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Concetti Chiave

  • Agostino, originario di Tagaste, è un filosofo cristiano noto per le "Confessioni" e "La città di Dio", con un percorso di vita che lo porta dal manicheismo al cristianesimo.
  • Il pensiero di Agostino si concentra sull'introspezione e la relazione tra l'anima e Dio, evidenziando l'importanza della conoscenza interiore per comprendere il divino.
  • Agostino vede fede e ragione come complementari, sostenendo che credere porta alla comprensione e che capire rafforza la fede, una base per la filosofia e la psicanalisi moderna.
  • La teoria dell'illuminazione di Agostino descrive come Dio trasmette la verità eterna alla mente umana, permettendo la conoscenza attraverso una luce divina interiore.
  • Agostino attribuisce a Dio gli attributi di essere, verità e amore, evidenziando che l'amore divino si manifesta a chi cerca la verità e l'amore, portandolo verso Dio e gli altri.

Indice

  1. Infanzia e formazione di Agostino
  2. Conversione e influenze filosofiche
  3. Ritorno in Africa e opere principali
  4. Filosofia dell'anima e di Dio
  5. Fede e ragione secondo Agostino
  6. Introspezione e psicanalisi moderna
  7. Il dubbio e la verità
  8. Dottrina dell'illuminazione
  9. Ontologia e attributi di Dio

Infanzia e formazione di Agostino

Agostino nasce a Tagaste nel 354 d. C., da padre pagano e madre cristiana. Egli coltiva gli studi classici, e in modo particolare si focalizza sulla grammatica. Nella sua opera più importante, le “Confessioni”, volge una sorta di critica a se stesso per la sua vita dispersa e disordinata.

Conversione e influenze filosofiche

Agostino inizia a rivolgere il suo interesse per la filosofia in seguito alla lettura dell’Ortensio di Cicerone, opera andata perduta.

Nel 374 aderisce alla setta dei manichei, per poi rendersi conto, focalizzandosi anche sugli scritti di Aristotele, dei dubbi che il manicheismo portava con sé, dubbi che nemmeno il più famoso manicheo dei suoi tempi riusciva a risolvere.

A 29 anni Agostino si sposta a Roma, dove insegna retorica.

Dopo un anno si trasferisce a Milano, e qui il vescovo Ambrogio sarà determinante per lui e per la maturazione del suo pensiero. Avvicinandosi anche al neoplatonismo e a Plotino, Agostino comprende il suo definitivo orientamento.

Ritorno in Africa e opere principali

Nel 386 si ritira dall’insegnamento in una villa nei pressi di Milano.

Nel 387 Agostino viene battezzato da Ambrogio e comprende che deve tramandare la sapienza cristiana anche nella sua patria. Ma nei giorni prossimi al viaggio di ritorno in Africa, sua madre Monica, la quale lo aveva seguito in tutti i suoi spostamenti da Roma a Milano e alla quale Agostino era molto legato, muore.

Agostino, infine, dopo essere stato ordinato prete a Tagaste, muore nel 430.

Le opere principali del filosofo cristiano sono le Confessioni e La città di Dio.

Filosofia dell'anima e di Dio

Per la prima volta nella storia della filosofia, emerge in maniera così dirompente il rapporto tra l’uomo e se stesso. Agostino dichiara infatti di non voler conoscere altro che l’anima e Dio.

L’anima, secondo Agostino, rappresenta l’uomo interiore nella verità della sua natura, mentre Dio è trascendenza, è l’essere a cui non si può attingere attraverso la realtà sensibile, ma attraverso un’esperienza interiore; conoscere l’anima, dunque, significa anche conoscere Dio.

Vi sono analogie tra il pensiero agostiniano e il pensiero platonico, in quanto il filosofo cristiano effettua vari richiami a Plotino nelle sue opere. Nonostante le analogie, una differenza sostanziale tra platonismo e Agostino è che se secondo i platonici l’atteggiamento dell’introspezione era un privilegio del saggio, secondo Agostino può essere fatto proprio da ogni uomo.

Fede e ragione secondo Agostino

Per Agostino, conoscere Dio equivale a conoscere l’anima. Da qui si intende come fede e ragione siano due facce della stessa medaglia. Esiste un forte rapporto tra fede e ragione, rapporto sintetizzato dalle due proposizioni “Crede ut intelligas” (credi per capire) e “Intellige ut credas” (capisci per credere). Con la prima frase, Agostino ci dice che per fare filosofia e per ragionare abbiamo bisogno di credere e di avere fede, in quanto il punto di partenza della filosofia è dato da una serie di principi di cui non si può dubitare. Con la seconda frase, invece, ci dice che per credere (esperienza data dalla fede) abbiamo bisogno di capire, e per capire non si intende l’accogliere determinate conoscenze, ma il filosofare in senso lato.

Introspezione e psicanalisi moderna

Agostino si strugge, e questo struggimento viene a galla in modo particolare nelle “Confessioni”, in quanto egli si sente meno nell’adempimento dei propri doveri . È qui che Agostino cerca di esplicitare a se stesso il suo rapporto con Dio, attraverso una forte introspezione e capacità di analisi interiore. Agostino viene ripreso costantemente nella filosofia moderna perché ha fornito le fondamenta per la costruzione analitica e rigorosa della psicanalisi. Il suo filosofare riguardo Dio e l’anima, dunque, è interpretabile come una sorta di moderno flusso di coscienza.

Agostino, pur ereditando molto dagli scettici , ne ricava una ferma e aspra critica.

Il dubbio e la verità

Il dubbio, secondo Agostino, è lo strumento tramite il quale si arriva alla verità, e prima di essere un atteggiamento filosofico, è un atteggiamento intellettuale. Ma non si può dubitare di tutto. Anche secondo Agostino, infatti, ci sono dei principi (da cui si snoda ad esempio la conoscenza) di cui non si può dubitare, e ci fornisce un pratico esempio: la nostra esistenza è indubitabile, in quanto, anche se ne dubitiamo e ci inganniamo su di essa, dobbiamo per forza esistere. Il dubbio inoltre contiene già un po’ di verità, in quanto se si dubita di una cosa, necessariamente e allo stesso tempo si considera veritiera un’altra cosa. Dire “il dubbio contiene verità”, però, non è la stessa cosa che dire “l’umano è verità”, in quanto la verità, essendo perfetta, non cerca se stessa. La verità, dunque, non può essere che Dio.

Dottrina dell'illuminazione

Non essendo l’uomo verità, e non possedendola, essa gli viene tramandata da Dio secondo la dottrina agostiniana dell’illuminazione. Tale dottrina prevede l’intervento di Dio, verità immutabile e sede dei modelli eterni (le idee), a illuminare la mente dell’uomo, fornendole i criteri di giudizio (le idee) che gli permetteranno di conoscere e di attingere alla verità. La verità, dunque, non è la ragione, in quanto la ragione è umana, ma è la legge della ragione. Se la ragione è superiore alle cose che giudica, la legge della ragione è ancora superiore alla ragione, e non può appartenere che a Dio. La verità non si trova nelle cose giudicate, ma nella luce divina nell’uomo che le giudica. Secondo Agostino, il rinchiudersi nella propria interiorità permette di aprirsi a Dio. Nonostante l’apertura verso Dio e l’introspezione, l’uomo non riuscirà mai a comprendere pienamente la verità, in quanto Dio trascende l’uomo.

Nonostante l’accessibilità di tale dottrina a qualunque essere umano (e non solo ai credenti), se l’ateo riconosce semplicemente la verità, il credente riconosce il fondamento di tale verità in Dio, ed è questo che lo distingue dagli altri uomini. Agostino, inoltre, propone un lavoro sinergico tra sensazioni e ragione. Noi siamo umani, ed essendo umani conosciamo la realtà che ci circonda tramite sensazioni, che solo la ragione associa e giudica con criteri assoluti (dettati da Dio). L’illuminazione avviene anche negli atei, in quanto la realtà è oggettiva per tutti, ma il credente riconosce il fondamento della verità in Dio.

Ontologia e attributi di Dio

Per quanto riguarda l’ontologia, Agostino riconosce 2 tipi di essere: i corpi e la natura. I corpi raggruppano le entità fisiche poste nello spazio e nel tempo, mentre la natura comprende tutto il creato, e in quanto tale, comprende sia le cose corporee che incorporee e spirituali. La nozione di “sostanza” viene utilizzata da Agostino per rivolgersi sia ai corpi che alla natura, indistintamente, mentre utilizza la nozione di “essenza” per indicare Dio, in quanto egli è sostanza solo in senso improprio. La sostanza viene infatti creata, e per esistere deve appoggiarsi a qualcosa; Dio non ne ha bisogno ed è dunque essenza, oltre ad essere l’essere sommo.

I 3 attributi fondamentali di Dio sono: essere, verità e amore.

I primi due vengono spiegati con l’identificazione agostiniana della verità con Dio, cercata nella nostra coscienza.

Il terzo attributo viene invece spiegato con la concretizzazione della ricerca di Dio. Egli è infatti amore, e come si rivela sotto forma di verità soltanto a chi cerca la verità, si rivela sotto forma di amore soltanto a chi cerca l’amore e ne fa un bisogno. L’amore divino (o lo Spirito Santo) è la condizione che porta l’uomo non solo verso se stesso e verso Dio, ma anche verso l’altro uomo. Amare l’altro uomo, dunque, significa amare Dio, e quindi amare l’amore.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza del rapporto tra ragione e fede nel pensiero di Agostino?
  2. Agostino vede ragione e fede come due facce della stessa medaglia, sintetizzate nelle proposizioni "Crede ut intelligas" e "Intellige ut credas", indicando che la fede è necessaria per comprendere e la comprensione è necessaria per credere.

  3. Come Agostino affronta il dubbio e lo scetticismo?
  4. Agostino utilizza il dubbio come strumento per arrivare alla verità, sostenendo che ci sono principi indubitabili, come la nostra esistenza, e che il dubbio stesso contiene un po' di verità.

  5. In che modo Agostino descrive la teoria dell'illuminazione?
  6. La teoria dell'illuminazione di Agostino prevede che Dio, come verità immutabile, illumini la mente umana fornendo i criteri di giudizio necessari per conoscere la verità, distinguendo il credente che riconosce Dio come fondamento della verità.

  7. Quali sono i principali attributi di Dio secondo Agostino?
  8. I tre attributi fondamentali di Dio secondo Agostino sono essere, verità e amore, con l'amore divino che guida l'uomo verso se stesso, Dio e gli altri uomini.

  9. Come Agostino distingue tra sostanza ed essenza?
  10. Agostino utilizza "sostanza" per riferirsi a corpi e natura, mentre "essenza" si riferisce a Dio, che non ha bisogno di appoggiarsi a nulla per esistere, essendo l'essere sommo.

Domande e risposte

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