Concetti Chiave
- Empedocle affronta i dilemmi del pensiero eleatico proponendo una teoria basata su quattro elementi inalterabili: acqua, aria, terra e fuoco, che chiama "radici di tutte le cose".
- Introduce la concezione pluralistica degli elementi, superando il monismo degli Ionici e degli Eleati, con gli elementi che si uniscono e si separano attraverso le forze cosmiche.
- Le forze cosmiche dell'Amore, Amicizia, Odio e Discordia governano l'unione e la separazione degli elementi, determinando il ciclo cosmico attraverso periodi di transizione.
- Empedocle sviluppa una visione arcaica della conoscenza, con il pensiero che risiede nel cuore e il sangue come veicolo, coinvolgendo anche una componente mistico-religiosa.
- Nel suo "Poema lustrale", esplora concetti orfici e introduce regole di vita per purificare l'anima e liberarsi dal ciclo delle reincarnazioni, collegando fisica, mistica e teologia.
Pensiero filosofico di Empedocle
Empedocle è il primo filosofo che cerca di trovare una soluzione a certi problemi del pensiero eleatico quando quest’ultimo si trovava di fronte a due soluzioni che, per quanto opposte, sembravano entrambe valide. Nato ad Agrigento, e vissuto tra il 490 e il 430 a.C., egli era dotato di una forte personalità che lo portò ad essere filosofo, ma anche mistico, taumaturgo, medico e politico. Sulla sua morte esistono versioni discordanti: per alcuni sarebbe scomparso durante un sacrificio, per altri, forse, si sarebbe gettato nel cratere dell’Etna.Come per Parmenide, anche Empedocle il “nascere” e il “morire” sono impossibili, intesi come venire dal nulla e andare verso il nulla, poiché l’essere non può essere un non-essere. Pertanto, la “nascita” e la “morte” non esistono e ciò che gli uomini hanno chiamato in questo modo, non è altro che un dissolversi di sostanze che si mescolano, ma che per sempre rimangono uguali e indistruttibili. Per Empedocle tali sostanze sono: l’acqua, l’aria, la terra e il fuoco che egli definisce ”radici di tutte le cose”. Veramente i filosofi ionici avevano già scelto una o l’altra di queste realtà come principio, facendo derivare da esso tutte le altre mediante un processo di trasformazione. La novità di Empedocle consiste nell’aver sostenuto l’inalterabilità qualitativa e l’intrasformabilità di ciascuna di esse. Nasce così il concetto di “elemento”, inteso come qualcosa di originario e immutabile dal punto di vista qualitativo, capace soltanto di unirsi e separarsi nello spazio e in modo meccanico rispetto ad altro. Nasce anche la concezione pluralistica che supera il monismo degli Ionici oltre che il monismo degli Eleati.
Vi sono dunque quattro elementi che unendosi generano tutte le cose e, separandosi, danno origine alla loro corruzione. Le forze che uniscono o separano i quattro elementi sono le forze cosmiche dell’Amore, dell’Amicizia, dell’Odio e della Discordia. Tali forze, secondo vicende alterne, predominano una sull’altra per periodi costanti che sono fissati dal destino. Se predominano l’Amicizia e l’Amore, essi si uniscono, se predominano la Discordia e l’Odio, invece, si separano. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare il cosmo non nasce quando prevale l’Amore o l’Amicizia e neppure quando prevale l’Odio o la Discordia vengono ad esistere le cose del mondo: il cosmo e le cose nascono nei due periodi di passaggio che vanno dal predominio di una forza cosmica verso l’altra. In ciascuno dei due periodi si ha un progressivo nascere e un progressivo distruggersi di un cosmo che, necessariamente, suppone l’azione continua di entrambe le forze.
Il momento della perfezione si ha non quando viene a costituirsi il cosmo, bensì quando si costituisce lo Sfero o Uno, la compatta unità che ricorda molto da vicino la sfera di Parmenide.
Interessanti sono anche le riflessioni di Empedocle a proposito della costituzione degli organismi e i suoi tentativi di spiegare come avvengono i processi conoscitivi. Dai pori delle cose si sprigionano delle sensazioni olfattive che colpiscono gli organi dei sensi in modo che le parti simili dei nostri organi riconoscono le parti simili degli effluvi provenienti dalle cose.
In questa visione arcaica della conoscenza, il pensiero trova il suo veicolo nel sangue e ha sede nel cuore. Di conseguenza, per Empedocle, il pensiero non è una prerogativa degli esseri umani. Nella sua opera Poema lustrale, Empedocle riprende le concezioni orfiche ed esprime il concetto secondo cui l’anima dell’uomo è un demone che è stato cacciato dall’Olimpo a causa di una sua colpa originaria e gettato in balìa del ciclo delle nascite sotto tutte le forme di esseri viventi con l’obiettivo di espiare la colpa.
Nel poema, egli indica anche le regole di vita a cui attenersi per purificarsi e liberarsi dal ciclo delle reincarnazioni per ritornare ad essere fra gli Dei, liberi da dolori umani. Nel pensiero di Empedocle si nota una sorta di unità compatta fra fisica, mistica e teologia; infatti, le quattro “radici”, ossia acqua, terra, fuoco e aria sono divine, come divine sono le quattro forze cosmiche; lo Sfero si identifica con Dio e le anime sono i Demoni. Resta però un problema che sarà risolto più tardi da Platone: com’è possibile in un mondo in cui tutto è divino, compresi l’Odio e la Discordia, non si riesce a capire che cosa non lo sia e come “anima” e “corpo” siano in contrasto, dato che derivano dalle stesse “radici”.
Domande da interrogazione
- Qual è la soluzione proposta da Empedocle ai problemi del pensiero eleatico?
- Quali sono le forze cosmiche secondo Empedocle e come influenzano il cosmo?
- Come Empedocle descrive il processo conoscitivo?
- Qual è la concezione di Empedocle sull'anima e la reincarnazione?
- Come si manifesta l'unità tra fisica, mistica e teologia nel pensiero di Empedocle?
Empedocle propone che nascita e morte non esistono come creazione o distruzione dal nulla, ma come mescolanza e separazione di quattro elementi indistruttibili: acqua, aria, terra e fuoco.
Le forze cosmiche sono Amore, Amicizia, Odio e Discordia, che uniscono o separano gli elementi, generando e corrompendo le cose del mondo nei periodi di transizione tra il predominio di una forza e l'altra.
Empedocle descrive il processo conoscitivo come un'interazione tra le sensazioni olfattive emanate dai pori delle cose e gli organi dei sensi, dove le parti simili si riconoscono tra loro.
Empedocle vede l'anima come un demone cacciato dall'Olimpo per una colpa originaria, destinato a reincarnarsi per espiare e purificarsi, con l'obiettivo di tornare tra gli Dei.
L'unità si manifesta nel fatto che le quattro "radici" e le forze cosmiche sono divine, lo Sfero è identificato con Dio, e le anime sono considerate Demoni, creando un legame tra elementi fisici e concetti spirituali.