Concetti Chiave
- Agostino d'Ippona è una figura centrale nella trasformazione culturale dell'Impero Romano, da religione perseguitata a ufficiale.
- Platonismo e personalismo: Agostino fonde filosofia platonica e teologia cristiana, concependo Dio come realtà personale e spirituale.
- Fede e ragione: Agostino sostiene che la fede e la ragione si completano a vicenda nella ricerca della felicità e della verità.
- Conoscenza e illuminazione: Agostino introduce la dottrina dell'illuminazione divina come fondamento della conoscenza umana.
- Tempo e memoria: Agostino esplora il tempo come dimensione soggettiva legata all'anima, con passato, presente e futuro presenti nell'animo.
Indice
Agostino d'Ippona
Agostino fu retore, filosofo e dottore della chiesa romana cattolica. è il massimo rappresentante della complessa trasformazione culturale che attraversò l'impero romano tra il IV e V secolo. Il cristianesimo passò da religione perseguitata a religione ufficiale dell'impero. Il sacco di Roma nel 410 rappresentò un evento simbolico che fu da molti percepito come la fine di un'epoca. Il suo libro più famoso le confessioni è anche un'autobiografia attraverso cui si possono ricostruire le vicende della sua esistenza. Le confessioni sono una sorta di lungo poema in prosa in cui Agostino si rivolge a Dio usando la preghiera come esempio concreto del modo in cui l'anima individuale può redimersi uscendo dal peccato ed elevarsi a Dio.Agostino nacque nell'Africa Romana nel 354, quasi tutta la sua esistenza si svolse in Africa. Eccelse nella retorica e nello studio dei classici latini soprattutto di Cicerone, egli fu conquistato da un suo dialogo l'ortensio dove Cicerone esortava la filosofia. Un episodio occupa un ruolo chiave nel racconto della sua giovinezza nelle confessioni: quando era un ragazzo rubò delle pere insieme ai suoi amici solo per il gusto di infrangere la legge. Quest'azione si rivelò la situazione della sua anima immersa nel peccato. Nella prima fase della sua vita intellettuale si avvicinò al manicheismo, setta religiosa di origine Persiana. Essa fondeva il cristianesimo con dottrine religiose orientali e sosteneva l'idea che ci fosse una lotta perenne tra due principi uno positivo e uno negativo: da un lato il bene dall'altro il male. Per loro ciò che è spirituale si opponeva a ciò che è materiale. Agostino rimase legato ai manichei per circa 10 anni. Agostino lasciò l'Africa per soli 5 anni, arrivò a Roma per poi ottenere la nomina di insegnate di retorica a Milano. A Milano nel 384 l'ansia vita attraversò una crisi decisiva. Ascoltò i discorsi del vescovo Ambrogio il quale rivelò a Agostino il vero contenuto dell'antico testamento. In questo modo si compì il definitivo distacco dai manichei e l'avvicinamento al cristianesimo. A Milano si convertì al cristianesimo.
Dal punto di vista filosofico egli aderì al platonismo grazie all'influenza degli scritti di Plotino. La lettura dei neoplatonici permise ad Agostino di affrontare con successo le due questioni principali sollevate dai manichei: il dualismo e l'origine del male. Agostino arrivò a concepire Dio come una realtà spirituale. Il problema del male era affrontato facendo riferimento all’imperfezione delle creature. Tra i cristiani si sosteneva la tesi che Platone avesse importato in Grecia la sapienza di Mosè conosciuta al tempo in cui aveva viaggiato in Egitto dopo la morte di Socrate. È la cosiddetta teoria del sacro furto che rendeva possibile l'annessione della filosofia alla sapienza dei cristiani. Dopo la conversione abbandonò Milano e si ritirò in Brianza. Dalle discussioni con amici e discepoli innacquero le sue prime opere filosofiche: i dialoghi.
Dopo il battesimo tornò in Africa, durante il viaggio sua madre morì e ne descrisse gli ultimi momenti in una pagina famosissima nella quale sono fusi i caratteri dell'estasi mistica cristiana con quelli dell’ascesi neoplatonica. Nel 391 fu ordinato sacerdote, la sua vita continuò ad ippona dove fu vescovo dal 395. Fu interprete delle scritture. Nell'ultima parte della sua vita fu impegnato nella polemica contro il monaco Pelagio. Agostino trovò il tempo di redigere i suoi capolavori filosofici e teologici: le confessioni, la Trinità, la città di dio.
Agostino morì il 28 agosto 430.
Credere e capire
I due aspetti non sono in opposizione per Agostino ai suoi occhi l'uno completi l'altro o che la comprensione razionale sia il naturale completamento della fede. Agostino non traccia un netto confine tra filosofia e teologia. Il fine della filosofia è la ricerca della felicità e questa non può che culminare in Dio. Se la fede indica la via per ottenere le risposte ultime sulla salvezza dell'uomo la ragione aiuta a chiarirne i contenuti. Nello scritto l'ordine appare fiducioso nella compatibilità e armonia reciproche tra fede e filosofia. Quando ci si trova di fronte a questioni oscure due sono le strade che è possibile seguire: l'oscurità e la ragione, le due vie conducono alla medesima meta. Nei soliloqui esprime questa posizione con la personificazione della ragione. La menzione dell'anima rinvia ad un tema ben noto del pensiero platonico: l'anima è principio di vita, azione e conoscenza. Per Agostino l'anima è molto più di questo è un'anima personale, peccatrice in cerca di salvezza.Per Agostino la filosofia coincide con la ricerca della felicità e trova il suo compimento solo in Dio. Per questo motivo si confronta ripetutamente con la posizione degli scettici. La sua critica dello scetticismo non vuole solo stabilire la possibilità della conoscenza ma ha un ben preciso valore morale: Agostino attacca lo scetticismo perché lo ritiene un ostacolo verso il conseguimento della felicità. Contro gli scettici fornisce vari argomenti, per Agostino è possibile sbagliare nella conoscenza ma proprio l'errore è garanzia che chi sbaglia esiste. Chi non esiste non può essere ingannato. Questo significa che almeno su un punto certamente non sbaglio: la mia esistenza.
Platonismo e Dio personale
Per Agostino dio è oggetto della filosofia, per Plotino il principio superiore ad ogni cosa è l'uno. L'uno non ha nessun carattere personale è posto al vertice di tutto con rigorosi argomenti razionali, il dio di agostino è personale e rivelato. La filosofia dei platonici è tutta costruita in terza persona si parla di dio e dell'anima come oggetto di riflessione razionale. Per Agostino la filosofia si costruisce con la prima persona dell'anima in cerca di Dio e con la seconda persona del dio personale costantemente ricercato ed invocato. Agostino è debitore verso la filosofia platonica per la teoria delle idee. In dio risiedono le idee, i modelli originari di tutte le realtà. Agostino difende l'idea che la creazione sia un atto reale di Dio che produce il mondo dal nulla. L'attività di Dio è caratterizzata dalla volontà. Agostino combina la concezione di Dio come principio immateriale e separato dai corpi con gli aspetti tipici del Dio personale della tradizione biblica: la volontà, la giustizia e la presenza nella storia umana nella forma della provvidenza.
Conoscenza e volontà
Per quanto riguarda il problema della conoscenza, Agostino è vicino al platonismo su due punti. Da un lato l'insistenza sul carattere attivo e spontaneo della conoscenza in tutte le sue forme. La sensazione è una forma di attività dell'anima. Dall'esperienza diretta del mondo esterno dipende anche il linguaggio perché le parole sono segni che rimandano alle cose. Ci si scontra subito con un'obiezione: io imparò anche cose che non vedo e non percepisco. Per risolvere questo problema Agostino ricorre alla dottrina dell'illuminazione. Dio svolge un ruolo attivo nella conoscenza umana e illumina la mente degli individui in modo tale che si possano cogliere quelle verità immutabili che non potrebbero essere ricavate dall'esperienza sensibile e che sono presenti nella mente di Dio come idee. L'illuminazione è la versione cristiana della reminiscenza platonica. Dio è il garante di tutte le verità che sono accessibili all'uomo. La verità di ogni conoscenza si fonda sul rapporto intimo che ciascuno ha con dio.Per i filosofi antichi l'anima è il principio di vita. Agostino riprende e fa propria questa concezione e stabilisce una gerarchia tra cose che esistono soltanto, cose che esistono e sono vive, cose che esistono, sono vive e possiedono comprensione razionale.
Per Agostino la ragione è ciò che distingue l'essere umano dalle altre creature. La ragione è l'elemento più importante per spiegare l'azione umana.
Nell'opera il libero arbitrio pone l'accento sulla volontà. Le nostre azioni sono libere perché dipendono da una facoltà spontanea, la volontà che ci permette di compierle o meno : solo perché possediamo la volontà noi siamo moralmente responsabili delle nostre azioni. La volontà è l'elemento centrale per comprendere la filosofia di agostino. Uno dei problemi di questa dottrina è la conoscenza anticipata che Dio ha di tutti gli eventi e la libertà delle azioni. Nel libero arbitrio offre una soluzione: Dio conosce in anticipo anche la nostra volontà. Il tema della volontà si intreccia con il male. Agostino vede il male come l'effetto della degradazione della realtà dai primi principi, il male è solo una privazione, una mancanza.
Le Confessioni
La prima parte dell'opera è dedicata alla descrizione della vicenda esemplare dell'anima che trova in se stessa Dio. Nella seconda parte abbandona la narrazione della sua vita e passa a temi più generali. Per prima cosa si sofferma sulla memoria e sul tempo infine dedica lunghe sezioni al commento dei primi capitoli del genesi. Le sezioni dedicate alla memoria e al tempo sono tra le più famose. Da un lato Agostino fornisce analisi innovative e profonde della mente umana e della percezione del tempo, dall'altro la ricerca sull'anima conduce al dio personale del cristianesimo che è presente all'interiorità dell'uomo più ancora di quanto l'uomo sia presente in se stesso. La memoria ,per plotino, ha un ruolo centrale attraverso la quale siamo capaci di trattenere in noi ciò che abbiamo percepito, può riportare alla nostra coscienza il ricordo delle idee innato nella nostra anima. Agostino descrive la memoria come una capacità meravigliosa dell'anima. Attraverso la memoria l'anima può rendere prendente ogni cosa e diventa presente a se stessa. La memoria è un percorso dell'anima dentro se stessa. Al culmine di questo percorso l'anima trova dio.Per Plotino la memoria non è il vertice delle nostre capacità conoscitive, per Agostino l'anima delle creature è indissolubilmente legata al tempo. La memoria definisce la misura del nostro stesso pensiero. Agostino insiste sulla dimensione affettiva della memoria
La creazione e il tempo
Non c'è un tempo prima della creazione, Dio è eterno e fuori del tempo: l'eternità di dio non è un tempo che dura all'infinito ma una dimensione estranea alla durata. Che cos'è il tempo? Il passato non esiste più, il futuro non esiste ancora mentre il presente se ne va subito nel passato. Nelle confessioni ad Agostino interessa la dimensione soggettiva del tempo legata all'anima dell'individuo. Il tempo è svincolato dal cambiamento e dal movimento dei corpi. Esso esiste ed è misurabile in un luogo dove anche il passato ed il futuro sono presenti e il presente stesso ha una qualche stabilità. Questo luogo è l'animo. Nell'animo sono presenti passato presente e futuro, il tempo è riportato a una tensione dell'animo. Nell'animo il passato esiste nella forma del ricordo, il futuro in quella dell'attesa mentre il presente nella forma dell'attenzione.
La trinità e la città di Dio
Nella Trinità egli cerca di indagare la natura della Trinità divina. Il suo scopo è difendere l'ortodossia cattolica sancita nel concilio di Nicea: vi è un solo Dio in tre persone di uguale natura o sostanza. Per questo motivo Agostino confuta l'eresia ariana per il quale solo il padre può considerarsi davvero dio e dunque non è generato e non creato, eterno ed immutabile. Il figlio sarebbe solo un intermediario tra dio e il mondo e suo strumento nella creazione. Nella città di dio Agostino propone una nuova visione della storia. Il pensiero che vi è espresso è profondamente radicato nell'antichità greca e latina. In questi libri emerge una visione negativa dell'uomo e delle sue capacità. Agostino considera gli esseri umani compromessi dal peccato originale e incapaci di elevarsi a Dio con le sole capacità intellettuali e morali. Nella Trinità Agostino afferma che il peccato ha corrotto le nostre menti e noi non potremo mai davvero comprendere la dottrina della Trinità in questa vita. Il suo scopo non è tanto conoscere la Trinità ma offrire qualche traccia che conduca a una comprensione di essa. Noi non possiamo contemplare direttamente il mistero della Trinità ma possiamo cogliere alcuni riflessi o immagini della Trinità nelle creature e nell'animo umano. Nell'anima la mente, conoscenza e amore formano una triade inscindibile, sono tre sostanze l’una nell'altra.
Il peccato e la grazia
La posizione pelagiana consisteva nel ritenere che gli uomini potessero raggiungere la salvezza in virtù delle proprie capacità mantenendo una specie di autonomia rispetto al dono della grazia divina. Agostino affida alle capacità razionali dell'uomo e alla sua volontà il compito di emanciparlo dal peccato convertendolo a Dio. Questa tesi però viene abbandonata a favore della concezione della grazia. Per Agostino ciascuno è destinato alla salvezza o alla dannazione. Gli effetti del peccato originale sono così disastrosi che la volontà umana è libera solo di peccare. Gli esseri umani sono una massa di dannati e dio ha prescelto un piccolo numero di uomini destinati alla salvezza. A loro dio ha donato la grazia, per Agostino anche tutti i bambini non battezzati sono destinati alla dannazione.Domande da interrogazione
- Chi è Agostino d'Ippona?
- Qual è il libro più famoso di Agostino?
- Qual è la posizione di Agostino sulla relazione tra fede e ragione?
- Qual è la concezione di Agostino su Dio?
- Qual è la posizione di Agostino sul tempo?
Agostino d'Ippona è stato un retore, filosofo e dottore della chiesa romana cattolica, considerato il massimo rappresentante della complessa trasformazione culturale dell'impero romano tra il IV e V secolo.
Il libro più famoso di Agostino è "Le Confessioni", che è anche un'autobiografia attraverso cui si possono ricostruire le vicende della sua esistenza.
Agostino non traccia un netto confine tra filosofia e teologia e ritiene che la fede e la ragione si completino a vicenda. La fede indica la via per ottenere le risposte ultime sulla salvezza dell'uomo, mentre la ragione aiuta a chiarirne i contenuti.
Agostino concepisce Dio come una realtà spirituale e personale, a differenza del platonismo che lo considera come un principio superiore senza carattere personale. Agostino difende l'idea che la creazione sia un atto reale di Dio e che egli sia presente nella storia umana attraverso la provvidenza.
Agostino sostiene che il tempo sia una dimensione soggettiva legata all'anima dell'individuo. Il tempo esiste nell'animo, dove passato, presente e futuro sono presenti contemporaneamente. Agostino analizza anche la percezione del tempo e la sua relazione con la memoria.