Concetti Chiave
- La teoria marginalista in economia indica che il beneficio aggiuntivo di un incremento di reddito è maggiore per chi ha meno risorse.
- Un aumento di reddito produce un benessere inferiore per chi già possiede maggiori risorse rispetto a chi ha un reddito minore.
- Il sistema tributario italiano è orientato a criteri di progressività, ma non tutti i tributi sono perequativi, come l'IVA.
- L'IVA può avere effetti regressivi, imponendo un maggior sacrificio a chi ha un reddito minore.
- John Rawls ha sottolineato l'importanza di un accordo sui criteri per una equa distribuzione dei beni essenziali.
Teoria marginalista e reddito
In ambito economico, la teoria marginalista sostiene che l’ammontare del reddito e l’incremento del benessere sono due concetti inversamente proporzionali.
Consideriamo due soggetti, dei quali uno ha reddito pari a 10, l’altro pari a 100. Ipotizziamo di aggiungere un identico incremento a entrambi i redditi: l’utilità che il soggetto 1 ricava dall’incremento del reddito è maggiore rispetto a quella guadagnata dal soggetto 2.
In sostanza, l’aggiunta di un’unità di misura al reddito provoca un benessere che diminuisce con l’aumentare del reddito: per chi ha poco, anche un minimo aumento di reddito è indispensabile; viceversa, chi è economicamente più avvantaggiato ricava un benessere inferiore da una minima aggiunta reddituale. Allo stesso modo, il decremento del reddito produce una diminuzione del benessere inversamente proporzionale alla capacità reddituale di ciascun contribuente.
Progressività e imposte
L’art. 53 Cost. stabilisce che «il sistema tributario è orientato a criteri di progressività». Ciò vuol dire che non tutti i tributi devono essere necessariamente imposti su base perequativa. Un esempio è costituito dall’imposta sul valore aggiunto (iva), il cui ammontare è calcolato in base al valore del bene acquistato, dunque non tiene conto di differenziazioni fondate sul reddito.
Effetti della regressività
I tributi che, come l’iva, non sono imposti in maniera perequativa, possono generare effetti di regressività: essi, infatti, impongono un sacrificio maggiore a chi dispone di un reddito minore rispetto a chi possiede maggiori risorse.
Stabilire le modalità tramite cui la redistribuzione tributaria deve essere realizzata non è facile. In questo ambito è stato fondamentale l’intervento del giurista americano John Rawls, che nel XX secolo ha scritto il libro «teoria come giustizia», in cui ha evidenziato la necessità di dar vita a un comune accordo sui criteri della equa distribuzione dei beni essenziali.
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto principale della teoria marginalista riguardo al reddito e al benessere?
- Cosa stabilisce l'articolo 53 della Costituzione riguardo al sistema tributario?
- Quali sono gli effetti della regressività nei tributi come l'IVA?
La teoria marginalista afferma che l'incremento del benessere derivante da un aumento del reddito è inversamente proporzionale al livello di reddito già posseduto. In altre parole, chi ha un reddito minore trae maggiore utilità da un incremento rispetto a chi ha un reddito più alto.
L'articolo 53 della Costituzione stabilisce che il sistema tributario deve essere orientato a criteri di progressività, il che significa che non tutti i tributi devono essere imposti su base perequativa, come dimostrato dall'IVA che è calcolata in base al valore del bene acquistato.
I tributi non perequativi come l'IVA possono generare effetti di regressività, imponendo un sacrificio maggiore a chi ha un reddito minore rispetto a chi ha maggiori risorse. Questo solleva la questione della redistribuzione equa, come discusso da John Rawls nella sua opera sulla giustizia.