Concetti Chiave
- La sentenza n. 1 del 2014 della Corte costituzionale ha radicalmente modificato il sistema elettorale vigente, originato dalla legge del 2005.
- La Corte ha stabilito che non esiste un modello elettorale imposto dalla Costituzione, lasciando al Parlamento la scelta del sistema più idoneo.
- È stato dichiarato incostituzionale il premio di maggioranza per l'assenza di una soglia minima di voti, ritenuto irragionevole e sproporzionato.
- La sentenza sottolinea che le leggi elettorali devono rispettare i principi di ragionevolezza e proporzionalità, valutati dalla Corte costituzionale.
- Il sistema elettorale del 2005 ha prodotto risultati diversi nelle elezioni del 2006, 2008 e 2013, evidenziando problemi di rappresentanza democratica.
Indice
La sentenza della Corte costituzionale
Con la sentenza n. 1 del 2014 la Corte costituzionale incise radicalmente sull’allora vigente sistema elettorale, come modificato dalla l. 21 dicembre 2005, n. 270, giungendo a produrne uno diverso. Quella sentenza confermò che non esiste un modello di sistema elettorale imposto dalla Costituzione: il Parlamento può scegliere il sistema che ritiene più idoneo. Essa ritenne tuttavia che dall’ordinamento costituzionale si dovessero ricavare alcuni principi che vincolerebbero la discrezionalità legislativa in questa materia: anche rispetto alle leggi elettorali la Corte costituzionale può, e deve, valutare la ragionevolezza e la proporzionalità delle scelte compiute dal legislatore. La Corte giudicò la legge elettorale del 2005 manifestamente irragionevole e sproporzionata su due aspetti in particolare.
Critiche al premio di maggioranza
Innanzitutto, la sent. 1/2014 dichiarò l’incostituzionalità del premio di maggioranza a causa dell’assenza di una soglia minima di voti per competere alla sua assegnazione. Secondo la Corte, un siffatto meccanismo era «tale da produrre un’alterazione profonda della composizione della rappresentanza democratica»: se il legislatore decide per un sistema a base proporzionale non può poi tradire le legittime aspettative degli elettori con meccanismi che ne snaturino la logica di funzionamento.
Esiti delle elezioni con il sistema del 2005
Va detto che nelle tre elezioni in cui si era votato con questo sistema esso aveva dato luogo a esiti diversi: nel 2006, nel confronto fra due coalizioni molto ampie con dentro praticamente tutti i partiti, la coalizione vincente aveva ottenuto il 49,8% dei voti alla Camera, ma era riuscita a prevalere al Senato solo grazie ai seggi assegnati nella circoscrizione estero; nel 2008 si erano confrontate due coalizioni formate ciascuna da due soli partiti e la coalizione vincente alla Camera, col 46,8%, aveva prevalso nettamente anche al Senato; nel 2013, in un contesto non più bipolare ma tripolare, il premio alla Camera era stato vinto da una coalizione che aveva ottenuto il 29,5% (con un premio di ben 144 seggi), risultando solo maggioranza relativa al Senato.
Domande da interrogazione
- Quali furono i principali motivi per cui la Corte costituzionale dichiarò incostituzionale la legge elettorale del 2005?
- Come influenzò la sentenza 1/2014 il sistema elettorale italiano?
- Quali furono gli esiti delle elezioni svolte con il sistema elettorale del 2005?
La Corte costituzionale dichiarò incostituzionale la legge elettorale del 2005 principalmente per l'assenza di una soglia minima di voti per l'assegnazione del premio di maggioranza, ritenendo che ciò alterasse profondamente la rappresentanza democratica.
La sentenza 1/2014 influenzò il sistema elettorale italiano affermando che il Parlamento può scegliere il sistema elettorale, ma deve rispettare i principi di ragionevolezza e proporzionalità, limitando così la discrezionalità legislativa.
Gli esiti delle elezioni con il sistema del 2005 furono variabili: nel 2006 una coalizione vinse con il 49,8% dei voti, nel 2008 una coalizione vinse con il 46,8%, e nel 2013 una coalizione ottenne il premio con solo il 29,5% dei voti.