Concetti Chiave
- I mutamenti informali della Costituzione avvengono tramite interpretazione giurisprudenziale o adeguamento per consuetudine o convenzione.
- L'attività delle Corti Costituzionali è fondamentale per adattare i testi costituzionali alla realtà contemporanea.
- Le consuetudini sono regole non derogabili, espressione dell'intero ordinamento, mentre le convenzioni derivano da intese fra soggetti e sono derogabili.
- Le consuetudini completano e integrano la Costituzione scritta senza contrastarla e possono essere interpretative, permissive o facoltizzanti.
- Le cabinet conventions, tipiche degli ordinamenti anglosassoni, sono esempi di consuetudini che regolano la forma di governo parlamentare senza norme scritte.
Mutamenti informali del testo costituzionale
In alcune circostanze, la giurisprudenza ammette il ricorso a mutamenti non espliciti della Costituzione. Questi sono realizzati attraverso il ricorso all’interpretazione giurisprudenziale o all’adeguamento tacito per consuetudine o convenzione. In questi casi occorre di volta in volta analizzare se si tratti di una attività di attuazione della norma o di uno stravolgimento della ratio della norma stessa.
L’attività interpretativa delle Corti Costituzionali ha portato a continui adeguamenti alla realtà contemporanea dei testi costituzionali. Ne consegue l’impossibilità di cogliere l’effettiva portata delle norme della Costituzione senza conoscere le sentenze delle corti.
A distinguere sostanzialmente consuetudini e convenzioni è l’elemento della disponibilità in relazione ai soggetti destinatari. Le consuetudini sono espressione dell’intero ordinamento statale, sono eteronome rispetto ai soggetti costituzionali destinatari e da questi non derogabili. Le convezioni, invece, sono conseguenza di intese, per lo più informali, fra soggetti costituzionali e, essendo espressione della autonomia di tali soggetti, sono da questi derogabili.
Le consuetudini ammesse sono generalmente di integrazione e completamento della Costituzione scritta e mai contrastanti con i testi costituzionali. Hanno diverse funzioni: esistono consuetudini interpretative di norme scritte, ma anche consuetudini permissive o facoltizzanti, che consentono alcuni comportamenti degli organi costituzionali. L’individuazione dell’esistenza di una consuetudine, dunque degli elementi della longa repetitio e della opinio iuris, avviene nel momento dell’attività interpretativo-creativa del giudice costituzionale. (un esempio particolare di consuetudine innovativa è dato dalle cabinet conventions degli ordinamenti di derivazione anglosassone consistenti nell’individuazione di istituti inderogabili e non disciplinati da altre norme scritte, neppure costituzionali, che soli regolano la forma di governo parlamentare in Canada, Australia e Nuova Zelanda.)