Concetti Chiave
- L'IRPEF rimane un tributo generale, ma una parte ridotta del suo gettito può essere destinata su base volontaria a scopi specifici.
- Sono possibili tributi di scopo, come il canone RAI, che finanziano direttamente servizi pubblici specifici come la radiotelevisione.
- Gli Enti locali possono istituire imposte di scopo per finanziare opere pubbliche, servizi sociali o per gestire eventi particolari.
- La normativa italiana supporta l'istituzione di tributi locali mirati, come previsto dal D.Lgs. 23/2011 e dalla legge sul federalismo fiscale.
- I Comuni hanno il potere di stabilire tributi propri per finanziare progetti specifici, garantendo un uso vincolato delle entrate fiscali.
Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF)
La metodologia non trasforma l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) in una parziale tributo vincolato, dal momento che l’opzione per la destinazione è su base individuale del tutto facoltativa e volontaria e riguarda non il tributo in sé, che continua ad essere il principale strumento di finanziamento generale del bilancio dello Stato, ma una parte, quantitativamente ridotta, del suo gettito.
Ma in una prospettiva ancora più derogatoria del principio di unità, è possibile immaginare l’istituzione di veri e propri “tributi di scopo”, cioè entrate fiscali che hanno una destinazione specifica e vincolata di spesa.
La possibilità di istituire imposte di scopo è anche prevista per gli Enti locali (art. 6 D.Lgs. 23/2011 che rinvia all’art. 1 co. 145 della Legge finanziaria per il 2007, n. 296/2006). La legge (cfr. in particolare art. 12 co. 1 lett. e della L. 42/2009 sul federalismo fiscale) attribuisce ai Comuni il potere di stabilire e applicare uno o più tributi propri con riferimento al finanziamento di spese connesse alla realizzazione di particolari scopi, quali la realizzazione di opere pubbliche e di investimenti pluriennali nei servizi sociali ovvero il finanziamento degli oneri derivanti da eventi particolari quali flussi turistici e mobilità urbana.