Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Locke concepisce lo stato di natura come un contesto di uguaglianza e indipendenza, regolato dalla legge razionale ma precario senza leggi condivise.
  • La necessità di un'organizzazione politica nasce per salvaguardare la libertà individuale attraverso leggi accettate per consenso e applicate imparzialmente.
  • Locke propone una visione democratica del potere politico, legittimata dal popolo, in opposizione alle idee assolutistiche di Hobbes.
  • L'autorità può essere deposta se non protegge i diritti inalienabili, in situazioni di conquista, usurpazione, tirannide o dissoluzione del governo.
  • Rousseau considera lo stato di natura come uno stato di felicità e armonia, alterato dall'introduzione della proprietà privata.

Stato naturale e ordinamento giuridico secondo Locke

John Locke svolse le proprie riflessioni a partire dal concetto di stato di natura in cui tutti gli uomini sono uguali, indipendenti. ma sottoposti alla legge razionale. Secondo Locke, però, tale stato è precario in quanto non tutti riconoscono le leggi come vincolanti, e questo rende necessario provvedere all’organizzazione politica della società tramite leggi fisse, accolte per consenso da tutti e applicate da giudici imparziali.

Tale organizzazione deve essere istituita al fine di salvaguardare la libertà dei singoli: tramite il contratto sociale, lo stato deve garantire agli uomini i diritti di cui essi sono titolari per natura e che essi già avevano nello stato di natura, come ad esempio la proprietà (sia della vita e della libertà, sia degli averi propriamente detti). Locke, inoltre, oppone alla concezione assolutistica di Hobbes una concezione democratica, poiché sostiene che il potere che lo stato ha di fare e applicare le leggi è definito tale solo in quanto legittimato dal popolo.
Secondo Locke, l’autorità può essere deposta solo nel caso in cui essa non garantisca la salvaguardia dei diritti inalienabili. tale situazione persiste in quattro casi: la conquista da parte di un altro popolo; l’usurpazione del potere da parte di un membro della comunità; la tirannide e la dissoluzione del governo.
Un altro teorizzatore fondamentale del giusnaturalismo è Rousseau, il quale analizza nella fattispecie il concetto di democrazia. Egli parte dalla concezione secondo cui lo stato di natura dell’uomo è costituito dalla felicità: ogni essere umano è dotato di pietas e ciò consente a ogni individuo di vivere in armonia con gli altri. L’uomo, però, esiste sempre al di fuori del proprio stato di natura. Secondo Rousseau, l’uscita dallo stato di natura, cioè l’abbandono di una predefinita condizione di innocenza e felicità, si è verificato a causa della circoscrizione della proprietà privata. La condizione di eguaglianza naturale tra individui, dice Rousseau, è venuta meno nel momento in cui un uomo ha circoscritto con un bastone un territorio che ha definito come proprio.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione di Locke sullo stato di natura e l'organizzazione politica della società?
  2. Locke vede lo stato di natura come una condizione di uguaglianza e indipendenza, ma precaria, poiché non tutti riconoscono le leggi razionali. Propone quindi un'organizzazione politica basata su leggi fisse e consenso per salvaguardare la libertà individuale.

  3. In quali casi, secondo Locke, l'autorità può essere deposta?
  4. L'autorità può essere deposta se non garantisce i diritti inalienabili, in situazioni come la conquista da parte di un altro popolo, l'usurpazione del potere, la tirannide e la dissoluzione del governo.

  5. Come Rousseau interpreta l'uscita dallo stato di natura?
  6. Rousseau ritiene che l'uscita dallo stato di natura, caratterizzato da felicità e armonia, sia avvenuta con la circoscrizione della proprietà privata, che ha rotto l'eguaglianza naturale tra gli individui.

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