Concetti Chiave
- La filosofia epicurea è vista come un rimedio alle paure umane, similmente a un tetrafarmaco, offrendo serenità verso gli dei e la morte.
- Epicuro e Lucrezio sostengono che gli dei esistono ma non interferiscono con gli affari umani, eliminando così la paura divina.
- La morte è considerata una semplice disgregazione di atomi; non vi è alcuna sensazione dopo la morte, quindi non è da temere.
- Il piacere è lo scopo della vita, con una distinzione tra piaceri naturali e necessari, che sono da perseguire, e piaceri non necessari, da evitare.
- Il dolore fisico è sopportabile o di breve durata, mentre il dolore morale deriva da false opinioni, superabile attraverso la filosofia epicurea.
La filosofia epicurea come tetrafarmaco
Lucrezio sostiene che la ricerca della felicità sia notevolmente agevolata dalla filosofia epicurea. In questo senso quest'ultima viene paragonata ad un tetrafarmaco in quanto è in grado di curare le principali paure dell'uomo.
Paura degli dei e della morte
1) Paura degli dei: Epicuro e Lucrezio affermano l'esistenza degli dei e sostengono che le divinità si trovino in uno stato di beata perfezione. Per questa ragione non si curano né del bene né del male degli uomini che dunque non hanno motivo di temerli.
2)Paura della morte: Epicuro e Lucrezio affermano che tutto il mondo sia composto da atomi (particelle piccolissime) che formano i corpi aggregandosi e li dissolvono disgregandosi. Così come il corpo anche l'anima è composta da atomi che nel momento della sua morte vanno a disgregarsi. Detto ciò la filosofia epicurea sostiene che non ci sia nessun aspetto negativo o positivo dopo la morte perché con la disgregazione degli atomi cui segue la dissolvenza del corpo e dell'anima, l'uomo cessa di provare ogni forma di sensibilità o coscienza.
3)Paura della mancanza di piacere: Lucrezio ed Epicuro affermano che il piacere sia lo scopo della vita di ogni uomo, rappresenta il bene sommo. Esistono,però diversi tipi di piacere e non tutti sono da ricercare durante l'arco della vita.
-Piacere Cinetico: è un piacere di breve durata
-Piacere Catastematico: è un piacere stabile e duraturo che corrisponde alla condizione di chi non prova dolore e di chi ha soddisfatto le proprie esigenze vitali.
-Piaceri naturali e necessari: Sono piaceri che corrispondono alle esigenze vitali e sono perciò da ricercare.
-Piaceri naturali e non necessari: Sono piaceri che corrispondono a ciò che non è necessario per la sopravvivenza del singolo. Lo sono (per esempio) la sessualità. Sono da ricercare moderatamente.
-Piaceri non naturali e non necessari: Sono tutto ciò che non fa parte delle esigenze dell'essere umano. Lo sono (per esempio) il lusso o la ricchezza. Sono da evitare perché impediscono l'atarassia:l'assenza di passioni, in quanto sono piaceri che turbano l'interiorità dell'uomo. Per esempio, nel caso della ricchezza l'individuo è portato a provare invidia verso chi è più benestante di lui.
4)Paura del Dolore fisico e dolore morale:
-Dolore fisico: -se il dolore è lieve significa che l'uomo è in grado di sopportarlo dunque ci si può convivere.
-se il dolore è acuto significa che non è duraturo ma di breve durata.
-se il dolore è acutissimo spesso l'individuo è prossimo alla morte, dunque non è da temere perché l'uomo non ha motivo di avere paura della morte.
-Dolore morale: Secondo Epicuro e Lucrezia il dolore morale è frutto di false opinioni ed immagini della mente. Si riesce a sfuggire da questo tipo di dolore attraverso la filosofia epicurea in quanto assicura il raggiungimento all'atarassia.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della filosofia epicurea nella ricerca della felicità secondo Lucrezio?
- Come affrontano Epicuro e Lucrezio la paura degli dei?
- Qual è la visione epicurea sulla morte e sull'anima?
- Come distingue la filosofia epicurea i diversi tipi di piacere?
Lucrezio sostiene che la filosofia epicurea agevoli la ricerca della felicità, paragonandola a un tetrafarmaco capace di curare le principali paure dell'uomo.
Epicuro e Lucrezio affermano che gli dei esistono ma vivono in uno stato di beata perfezione, indifferenti al bene o al male degli uomini, eliminando così la necessità di temerli.
La filosofia epicurea sostiene che sia il corpo che l'anima sono composti da atomi che si disgregano alla morte, portando alla cessazione di ogni sensibilità o coscienza, eliminando così la paura della morte.
La filosofia epicurea distingue tra piaceri cinetici e catastematici, e tra piaceri naturali e necessari, naturali e non necessari, e non naturali e non necessari, promuovendo quelli che soddisfano le esigenze vitali e scoraggiando quelli che disturbano l'atarassia.