francesca.cavotta
Ominide
2 min. di lettura
Vota 4 / 5

Concetti Chiave

  • Il rapporto di lavoro può essere temporaneamente sospeso per eventi come matrimonio, gravidanza o malattia, mantenendo il diritto al posto e alla retribuzione.
  • La cessazione definitiva del lavoro avviene per pensionamento, morte, dimissioni o licenziamento, tra altri motivi.
  • Il licenziamento individuale può essere per giusta causa o giustificato motivo, con specifiche condizioni e conseguenze.
  • Dal 2017, i lavoratori licenziati non accedono più alle liste di mobilità, ma ricevono l'indennità Naspi.
  • Il licenziamento è nullo se avviene per motivi discriminatori e in tal caso il lavoratore ha diritto a essere reintegrato.

La legge e i contratti collettivi prevedono i casi nei quali il rapporto di lavoro è temporaneamente sospeso, ma il lavoratore conserva il diritto al posto di lavoro e alla retribuzione, pagata dal datore di lavoro o da un ente previdenziale. Ciò avviene ad esempio in caso di matrimonio, gravidanza, puerperio, malattia, infortunio o elezione del lavoratore a una carica pubblica. Le stesse fonti prevedono anche i casi di cessazione definitiva del rapporto di lavoro.

Ciò avviene ad esempio per il pensionamento del lavoratore, per la scadenza prevista nel contratto a tempo determinato, per morte del lavoratore, per dimissioni del lavoratore, per licenziamento da parte del datore di lavoro o per volontà di entrambi i contraenti.
In particolare, il licenziamento può essere individuale o collettivo. Il licenziamento individuale può essere per giusta causa, quando succede qualcosa di talmente grave da non consentire la prosecuzione nemmeno temporanea del rapporto di lavoro (ad esempio, il danneggiamento volontario dei beni aziendali da parte del lavoratore o il furto sul luogo di lavoro), o per giustificato motivo, che può essere soggettivo, se dovuto a un inadempimento del lavoratore (ad esempio frequenti assenze ingiustificate), od oggettivo, se dovuto a problemi legati all'attività di produzione (ad esempio una ristrutturazione dell'azienda che rende superfluo il lavoratore). In questo caso, mentre fino al 31 dicembre 2016 i lavoratori licenziati erano iscritti nelle liste di mobilità e avevano diritto alla priorità nella ricerca di un nuovo lavoro, dal 1° gennaio 2017 hanno diritto solo al pagamento di un'indennità economica chiamata Naspi. Il licenziamento deve essere comunicato al lavoratore in modo scritto e indicandone il motivo, altrimenti è inefficace. Può essere annullato se manca la giusta causa o il giustificato motivo, ma il giudice può assegnare al lavoratore solo una somma di denaro come indennizzo, senza restituirgli il posto di lavoro. E' nullo se avviene per motivi discriminatori (politici, religiosi e simili) e in questo caso il lavoratore ha diritto a tornare a lavorare. Il licenziamento è collettivo quando sono licenziati più lavoratori contemporaneamente per la cessazione o la riduzione dell'attività produttiva.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i casi in cui il rapporto di lavoro è temporaneamente sospeso ma il lavoratore mantiene il diritto al posto e alla retribuzione?
  2. Il rapporto di lavoro è temporaneamente sospeso in caso di matrimonio, gravidanza, puerperio, malattia, infortunio o elezione a una carica pubblica, mantenendo il diritto al posto e alla retribuzione.

  3. Quali sono le cause che possono portare alla cessazione definitiva del rapporto di lavoro?
  4. La cessazione definitiva del rapporto di lavoro può avvenire per pensionamento, scadenza del contratto a tempo determinato, morte, dimissioni, licenziamento o per volontà di entrambi i contraenti.

  5. Quali sono le differenze tra licenziamento individuale e collettivo?
  6. Il licenziamento individuale può essere per giusta causa o giustificato motivo, mentre il licenziamento collettivo avviene quando più lavoratori sono licenziati contemporaneamente per cessazione o riduzione dell'attività produttiva.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community