Concetti Chiave
- Il riparto proporzionale dei seggi in ambiti con pochi rappresentanti può favorire i partiti maggiori, simile a uno sbarramento elettorale.
- In sistemi con circoscrizioni piccole, i partiti con meno del 15-20% dei voti hanno scarse possibilità di ottenere seggi.
- I sistemi maggioritari sono spesso preferiti per garantire governabilità, ma possono ridurre la rappresentatività.
- Le formule proporzionali mirano a una rappresentatività fedele, ma rischiano di creare assemblee frammentate.
- L'efficacia di un sistema elettorale dipende dal contesto politico, come dimostra l'esperienza del Regno Unito con i governi di coalizione.
Indice
Effetti del riparto proporzionale
Se si applica il riparto proporzionale dei seggi ad ambiti territoriali dove si eleggono pochi rappresentanti, l’effetto può essere il medesimo di un forte sbarramento: per esempio, se i seggi da assegnare in una certa circoscrizione sono solo 5, è chiaro che chi ottiene meno del 15-20% dei voti ha pochissime possibilità di avere almeno un eletto. Ecco spiegato perché una formula proporzionale può produrre, se applicata appunto in circoscrizioni piccole, un notevole vantaggio per i partiti maggiori (e perciò un effetto poco proporzionale, come succede in Spagna, dove oltretutto la formula adottata non produce resti: non ci sono cioè voti non utilizzati nelle singole circoscrizioni da recuperare sul piano nazionale, come accadeva invece in Italia con la legge elettorale della Camera dei deputati in vigore fino al 1993).
Proporzionale vs maggioritario
In genere i fautori delle formule maggioritarie ritengono che queste favoriscano l’individuazione di un partito o una coalizione vincente e quindi di una maggioranza, dunque la governabilità, mentre secondo i critici ciò non avviene sempre e comunque avviene a spese della rappresentatività. Viceversa i fautori delle formule proporzionali ritengono che solo queste permettono la formazione di assemblee fedelmente rappresentative, mentre secondo i critici ciò si traduce in assemblee frammentate e incapaci di garantire il necessario sostegno al governo. In realtà molto dipende dal sistema partitico, dal numero di partiti che si presentano e dal carattere della competizione. Basti pensare al caso inglese: per decenni il sistema plurality con collegi uninominali ha prodotto maggioranze e governi formati da un solo partito, finché nel 2010 l’esito elettorale ha reso obbligata la formazione di un governo di coalizione, formato da due partiti e non da uno solo. Ma dal 2015 si è tornati al governo di un solo partito.
Ripartizione proporzionale dei seggi
In sostanza, la ripartizione proporzionale dei seggi, a seguito della votazione, è realizzata secondo modalità che dipendono dal sistema elettorale che è stato adoperato.
Domande da interrogazione
- Qual è l'effetto del riparto proporzionale dei seggi in circoscrizioni con pochi rappresentanti?
- Quali sono le opinioni contrastanti sui sistemi elettorali maggioritari e proporzionali?
- Come influisce il sistema partitico sull'efficacia dei sistemi elettorali?
In circoscrizioni con pochi rappresentanti, il riparto proporzionale dei seggi può avere un effetto simile a uno sbarramento elevato, favorendo i partiti maggiori e riducendo le possibilità per chi ottiene meno del 15-20% dei voti.
I sostenitori dei sistemi maggioritari credono che favoriscano la governabilità identificando un partito vincente, mentre i critici sostengono che ciò avviene a scapito della rappresentatività. Al contrario, i fautori dei sistemi proporzionali ritengono che garantiscano assemblee rappresentative, ma i critici li vedono come causa di frammentazione e instabilità.
L'efficacia dei sistemi elettorali dipende dal sistema partitico, dal numero di partiti e dalla natura della competizione. Ad esempio, il sistema inglese ha prodotto governi di un solo partito per decenni, ma nel 2010 ha portato a un governo di coalizione, dimostrando che i risultati possono variare.