Concetti Chiave
- Epicuro critica lo stoicismo per la sua visione di una vita senza piaceri, orientata verso l'ascetismo e l'accettazione del destino.
- Epicuro propone una distinzione tra bisogni e piaceri, classificando i desideri in base al loro contributo alla liberazione dal dolore corporeo.
- Epicuro considera naturali e necessari i desideri che alleviano il dolore fisico e non necessari quelli che offrono solo piacere senza dolore.
- I desideri non naturali e non necessari, secondo Epicuro, nascono da opinioni vane e vanno evitati per raggiungere la vera felicità.
- Riconducendo i desideri ai bisogni autentici, si ottiene non solo piacere immediato, ma anche sicurezza per il futuro.
Critica allo stoicismo
Epicuro ha teorizzato una volontà che spinge l'uomo verso desideri falsi e mai del tutto soddisfacibili, quindi fonte di dolore. La corrente precedete dello stoicismo, invece, contrapponeva alla volontà rivolta verso i desideri e i piaceri ad essi correlati una volontà totalmente orientata verso l’assenza totale di piaceri, una vita senza piaceri, di stampo quasi ascetico. Cioè lo stoicismo ha postulato in qualche modo l’estinzione assoluta dei piaceri, per attenersi al fato e al destino che governano la nostra esistenza.
Per Epicuro non è questa la prospettiva corretta, ma ancora una volta si tratta di contrapporre piacere puro a piacere irraggiungibile o deludente. Per Epicuro i bisogni vanno sempre da distinguere dai piaceri. Si ripone una classificazione dei desideri che ricalca quella già fatta per i piaceri. Epicuro stima come naturali e necessari quei desideri che ci liberano dal dolore corporeo, naturali e non necessari quelli che non implicano dolore corporeo ma solo piacere, e non naturali e non necessari quelli che nascono da “vana opinione”. Occorrerebbe ricondurre i desideri ai veri bisogni, cioè accettare solo quelli correlati da autentici bisogni. Tutto questo non solo permette di ottenere il piacere presente, ma è anche il mezzo per rendere sicuro il nostro avvenire.