Concetti Chiave
- I trattati dell'UE hanno creato un ordinamento giuridico unico che limita la sovranità degli stati membri e coinvolge anche i cittadini, come stabilito nella sentenza Van Gend en Loos.
- Principio dell'effetto diretto: le norme dei trattati conferiscono diritti ai singoli, consentendo loro di ricorrere contro i poteri pubblici, confermato nella sentenza Van Duyn.
- Principio del primato del diritto comunitario: in caso di conflitto, il diritto comunitario prevale su quello nazionale, come stabilito nella sentenza Costa.
- Vincolo dell'interpretazione conforme: i giudici nazionali devono interpretare le leggi nazionali in linea con il diritto comunitario, secondo la sentenza Marleasing.
- Principio della responsabilità dello stato: gli stati membri sono responsabili per i danni causati dalla mancata attuazione delle direttive comunitarie, come deciso nella sentenza Francovich.
Ordinamento giuridico di nuovo genere
Secondo la Corte di giustizia i trattati hanno dato vita a «un ordinamento giuridico di nuovo genere nel campo del diritto internazionale, a favore del quale gli stati membri hanno rinunziato, anche se in settori limitati, ai loro poteri sovrani e al quale sono soggetti non soltanto gli stati membri, ma i loro cittadini» (sentenza Van Gend en Loos, causa 26/62, del 1963). Essa pose così le basi per uno sviluppo di tipo (quasi) federale nel rapporto fra diritto comunitario e diritto nazionale. A tal riguardo vanno ricordati:
- il principio dell’effetto diretto. Nella citata sentenza Van Gend en Loos la Corte stabilì che le norme dei trattati hanno efficacia diretta, ovvero non si limitano a imporre obblighi agli stati ma attribuiscono anche diritti ai singoli, i quali possono valersene nei confronti dei poteri pubblici. L’effetto diretto è stato poi riconosciuto anche alle direttive aventi un contenuto chiaro e preciso, che impongono agli stati un obbligo incondizionato (sentenza Van Duyn, causa 41/74, del 1974);
- il principio del primato del diritto comunitario. Dopo aver riconosciuto l’efficacia diretta, la Corte stabilì quindi – nell’epocale sentenza Costa, causa 6/64, del 1964 – che, in caso di conflitto fra una normativa nazionale e una normativa comunitaria, quest’ultima prevale, quale che sia il rango delle norme nazionali nel sistema delle fonti, posto che ciò è necessario a garantire l’uniforme applicazione del diritto comunitario in tutti gli stati membri;
- il vincolo dell’interpretazione conforme. Nella sentenza Marleasing, causa C-106/89, del 1990 la Corte affermò che i giudici nazionali hanno l’obbligo di interpretare il diritto nazionale in conformità al diritto comunitario, così come interpretato dalla Corte stessa;
- il principio della responsabilità dello stato. Nella sentenza Francovich , cause C-6/90 e C-9/90, del 1991 la Corte affermò che uno stato membro che non provveda ad attuare una direttiva comunitaria nel proprio ordinamento interno è civilmente responsabile per i danni da esso arrecati.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato dell'ordinamento giuridico di nuovo genere secondo la Corte di giustizia?
- Cosa stabilisce il principio dell'effetto diretto?
- Qual è il ruolo del principio del primato del diritto comunitario?
La Corte di giustizia ha definito i trattati come un ordinamento giuridico di nuovo genere nel diritto internazionale, a cui gli stati membri hanno rinunciato a parte della loro sovranità, e che vincola sia gli stati che i cittadini (sentenza Van Gend en Loos, 1963).
Il principio dell'effetto diretto stabilisce che le norme dei trattati attribuiscono diritti ai singoli, che possono farli valere contro i poteri pubblici, e si applica anche alle direttive con contenuto chiaro e preciso (sentenza Van Gend en Loos, 1963; sentenza Van Duyn, 1974).
Il principio del primato del diritto comunitario stabilisce che, in caso di conflitto, la normativa comunitaria prevale su quella nazionale, garantendo l'uniforme applicazione del diritto comunitario in tutti gli stati membri (sentenza Costa, 1964).