (antropocentrismo), o, secondo Heidegger, tutto esiste per essere usato dall'uomo.
Gorgia sostiene che nulla esiste, e se qualcosa esistesse, non sarebbe pensabile né esprimibile. Questo ragionamento per assurdo contraddice le teorie di Melisso e Parmenide.
Per Gorgia, la parola è un "Pharmakon", sia medicina che veleno, con un potere duplice. Protagora, invece, ritiene che tutte le parole siano vere, e la differenza sta nell'utilità delle affermazioni.
Protagora introduce il pragmatismo, affermando che tutte le affermazioni sono vere e soggettive. Gorgia, con la sua tesi tripartita, apre nuove domande filosofiche sull'essere e il pensiero, influenzando il modo in cui i filosofi successivi si rapportano all'uomo e all'essere.