Concetti Chiave
- Il presidente della Repubblica italiana è eletto dal Parlamento insieme a 58 delegati regionali, con una norma che garantisce la presenza di un rappresentante di minoranza.
- La Costituzione richiede una maggioranza qualificata per le prime tre votazioni e poi una maggioranza assoluta, coinvolgendo 1.003 membri più i senatori a vita.
- La rappresentanza regionale è stata inclusa per ampliare la legittimazione del presidente, che deve rappresentare l'unità nazionale.
- Per diventare presidente è necessario avere almeno 50 anni, godere dei diritti civili e politici, e la carica non è compatibile con altre posizioni.
- Non esiste un limite al numero di mandati e si cerca un ampio consenso, oltre la maggioranza politica, per eleggere il presidente.
Presidente della Repubblica in Italia
Il presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento in seduta comune integrato da 58 delegati regionali (tre per ciascuna regione eletti dal consiglio regionale con voto limitato, in modo da assicurare la presenza di un delegato di minoranza; la Valle d’Aosta ne ha uno solo). Così dispone l’art. 83.1 e 2 Cost., il quale al terzo comma richiede una maggioranza in ogni caso qualificata: nelle prime tre votazioni essa è due terzi del collegio, che è composto dunque di 1.003 componenti più i senatori a vita; dalla quarta votazione in poi è la maggioranza assoluta dei componenti.
Accantonata l’ipotesi dell’elezione popolare a suffragio universale, anche come soluzione nel caso in cui il Parlamento non fosse stato in grado di eleggere il presidente con la maggioranza dei due terzi, si volle includere una rappresentanza delle regioni in modo da allargare la base di legittimazione di un presidente chiamato dall’art.
Unico requisito è essere un cittadino che abbia compiuto i 50 anni di età e goda dei diritti politici e civili. Va da sé che la carica non è compatibile con nessun’altra (art. 84.1 e 2 Cost.). Non vi è limite al numero dei mandati.
Nella prassi delle elezioni del presidente si registra notevole varietà.). Il costituente voleva assicurare al presidente, nella misura del possibile, un grado di consenso piuttosto elevato. Veniva vista con favore un’investitura che andasse al di là dei confini della maggioranza politica (erano allora e restano oggi difficili da immaginare, non solo nel contesto italiano, maggioranze di governo tali da raggiungere oltre il 66%).