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Riforma Cartabia in ambito della pena pecuniaria scaricato 0 volte

Concetti Chiave

  • La pena pecuniaria è vista come un'alternativa alla detenzione, con funzioni preventive e senza gli effetti dannosi del carcere.
  • Un problema della pena pecuniaria è la sua natura diseguale, poiché non tiene conto delle diverse condizioni economiche dei condannati.
  • In Italia, la pena pecuniaria è inefficace, con solo il 5% delle condanne effettivamente eseguite, a causa di un sistema di riscossione inefficiente.
  • Le condanne alla sola pena pecuniaria costituiscono solo il 23% del totale in Italia, mentre in altri paesi europei superano l'80%.
  • La riforma Cartabia sottolinea l'inefficienza del sistema italiano nella riscossione delle pene pecuniarie e la mancata conversione in sanzioni sussidiarie.

Indice

  1. Pena pecuniaria nella riforma Cartabia
  2. Seri profili di criticità

Pena pecuniaria nella riforma Cartabia

Quando si discute di pena pecuniaria si scommette sull’unica alternativa alla pena principale, quale strumento alternativo alla pena detentiva.D. Lgs. 150/2022 verte sulla stessa ottica.
Segnatamente in base ad una riflessione sulla finalità della pena pecuniaria si può pensare ad un’alternativa alla detenzione, sia perché riveste una funzione generalpreventiva, ma anche una funzione specialpreventiva quale forma di intimazione. Vi sono inoltre numerosi pregi su tale sanzione. Essa si rivela da un latto una pena diseguale poiché non tutti possediamo la stessa ricchezza; d’altro canto è una pena assai proficua per lo stato ed è priva degli effetti dannosi del carcere. Se da un lato è una pena più ingiusta, dall’altro è una pena più utile.

Seri profili di criticità

Innanzitutto è per sua natura una pena diseguale, in realtà non è però un difetto radicalmente eliminabile poiché è regolato sul modello della pena pecuniaria prescelto, ovvero per tassi giornalieri e il modello a forma complessiva ( art. 133-133 bis). Il sistema somma complessiva è quello adottato dal codice penale italiano. Questo nella prassi ha comportato che non si tenga realmente conto delle condizioni economiche del reo. Il diverso sistema dei tassi giornalieri ha ricevuto parziale accoglimento nel nostro ordinamento sul terreno della pena pecuniaria sostitutiva della pena detentiva breve; sia anche sul terreno della responsabilità da reato degli enti per quanto riguarda la sanzione pecuniaria amministrativa irrogata all’ente. Secondo profilo di criticità: ineffettività della pena pecuniaria dell’ordinamento italiano oggi. È un’affermazione ricorrente che la pena pecuniaria versa in uno stato di assoluta ineffettività. Dalle statistiche del ministero emerge che la pena pecuniaria riveste nel nostro ordinamento un ruolo secondario e che la sua riscossione verse in uno stato di assoluta inefficacia. Dall’annuario istat 2022 le condanne alla sola pena pecuniaria rappresentano solo il 23 % delle condanne. Qua fa eccezione la prassi del giudice di pace che nel 2019 rappresentava il 99,07%. Perché questi dati destano perplessità? Perché negli altri paesi europei la pena pecuniaria supera l’80% delle condanne, quindi si fa ricorso prevalentemente a tale pena. Inoltre queste statistiche rappresentano il grave stato di ineffettività in quanto non vengo né eseguite né convertite. Le condanne eseguite si attestano al 5 % del totale degli ultimi anni. Guardando alle risultante ministeriali ricaviamo che dal 2012 al 2019 il credito per pene pecuniarie e di giustizia monta a 6 miliardi e ne sono stati incassati solo 3 milioni. Anche dinanzi al giudice di pace il tasso di riscossione del 2019 è pressoché nullo, non viene mai eseguita. Questi dati sono confermati anche dalla relazione illustrativa della riforma Cartabia, dove ciò viene evidenziato. Negli altri paesi i tassi di riscossione della pena pecuniaria è pari al 90%. Perché in Italia non funziona? Perché c’è una inefficienza della giustizia italiana e della macchinosità del processo dovuta al dpr 115/2002. Accadeva che le pene pecuniarie non eseguite, che dovrebbero essere convertite in sanzione sussidiaria, non venivano neanche convertite in caso di mancato pagamento. Come è stato evidenziato dalla riforma Cartabia. Questa ineffettività della pena pecuniaria interessa anche i decreti penali di condanna; 9 su 10 decreti penali non vengono eseguiti.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'obiettivo principale della pena pecuniaria nella riforma Cartabia?
  2. La pena pecuniaria nella riforma Cartabia è vista come un'alternativa alla detenzione, con funzioni generalpreventive e specialpreventive, e come uno strumento utile per lo stato, privo degli effetti dannosi del carcere.

  3. Quali sono i principali profili di criticità della pena pecuniaria secondo il testo?
  4. I principali profili di criticità includono la natura diseguale della pena, la sua ineffettività nel sistema italiano, e la difficoltà di riscossione, con solo il 5% delle condanne eseguite.

  5. Come si confronta l'efficacia della pena pecuniaria in Italia rispetto ad altri paesi europei?
  6. In Italia, la pena pecuniaria rappresenta solo il 23% delle condanne e ha un tasso di riscossione molto basso, mentre in altri paesi europei supera l'80% delle condanne e ha un tasso di riscossione del 90%.

  7. Quali sono le cause dell'ineffettività della pena pecuniaria in Italia?
  8. L'ineffettività è dovuta all'inefficienza della giustizia italiana e alla macchinosità del processo, che impediscono l'esecuzione e la conversione delle pene pecuniarie non pagate.

  9. Cosa evidenzia la riforma Cartabia riguardo alla pena pecuniaria?
  10. La riforma Cartabia evidenzia l'ineffettività della pena pecuniaria, sottolineando che molti decreti penali di condanna non vengono eseguiti e che il sistema di riscossione è inefficace.

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