Concetti Chiave
- La prestazione impossibile non imputabile al debitore estingue l'obbligazione e può portare alla risoluzione del contratto.
- Se la prestazione è impossibile, la controprestazione diventa ingiustificata e deve essere restituita se già ricevuta.
- La risoluzione avviene di diritto e il giudice interviene solo se la controprestazione non viene restituita volontariamente.
- In caso di impossibilità parziale, il contratto non si risolve, ma la controparte può ottenere una riduzione della prestazione.
- La risoluzione richiede un evento sopraggiunto che renda impossibile l'adempimento per uno dei contraenti.
Risoluzione per impossibilità sopravvenuta della prestazione
Se la prestazione diviene impossibile per cause non imputabili al debitore l’obbligazione si estingue. Se la prestazione impossibile è parte di un contratto a prestazioni corrispettive, la controprestazione diventa a sua volta priva di ogni giustificazione. Ciò comporta la risoluzione del contratto.
La parte liberata dall’obbligazione per la sopravvenuta impossibilità della propria prestazione non può chiedere la controprestazione e, se l’ha già ricevuta, deve restituirla.
La risoluzione per impossibilità sopravvenuta della prestazione opera di diritto: il giudice è chiamato a intervenire solo se la parte che ha ricevuto la controprestazione si rifiuta di restituirla.
Se l’impossibilità ad eseguire la prestazione è solo parziale il contratto non si risolve, ma la controparte ha diritto ad una corrispondente diminuzione della prestazione dovuta. Inoltre, la controparte potrà anche recedere dal contratto (recesso per giusta causa) se non ha interesse a ricevere una prestazione parziale.
Si tratta, quindi, di una forma di risoluzione che deve necessariamente implicare il sopraggiungere di un evento che renda impossibile l’adempimento della prestazione per uno dei contraenti.
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