Concetti Chiave
- La Corte Internazionale di Giustizia (CIG) non può esprimere pareri su questioni puramente politiche, ma solo su quelle che coinvolgono interpretazioni legali.
- Per fornire un parere, la CIG necessita dell'approvazione di due terzi dell'Assemblea Generale e di nove membri del Consiglio di Sicurezza, senza opposizione dai membri permanenti.
- Studiosi cercano di delineare i limiti della competenza consultiva della CIG, che nonostante i pareri non vincolanti, riveste un ruolo chiave nel diritto internazionale.
- Nel 1923, la Corte Permanente di Giustizia Internazionale rifiutò di esprimere un parere su una controversia tra Russia e Finlandia, sottolineando la differenza tra procedura di parere e risoluzione delle controversie.
- La sentenza del 1923 evidenzia i limiti della funzione consultiva della CIG, mostrando la separazione tra giurisdizione volontaria e risoluzione delle controversie.
Consultazioni in ambito politico della CIG
Nel panorama internazionale un ruolo estremamente rilevante è svolto dalla Corte internazionale di giustizia (CIG), alla quale è però preclusa la possibilità di esprimere pareri relativi a questioni meramente politiche, prive di elementi relativi all’interpretazione o all’applicazione di regole giuridiche. Affinché si possa fornire un parere è necessaria la maggioranza dell’Assemblea Generale (due terzi) e del CdS (nove membri senza il voto contrario di nessuno dei cinque membri permanenti).
Molti studiosi si sono proposti di individuare i confini della competenza consultiva della Corte internazionale di giustizia, cioè di definire entro quali limiti la C.i.g.
Lo studio di tale sentenza consente di capire i limiti della funzione consultiva esercitata dalla Corte internazionale di giustizia in ambito giurisprudenziale.