Concetti Chiave
- La procedura aggravata di revisione costituzionale prevede che, se una legge è approvata a maggioranza assoluta, può essere sottoposta a referendum entro 3 mesi dalla pubblicazione.
- Se la legge è approvata con una maggioranza dei due terzi, non si può richiedere un referendum e la legge è promulgata immediatamente.
- Il referendum costituzionale serve a tutelare le minoranze, permettendo loro di chiedere al corpo elettorale di pronunciarsi sulla legge.
- Esistono limiti alla revisione costituzionale, con la forma repubblicana espressamente protetta dall'art. 139 della Costituzione.
- Oltre ai limiti espressi, la dottrina identifica limiti impliciti basati sui principi fondamentali della Costituzione repubblicana.
Indice
Procedura di revisione costituzionale
Nella seconda lettura della procedura aggravata di revisione costituzionale si possono verificare due ipotesi:
- se il progetto di legge costituzionale è stato approvato a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna camera, esso viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale a scopo notiziale, senza essere immediatamente promulgato dal presidente della Repubblica. Dal giorno della pubblicazione, infatti, decorrono 3 mesi entro cui un quinto dei componenti di una camera o 5 consigli regionali o 500 mila elettori possono richiedere che la legge approvata sia sottoposta a referendum costituzionale. Richiesto il referendum, la legge costituzionale è promulgata (e nuovamente pubblicata) solo se, nella consultazione popolare, è stata approvata dalla maggioranza dei voti validi (manca un quorum strutturale a differenza del referendum abrogativo. Naturalmente, qualora il termine di 3 mesi spiri senza che nessuna richiesta di referendum venga presentata, si procede alla promulgazione e pubblicazione della legge costituzionale;
- se invece il progetto è stato approvato a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna camera, non è consentito richiedere referendum e la legge costituzionale viene senz’altro promulgata e pubblicata.
Funzione del referendum costituzionale
Il referendum costituzionale svolge una funzione di garanzia, essendo previsto a tutela delle minoranze alle quali è data la possibilità, se non coinvolte nell’approvazione parlamentare, di chiedere all’intero corpo elettorale di pronunciarsi sulla legge di revisione (o su altra legge costituzionale) voluta dalla maggioranza.
Limiti alla revisione costituzionale
Esistono, tuttavia, limiti alla revisione costituzionale, direttamente connessi al concetto di rigidità, che segnano il confine fra modificazioni della Costituzione (legittime) e mutamento della Costituzione (illegittimo).
L’unico limite espresso è stabilito all’art. 139 Cost., secondo cui «la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale». Ma secondo la dottrina prevalente esistono anche limiti impliciti, ossia non espressamente individuati, bensì dipendenti dalle scelte fondamentali consacrate nella Costituzione repubblicana.
Domande da interrogazione
- Qual è la procedura per la revisione costituzionale in Italia?
- Qual è la funzione del referendum costituzionale?
- Quali sono i limiti alla revisione costituzionale?
La procedura prevede due ipotesi: se il progetto di legge costituzionale è approvato a maggioranza assoluta, può essere richiesto un referendum entro 3 mesi; se approvato a maggioranza dei due terzi, viene promulgato senza possibilità di referendum.
Il referendum costituzionale garantisce la tutela delle minoranze, permettendo loro di chiedere al corpo elettorale di esprimersi su una legge di revisione costituzionale approvata dalla maggioranza.
L'art. 139 della Costituzione stabilisce che la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione. Esistono anche limiti impliciti legati alle scelte fondamentali della Costituzione.