Concetti Chiave
- Il referendum è uno strumento di decisione popolare diretta, utilizzato per la prima volta in Italia nel 1946 per scegliere la Repubblica.
- Esistono forme di referendum con diversi effetti: consultivi, che danno un parere, e deliberativi, che modificano direttamente l'ordinamento.
- I referendum sono decisioni a somma zero, dove la volontà della maggioranza diventa quella del popolo senza compromessi.
- In Italia, il referendum serve come strumento di compensazione rispetto a un sistema politico con forte mediazione partitica.
- La Costituzione italiana prevede referendum costituzionali e abrogativi nazionali, che possono essere promossi anche dal popolo.
Nozione e potere di referendum
Il nostro ordinamento prevede alcune forme di decisione popolare diretta mediante referendum. Del resto, mediante un referendum venne assunta la decisione fondamentale alla base della Costituzione italiana: quello con il quale, il 2 giugno 1946, i cittadini elettori, per la prima volta uomini e donne, scelsero la Repubblica.
E in effetti, alla Costituente, numerose furono le tipologie di referendum proposte e prese concretamente in esame.
Il referendum consiste in una votazione sulla base di un quesito che viene sottoposto alla valutazione del corpo elettorale in forme varie e con effetti diversi. Vi sono referendum che hanno carattere meramente consultivo: come un parere, che per ragioni politiche non è peraltro agevole disattendere (e ciò può dipendere dall’entità della maggioranza che ha prevalso); e referendum che si possono definire decisivi o deliberativi, che incidono di per sé sull’ordinamento. La caratteristica di tutti i referendum è di essere, come dicono i politologi, giochi a somma zero: nel senso che la volontà di coloro che prevalgono diventa la volontà del popolo senza mediazioni (ovvero «chi vince vince tutto, chi perde perde tutto»). È, in altre parole, un procedimento decisionale che non ammette compromessi e vie di mezzo, come può invece accadere, e spesso accade, nelle assemblee rappresentative. È dunque particolarmente appropriato quando si impongono scelte nette, da prendere o lasciare. Sotto questo aspetto si può dire che nell’ordinamento italiano esso si è rivelato uno strumento di compensazione e riequilibrio rispetto a un sistema politico-istituzionale caratterizzato, per lungo tempo, da un tasso di mediazione partitica che aveva pochi eguali nel quadro delle democrazie contemporanee.
La Costituzione prevede due tipi di referendum di ambito nazionale: il referendum costituzionale e il referendum abrogativo. Altri referendum previsti dalla Costituzione, che coinvolgono solo parte del corpo elettorale, riguardano la modificazione territoriale delle regioni. Caratteristica dei primi due è che essi possono essere promossi anche su iniziativa popolare (referendum dal basso), diversamente da quanto avviene in ordinamenti (ad es. Francia) nei quali solo gli organi costituzionali hanno questo potere (referendum dall’alto).
Domande da interrogazione
- Qual è stata la decisione fondamentale assunta tramite referendum nella storia italiana?
- Quali sono le caratteristiche principali dei referendum nell'ordinamento italiano?
- Quali tipi di referendum nazionali prevede la Costituzione italiana?
La decisione fondamentale assunta tramite referendum è stata la scelta della Repubblica, avvenuta il 2 giugno 1946, quando i cittadini elettori, per la prima volta uomini e donne, votarono per la forma di governo.
I referendum nell'ordinamento italiano possono essere consultivi o deliberativi, sono giochi a somma zero e non ammettono compromessi, risultando in decisioni nette e definitive.
La Costituzione italiana prevede il referendum costituzionale e il referendum abrogativo, entrambi possono essere promossi anche su iniziativa popolare, a differenza di altri ordinamenti dove solo gli organi costituzionali hanno questo potere.