Concetti Chiave
- La Costituzione italiana può essere modificata attraverso una procedura di revisione costituzionale, più complessa di una legge ordinaria.
- La proposta di revisione può essere presentata solo dal Parlamento o dal Governo e deve essere approvata due volte da ciascuna Camera.
- Tra le due votazioni parlamentari deve passare un periodo minimo di tre mesi, permettendo una discussione approfondita.
- Se approvata con una maggioranza qualificata di due terzi, la modifica entra direttamente in vigore.
- Se approvata solo con maggioranza assoluta, può essere sottoposta a referendum entro tre mesi su richiesta di parlamentari, elettori o consigli regionali.
Il procedimento di revisione costituzionale
Nel nostro sistema costituzionale, anche la Costituzione può essere oggetto di revisione, ossia possono essere modificate, in tutto o in parte, le norme di cui è composta.
Dal 1948, anno in cui la Costituzione è entrata in vigore, a oggi, sono già state modificate diverse norme della Costituzione.
Poiché la nostra Costituzione è rigida, la procedura di revisione costituzionale ha caratteristiche diverse rispetto alla procedura di modifica di una legge ordinaria e viene detta aggravata (art.
Le caratteristiche principali di questa procedura sono le seguenti:
- la proposta di legge può prevenire esclusivamente dal Parlamento stesso o dal Governo;
- il testo di legge deve essere approvato due volte da ogni Camera;
- tra la prima e la seconda votazione deve intercorrere un periodo di tempo non inferiore a tre mesi. Ciò comporta tempi di discussione più lunghi, giustificati dal fatto che oggetto di revisione o integrazione è proprio la legge fondamentale dello Stato;
- se il testo di legge viene approvato a maggioranza qualificata, cioè con i due terzi dei voti di senatori e deputati, la legge sarà considerata approvata in via definitiva ed entrerà pertanto in vigore;
- nel caso in cui, invece, ottenesse la maggioranza assoluta, la legge potrebbe essere sottoposta, entro tre mesi dalla sua approvazione, a un referendum, su richiesta degli stessi parlamentari (almeno un quinto) oppure di 500.000 elettori o di 5 consigli regionali.
In tale ipotesi la legge entrerà in vigore solo se la maggioranza dei cittadini voterà a favore.