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Concetti Chiave

  • Aristotele identifica la felicità (eudaimonia) come il bene supremo, collegando la virtù alla felicità umana, sia individualmente che collettivamente.
  • Contrariamente a Platone, Aristotele sostiene che la conoscenza teorica del bene non basta per agire virtuosamente; è necessario desiderare e volere il bene.
  • La saggezza, per Aristotele, deriva dall'esercizio pratico e dall'emulazione di individui saggi, non solo dallo studio teorico.
  • In politica, Aristotele preferisce il governo delle persone sagge piuttosto che dei filosofi, sottolineando che la saggezza pratica è più importante della semplice conoscenza teorica.
  • Aristotele critica l'idealismo platonico, proponendo che la migliore costituzione politica è quella che si adatta alle specificità di ogni città, promuovendo la vita virtuosa dei cittadini.

Indice

  1. La felicità secondo Aristotele
  2. Saggezza e virtù pratica
  3. Critica all'intellettualismo politico

La felicità secondo Aristotele

La filosofia aristotelica diverge significativamente da quella platonica anche riguardo l'etica. ln primo luogo, per Aristotele lo scopo per cui agiamo moralmente — il bene supremo — è qualcosa di terreno e di accessibile all'uomo, inteso come singolo e come collettività: è cioè la felici (eudaimonia). Dunque, essere virtuosi è lo stesso che essere felici e la virtù coincide con la felicità.

Saggezza e virtù pratica

In secondo luogo, Aristotele nega che la conoscenza del bene di ciò che ci rende felici — sia una condizione Sufficiente per fare il bene (cioè agire virtuosamente ed essere felici). Per agire bene è infatti indispensabile desiderare il bene, volere il bene. In questo, Aristo-tele si allontana dall'intellettualismo etico di Socrate e Platone. Ne consegue una marcata distinzione tra sapienza e scienza (che sono conoscenze puramente teoriche) e saggezza (che significa saper agire bene, sapersi condurre virtuosamente in ogni situazione). Alla saggezza e alla virtù, per Aristotele, non si può pervenire attraverso uno studio teorico, ma solo attraverso l'esercizio pratico e, soprattutto, guardando all'esempio di chi è (già) saggio.

Critica all'intellettualismo politico

In campo politico ritroviamo la critica all'intellettualismo etico e all'idealismo anti-naturalistico di Platone. Quanto al primo aspetto, anche Aristotele ricerca la costituzione migliore; per lui, però, non è tale quella che mette il governo in mano ai filosofi: questi infatti conoscono certamente molte cose, ma per governare — questa è l'idea di Aristotele — è importante essere saggi, e non sapienti. Aristotele chiarisce la distinzione con esempi concreti: Pericle, che era un buon politico, guidò Atene con saggezza, ma non era un sapiente. Talete, Anassagora e lo stesso Socrate erano invece filosofi molto sapienti, ma non per questo avrebbero saputo reggere con saggezza e lungimiranza le sorti di una grande polis, quale era Atene nel V secolo a.C. Quanto al secondo aspetto — la critica all'idealismo espresso nella Repubblica platonica —, Aristotele ritiene che la costituzione migliore non possa coincidere con una costruzione astrattamente perfetta, ma irrealizzabile in pratica; ottima, per lui, è la costituzione che promuove effettivamente la vita virtuosa e dunque felice dei cittadini, adattandosi ai caratteri specifici (storici, demografici, culturali) di ciascuna città, alla sua particolare natura. La polis e l'autorità politica, del resto, si fondano per Aristotele sulla natura sociale dell'uomo, ma questa naturale socialità umana si esprime in forme almeno in parte differenti nelle diverse comunità cittadine.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza principale tra l'etica di Aristotele e quella di Platone?
  2. Aristotele ritiene che la felicità (eudaimonia) sia il bene supremo accessibile all'uomo e che la virtù coincida con la felicità, mentre Platone enfatizza la conoscenza del bene come sufficiente per agire virtuosamente.

  3. Perché Aristotele critica l'idea di un governo guidato dai filosofi?
  4. Aristotele sostiene che per governare è importante essere saggi, non solo sapienti, e cita esempi come Pericle, che guidò Atene con saggezza senza essere un filosofo sapiente.

  5. Come vede Aristotele la costituzione migliore per una città?
  6. Aristotele crede che la costituzione migliore sia quella che promuove la vita virtuosa e felice dei cittadini, adattandosi alle caratteristiche specifiche di ciascuna città, piuttosto che essere una costruzione astrattamente perfetta.

Domande e risposte

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