Concetti Chiave
- I principali strumenti per gestire una crisi lavorativa includono il licenziamento collettivo e la riorganizzazione aziendale.
- Il trasferimento dell'azienda in crisi è regolato dal diritto comunitario e dalla legge italiana 428/1990.
- La normativa distingue tra strumenti che portano alla cessazione dell'attività e quelli che sospendono i lavoratori per recuperare produttività.
- Recenti modifiche al Codice della crisi e dell'insolvenza entreranno in vigore il 14 agosto 2020, aggiornando le procedure concorsuali.
- I contratti collettivi di solidarietà, introdotti negli anni '80, mirano a evitare i licenziamenti collettivi ma hanno avuto applicazione limitata.
Strumenti di gestione della crisi lavorativa
I due principali strumenti di gestione della crisi di lavoro sono il licenziamento collettivo e la riorganizzazione della struttura dell’impresa.
Fra gli strumenti di carattere generale uno dei più importanti è il trasferimento dell’azienda in crisi. Si tratta di una materia disciplinata in gran parte dal diritto comunitario.
La nostra disciplina di recepimento della direttiva europea, contenuta nella legge 428/1990, distingue due ipotesi: strumenti di crisi aziendale che determinano la cessazione dell’attività d’impresa e strumenti che determinano la mera sospensione dei lavoratori e un tentativo di recupero di produttività da parte dell’impresa.
Il legislatore ha avviato un nuovo percorso di aggiornamento della disciplina inerente la crisi di impresa.
Il trasferimento dell’azienda in crisi richiede una procedura complessa in virtù della quale, però, non è prevista la deroga completa di quanto disposto dall’articolo 2112 del Codice civile.
I contratti collettivi di solidarietà nacquero a metà degli anni ottanta dello scorso secolo. Già nel 1983, infatti, il legislatore aveva previsto la possibilità per le imprese in crisi di stipulare dei contratti collettivi aziendali finalizzati ad evitare i licenziamenti collettivi. Il contratto di solidarietà congiunturale ha trovato applicazione in maniera abbastanza limitata; viceversa, il contratto di solidarietà espansivo non ha ottenuto il minimo riconoscimento pratico.