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Concetti Chiave

  • Empedocle di Agrigento fu un filosofo complesso, influenzato dalle tradizioni ioniche, eraclitee e pitagoriche, integrando aspetti di magia e sciamanesimo.
  • Empedocle si distinse anche come medico, guaritore e politico, contribuendo alla democratizzazione della sua città natale.
  • La sua opera principale, "Sulla natura," cerca di unire le tradizioni naturalistiche ioniche e parmenidee, adottando il formato poetico in esametri.
  • Empedocle accetta i divieti eleatici sull'inammissibilità del non essere, ma cerca di adattarli a una ricerca meno astratta.
  • Sostiene che nulla si genera dal nulla e che il divenire non esiste, pur riconoscendo la diversità dell'universo rispetto a un essere unitario.

Empedocle

Empedocle di Agrigento (493-432 a.C.) rappresenta forse la figura più straordinaria – o semplicemente la più complessa – tra quelle che si affacciano nel teatro della filosofia nelle prime fasi della sua storia. Grande naturalista, erede della tradizione fisiologica ionica ma anche sapiente alla maniera di Eraclito e di Pitagora (dal quale riprende i tratti oracolari del mago e dello sciamano, e la teoria della trasmigrazione delle anime), nel corso della sua vita entra in contatto con l’eleatismo (da cui eredita l’attenzione per gli aspetti logico-razionali dell’indagine sulla natura); tuttavia Empedocle è anche medico, guaritore e uomo politico, visto che ricopre un ruolo significativo nel processo di democratizzazione che interessa anche la sua patria.
Come si vede si tratta di una figura complessa, ricca di tensioni e forse di ambiguità, ma proprio per questo capace di affascinare gli uomini di ogni tempo. L’opera più significativa di Empedocle, un poema in esametri dal titolo Sulla natura, intende rifarsi alle due grandi tradizioni della riflessione precedente, tentando di conciliarle: quella naturalistica di matrice ionica (presente nel tema dell’opera, la natura appunto) e quella parmenidea (in qualche modo evocata nella scelta del genere letterario, quello della poesia in esametri). Empedocle si propone quindi di inglobare la riflessione parmenidea nel cuore dell’indagine naturalistica. Per prima cosa, dunque, egli accetta i divieti eleatici relativi all’inammissibilità del non essere e alla generazione dal nulla, ma tenta di adattarli a una ricerca che sia immune dall’astrazione e dal radicalismo di Parmenide e di Zenone. Per Empedocle è vero che nulla si genera dal nulla, ed è anche vero che il divenire (ossia la trasformazione di qualcosa in qualcos’altro) in realtà non esiste. Non è vero, invece, che l’essere presenta una configurazione del tutto unitaria, perché, se così fosse, non si comprenderebbe la ricchezza della natura e dell’universo.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Empedocle e quale ruolo ha avuto nella filosofia antica?
  2. Empedocle di Agrigento era un filosofo complesso e straordinario, noto per essere un grande naturalista e per aver ereditato tradizioni filosofiche ioniche, eraclitee e pitagoriche. Ha avuto un ruolo significativo nel processo di democratizzazione della sua patria e ha cercato di conciliare diverse tradizioni filosofiche nel suo poema "Sulla natura".

  3. Quali tradizioni filosofiche ha cercato di conciliare Empedocle nella sua opera "Sulla natura"?
  4. Empedocle ha cercato di conciliare la tradizione naturalistica ionica e quella parmenidea. Ha accettato i divieti eleatici sull'inammissibilità del non essere e la generazione dal nulla, adattandoli a una ricerca più concreta e meno radicale rispetto a Parmenide e Zenone.

  5. Qual è la visione di Empedocle riguardo al divenire e all'essere?
  6. Empedocle sostiene che nulla si genera dal nulla e che il divenire, inteso come trasformazione di qualcosa in qualcos'altro, non esiste realmente. Tuttavia, contrariamente a Parmenide, non crede che l'essere abbia una configurazione del tutto unitaria, poiché ciò non spiegherebbe la ricchezza della natura e dell'universo.

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