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Concetti Chiave

  • Sant'Agostino d'Ippona, un padre della Chiesa, unisce fede e ragione, proponendo un dialogo interiore per la ricerca di Dio e della verità.
  • Dopo aver esplorato il manicheismo e lo scetticismo, si converte al cristianesimo, influenzato da Plotino e dal vescovo Ambrogio a Milano.
  • Agostino vede Dio come la fonte della verità e sviluppa la teoria dell'illuminazione, dove la conoscenza è un dono divino che illumina la mente umana.
  • Contrappone la creazione del mondo "ex nihilo" alla teoria platonica, sostenendo che Dio ha creato il mondo dal nulla, senza materia preesistente.
  • Il male, secondo Agostino, è una privazione del bene, non creato da Dio, e i mali fisici e morali servono come espiazione e crescita spirituale.

Indice

  1. L'importanza della fede e della ragione
  2. La conversione e la ricerca della verità
  3. La teoria dell'illuminazione e la conoscenza
  4. La creazione e il tempo secondo Agostino
  5. Il male e la sua natura
  6. La dialettica e la conoscenza mediata dai segni

L'importanza della fede e della ragione

Il massimo tra i padri della chiesa, cerca di dimostrare l’importanza della fede e come essa concorre con la ragione nell’animo di un uomo. Al dialogo interpersonale socratico sostituisce quello “interiore” che parla comunque emotivamente. Egli era una persona vivace e curiosa, nato a Tagaste (città dell’attuale Algeria) e figlio di padre pagano e madre (Monica) molto cristiana. I suoi studi furono classici, grammaticali e di retorica, teneva molto all'esposizione e alla sintattica. Si avvicinò alla filosofia a 19 anni, leggendo Ortensio di Cicerone che lo indirizzò alla ricerca su i problemi del pensiero.

La conversione e la ricerca della verità

La madre lo spinse a leggere la Bibbia che però gli sembrò troppo semplice e infantile, a lui piaceva divertirsi e alcuni suoi comportamenti scorretti o non condivisibili di cui si rendeva conto gli fecero iniziare a chiedere perchè esiste il male. Così aderì al manicheismo (identificazione di due principi assoluti, il Bene e il Male, in perpetuo e insanabile contrasto tra loro) mentre insegnava retorica, ma questo presto gli sembrò troppo semplicistico, provò a considerare allora lo scetticismo che però vedeva troppo contraddittorio. Una volta spostato a Milano per insegnare, iniziò a leggere Plotino e venne a contatto con i discorsi del vescovo Ambrogio, affascinato da ciò si fece catacumeno e dal non credere a nulla si convertì al cristianesimo. Inizia quindi a cercare Dio nell’anima, diventa come un “platonico cristiano” alla ricerca della verità e alla ricerca di se stesso attraverso alla ricerca, in lotta contro i nemici della chiesa: manicheismo, donatismo (Chiesa = una società di eletti) e pelagianesimo (l’uomo può salvarsi senza Dio). Dopo aver assistito all’invasione dei vandali a Roma e quindi al suo decadimento, Agostino morì nel 430 lasciando un’immensa produzione scritta tra cui Confessioni (influenzerà Petrarca) e la Città di Dio e la Trinità. I punti fondanti della sua ricerca filosofica sono Dio da un lato e l’anima umana dall’altro, un’introspezione che è privilegio di tutti e non solo del saggio come dicevano i neoplatonici. Secondo Agostino, cercare l’anima che è la nostra parte autentica dove si trova la nostra verità, la verità del nostro IO, significa cercare Dio perché solo Dio può fornirci le chiavi di accesso a questa verità. Ragione e fede sono unite in una duplice formula “crede ut intelligas” e “Intellige ut credas”.

Credi per capire significa che per poter capire, ossia fare filosofia, è necessario credere, avere fede perché illumina il cammino della conoscenza; allo stesso modo, affinché si possa avere una fede salda è necessario capire ossia filosofare. Secondo Agostino, non è possibile dubitare e ingannarsi su tutto come pensavano gli scettici perché la nostra esistenza non può essere messa in dubbio, se ne dubitiamo, se lo stiamo facendo, vuol dire che esistiamo. E poi non possiamo dubitare della verità perché per poter dubitare della verità è necessario essere già nella verità.

La teoria dell'illuminazione e la conoscenza

Attenzione però che l’uomo è nella verità ma non è essa perché la verità è solo Dio. L’uomo può ricevere una parte di questa verità come un dono, per spiegare come avviene Agostino propone la teoria dell’illuminazione: l’uomo riceve la verità da Dio poichè simile ad una vivida luce illumina la mente umana permettendole di apprendere. Il cristo per Agostino è Maestro interiore, Luce e Vita (dator intelligentiae), artefice dell’umana capacità conoscitiva. C’è chi guarda la verità, chi invece ha la fortuna di incontrarla e chi non la vedrà mai perché magari ha percorso un’altra strada come quella dell’ateismo o dell’agnosticismo. Il presupposto di questa sua teoria è la teoria della conoscenza di Platone, la sua teoria delle idee e il famoso mito della caverna, ma anche la teoria della reminiscenza: per Platone la verità sta nell’iperuranio e proviene dalle idee mentre per Agostino essa proviene da Dio. Chiudersi in sé stessi non è affatto qualcosa di negativo per Agostino, anzi è proprio la via verso la verità e quindi verso Dio. Secondo Agostino Dio è eterno, è verità ed è amore, chi torna a Lui dopo la morte vivrà in eterno e potrà sperimentare non solo un amore perfetto e puro ma anche una conoscenza e un sapere perfetto, senza errori, è questo il massimo livello per un uomo. Ciò perché anche l’uomo, essendo fatto a somiglianza di Dio ha una struttura trinitaria, essa è data da tre cose: l’uomo è, conosce e ama in minuscolo mentre Dio è (il Padre), è intelligenza (il Figlio) e amore (lo spirito santo) in maiuscolo. Secondo Agostino, l’uomo ha tre facoltà che sono altrettanto presenti in Dio in modo perfetto: La memoria, L’intelligenza e la volontà o l’amore. L’uomo, però, può anche allontanarsi da questa ricerca attraverso il peccato; Agostino distingue tra l’”uomo vecchio” e l’uomo nuovo”: L’uomo vecchio è quell’uomo carnale che vive per appagare bisogni terreni e che nasce, cresce e muore; Invece, l’uomo nuovo è un uomo spirituale che ha intrapreso un percorso interiore, le sue età però non sono legate al trascorrere del tempo dalla nascita alla morte, bensì sono scandite dai passi che l’uomo nuovo fa verso la verità, verso Dio. La strada della carne in realtà non è una strada scelta autenticamente ma solo una rinuncia perché l’unica strada autentica è proprio quella dell’uomo che sceglie di aderire all’essere. Il peccato è definito come la “superbia della volontà” che sposta il focus dall’essere puro ad altri esseri carnali. È per questo che il peccato non ha una causa efficiente, ontologicamente non esiste, bensì ha una causa deficiente, infatti deficere in latino significa “qualcosa che manca” e l’uomo sulla via del peccato è un uomo che sceglie un bene inferiore invece di un bene superiore. L’uomo non sceglie il male, ma sceglie male e in ciò subentra il libero arbitrio.

La creazione e il tempo secondo Agostino

Secondo Agostino, Dio ha creato il mondo “dal nulla” perché onnipotente ed eterno, posizione che è in netto contrasto con il principio eleatico secondo cui “nulla deriva dal nulla”. Per giungere a questa tesi Agostino riprende 3 ipotesi sull’origine del mondo: il dualismo, l’emanatismo e il creazionismo. Agostino si contrappone al dualismo di stampo platonico perché questo implicherebbe che Dio per creare il mondo ha utilizzato un sostrato organico già esistente e quindi in questo senso dovremmo dire che in origine non c’era solo Dio ma anche questa materia che Dio ha preso per creare il mondo e ciò non è possibile perché Dio è essenza suprema ed eterna e non ci possono essere altre forme dell’essere che ne limitino la sua potenza. Come sostiene l’emanatismo Dio ha creato il mondo prendendo una parte di sè (ex sese), Il problema di questa ipotesi è che si arriverebbe ad una forma di panteismo perché si dichiarerebbe che il mondo è divino in quanto derivato dio Dio, “generato e non creato”. Non resta dunque che l’ipotesi dell’ “ex nihilo”, precisamente la modalità di creazione secondo Agostino è stata la parola, il lògos, il verbo, il figlio di Dio a lui coeterno. Nella Bibbia si legge “In principio Dio ha creato il cielo e la terra”, ma com’è possibile che l’essere perfetto muti la sua volontà? Per Agostino Dio è autore del tempo stesso, prima della creazione non c’era neanche questo, non c’era un prima infatti se l’eternità è sopra ad ogni altro tempo, in Dio nulla è passato o futuro, ma tutto presente eterno. Il tempo è un’estensione/distensione dell’anima (infatti conserva le cose passate), non include Dio ma solo gli uomini tramite la memoria, l’attenzione e l’attesa; mentre nel mondo antico c’era una concezione ciclica del tempo (l’accadere era un cerchio), per Sant’Agostino il tempo è da intendere linearmente e con un punto d’arrivo coincidente con la fine del mondo (c’è un’unica storia universale condivisa da tutte le genti). In ambito cristiano, tutto dipende dalla provvidenza e dallo schema triadico “paradiso terrestre - caduta - redenzione”, su questi concetti Agostino ricava un’escatologia quadro globale della storia che si conclude con un estremo. Il tempo ha anche una dimensione soggettiva se è un prolungamento dell’anima, come dirà Henri Bergson nel ‘900 c’è un tempo della coscienza.

Il male e la sua natura

Agostino si era distaccato dal manicheismo poiché esso considerava il bene e il male in uno scontro eterno e che i due opposti sono necessari per poter esistere entrambi. Per Agostino, però, si metterebbe in discussione l’incorruttibilità di Dio ed è inammissibile se si considera che Dio è il bene. Ma allora se Dio è buono e amore puro perché esiste il male nel mondo? Agostino qui riprende la filosofia neoplatonica sostenendo che il male è una forma di non essere del bene; Dio ha creato tutte le cose del mondo che sono bene secondo una scala gerarchica che va dalla materia inorganica per passare ai vegetali, agli animali, agli uomini agli angeli per poi arrivare a lui, il sommo bene; il male, invece, è semplicemente una privazione del bene, a livello metafisico non ha una sua realtà autonoma perché è sempre la privazione del bene (ma mai totale) di una determinata cosa. Con questa teoria viene spiegato il fatto che Dio non ha creato il male perché sennò dovrebbe aver creato il non essere. Per lui esistono due tipologie di mali, quelli fisici e quelli morali: I primi sono legati alla natura (tra cui quelli che affliggono l’essere come le malattie, la depressione, il dolore, la sofferenza e la morte) mentre i mali morali (riferito alla deficienza) sono legati all’essere umano e alle sue azioni. I mali della natura sono una giusta punizione per il peccato originale e quindi in realtà hanno un significato positivo se ci si riferisce alla salvezza e alla vita eterna in quanto La vita terrena è una sorta di espiazione tramite le sofferenze della vita.

La dialettica e la conoscenza mediata dai segni

In “la Dialettica”, Agostino formula il principio secondo cui ogni conoscenza è mediata dai segni, un segno è qualunque elemento che veicoli un contenuto, può essere un segno naturale o intenzionale, il più comune è la parola, che trasferisce concetti o le cose stesse da un animo all’altro, denotando un'entità esterna. A differenza di Platone, per Agostino la parola non riproduce unicamente l’essenza della cosa ma ne comunica il concetto riferito all’oggetto reale. La conoscenza quindi si esaurisce nel campo delle entità reali, se non si trova questa corrispondenza non si capisce cosa l’altro vuole comunicare.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza della fede secondo Sant'Agostino?
  2. Sant'Agostino sottolinea che la fede è fondamentale per comprendere e filosofare, poiché illumina il cammino della conoscenza. Egli afferma che "crede ut intelligas" e "Intellige ut credas", indicando che la fede e la ragione sono interconnesse.

  3. Come Sant'Agostino spiega l'esistenza del male nel mondo?
  4. Sant'Agostino sostiene che il male è una privazione del bene e non ha una realtà autonoma. Esistono mali fisici e morali, con i primi legati alla natura e i secondi alle azioni umane. Il male non è creato da Dio, ma è una mancanza di bene.

  5. Qual è la concezione del tempo secondo Sant'Agostino?
  6. Sant'Agostino vede il tempo come un'estensione dell'anima, lineare e con un punto d'arrivo coincidente con la fine del mondo. Contrariamente alla concezione ciclica antica, il tempo è soggettivo e legato alla coscienza umana.

  7. In che modo Sant'Agostino si distacca dal manicheismo?
  8. Sant'Agostino si distacca dal manicheismo perché non accetta l'idea di un eterno scontro tra bene e male, che metterebbe in discussione l'incorruttibilità di Dio. Per lui, Dio è il sommo bene e il male è solo una privazione del bene.

  9. Qual è la teoria dell'illuminazione di Sant'Agostino?
  10. La teoria dell'illuminazione di Sant'Agostino afferma che l'uomo riceve la verità da Dio, che illumina la mente umana come una vivida luce, permettendole di apprendere. Cristo è visto come il Maestro interiore e la fonte della capacità conoscitiva umana.

Domande e risposte

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