Concetti Chiave
- Epicuro, spesso frainteso come ateo, sostiene invece l'esistenza degli dèi, distinguendo le autentiche esperienze divine dalle false credenze che generano paure immotivate.
- La vera concezione della divinità, secondo Epicuro, è quella di un essere immortale e felice, la cui inesistenza di ingerenza nei nostri affari elimina la paura delle punizioni divine.
- Epicuro propone di affrontare la paura della morte vedendola come un evento naturale e non preoccupante, essendo solo la disgregazione degli atomi che costituiscono corpo e anima.
- La morte, per Epicuro, rappresenta la fine della sensazione e quindi non dovrebbe essere temuta in quanto non può causare danno, promuovendo un atteggiamento sereno verso di essa.
- Epicuro critica l'attaccamento alla vita e le visioni pessimistiche, sostenendo una filosofia che non è né tragica né pessimista, ma piuttosto equilibrata e critica verso la paura della morte.
Indice
La prima paura secondo Epicuro: la divinità
Fin dall'antichità, Epicuro è stato vituperato come un ateo, il che significa che è stato visto dalla maggior parte delle persone e anche dai filosofi stessi come una persona non credente in nessun tipo di religione né monoteista né politeista. In realtà, nella Lettera a Meneceo egli afferma in modo perentorio che gli dei esistono e che la conoscenza che ne abbiamo è evidente. Epicuro distingue le «prenozioni» sugli dèi, ossia le autentiche conoscenze fondate sulla nostra esperienza, dalle «fallaci presunzioni», ossia i giudizi infondati e sbagliati che non solo ci fanno cadere nell'errore, ma guastano anche la nostra vita con paure immotivate.
La vera concezione della divinità
Le vere concezioni sulla divinità ce la presentano come un essere immortale e felice, dedito perpetuamente alla virtù. In tutto questo nulla deve rappresentare fonte di spavento. La paura nasce quando pensiamo che le divinità s'immischino nei nostri affari, li governino e ci puniscono. Con un efficacissimo rovesciamento, Epicuro afferma che la vera blasfemia consiste proprio nell'accettare queste opinioni che alcune persone erroneamente possono ritenere più o meno sbagliate.
La seconda grande paura: la morte
Dopo gli dèi, la seconda grande paura da sconfiggere è la morte. Ancora una volta, quello che Epicuro propone al discepolo è un vero e proprio esercizio di meditazione che trasforma la vita. Bisogna vedere la morte come un qualcosa di non preoccupante. Come di consueto nella Lettera a Meneceo, Epicuro non esplicita i presupposti teorici di questa tesi che condurrebbero alla sua dottrina degli atomi: la morte, infatti, non è nient'altro se non la disgregazione del composto atomico ed essa coinvolge sia il corpo sia l'anima (entrambi formati da atomi).
La fine della sensazione e l'inutilità della paura
Per questa ragione la morte coincide con la fine completa della sensazione. Ora, proprio dalla sensazione si originano i beni e i mali per l'uomo e non ha dunque alcun senso temere qualcosa che non può recarci nessun danno. Per tutte queste ragioni il saggio epicureo sa mantenere un atteggiamento sereno e distaccato rispetto al concetto che riguardava la morte: non ne ha paura, ma neppure la ricerca come qualcosa da desiderare quindi si può dire in qualche modo che egli aveva una posizione principalmente neutra nei confronti della morte stessa.
L'attaccamento alla vita
Inoltre, è fonte di preoccupazione per la nostra anima non solo la paura della morte ma anche l'attaccamento alla vita. Un'antica massima greca affermava che sarebbe meglio per gli uomini non essere nati e, una volta nati, morire quanto prima. Rispetto a questa visione pessimistica della vita, che molti secoli dopo avrebbe affascinato il filosofo Friedrich Nietzsche, Epicuro esprime una forte critica. La sua non è affatto una filosofia pessimistica o tragica.
La concezione dell'agire di Epicuro
Dopo aver confutato le due principali paure degli uomini, Epicuro passa a esporre la sua concezione dell'agire.Domande da interrogazione
- Qual è la concezione di Epicuro riguardo alla divinità?
- Come Epicuro affronta la paura della morte?
- Qual è l'atteggiamento epicureo verso la morte?
- Come Epicuro critica l'attaccamento alla vita?
- Cosa segue dopo aver confutato le paure principali secondo Epicuro?
Epicuro afferma che gli dei esistono e che la nostra conoscenza di loro è evidente, distinguendo tra autentiche conoscenze e giudizi infondati che causano paure immotivate.
Epicuro propone di vedere la morte come non preoccupante, poiché è solo la disgregazione del composto atomico e coincide con la fine della sensazione, quindi non c'è nulla da temere.
L'atteggiamento epicureo è sereno e distaccato; il saggio non teme la morte né la desidera, mantenendo una posizione neutra.
Epicuro critica la visione pessimistica che sarebbe meglio non nascere, opponendosi a tale pessimismo e affermando una filosofia non tragica.
Dopo aver confutato le paure della divinità e della morte, Epicuro espone la sua concezione dell'agire.