Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • La legge stabilisce un limite del 20% per i lavoratori a termine rispetto al totale dell'organico aziendale, con possibilità di deroga dai CCNL.
  • In caso di superamento del limite, sanzioni amministrative sono previste per ogni lavoratore eccedente, ma non è possibile la conversione del contratto.
  • Le aziende con fino a cinque dipendenti possono assumere lavoratori a termine senza limiti quantitativi.
  • Esenzioni dalle limitazioni al 20% includono nuove attività imprenditoriali, start-up innovative, attività stagionali, sostituzioni di assenti e specifici spettacoli.
  • I lavoratori a termine hanno diritto a pari trattamento economico e normativo rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato comparabili.

Limiti quantitativi all’impiego di lavoratori a termine

La legge prevede la percentuale massima di lavoratori a termine (20%) che possono essere impiegati in relazione al totale dell’organico aziendale. I CCNL possono derogare in peius o in melius.
In caso di violazione del limite percentuale, il datore di lavoro è tenuto a pagare una sanzione amministrativa per ogni lavoratore eccedente, il cui importo progredisce con l’aumentare dei dipendenti assunti oltre il tetto massimo.

La conversione del contratto non può aver luogo.
I datori che occupano fino a cinque dipendenti, però, possono stipulare contratti a termine senza sottostare ad alcun limite quantitativo. Inoltre, le suddette limitazioni non si applicano:
- per l’avvio di nuove attività imprenditoriali (il periodo di concessione è definito dai CCNL);
- nelle imprese start-up innovative, per il periodo di quattro anni dalla costituzione della società;
- per lo svolgimento di attività stagionali e per la sostituzione di assenti dal lavoro;
- per specifici spettacoli o programmi televisivi;
- all’interno di università private e istituti di ricerca, dove un esperto di un determinato settore può essere chiamato in via esclusiva per svolgere attività di insegnamento, ricerca o assistenza.

Per far valere l’esenzione dal computo del 20%, il datore deve indicare la ragione per la quale il contratto è stato stipulato (questo continua comunque ad essere acausale, ma giustificato).
Una volta assunti, i lavoratori a termine sono tutelati dal principio di non discriminazione, sancito dall’art. 25 del d.lgs. 81/2015. Esso dispone che «al lavoratore a tempo determinato spetta il trattamento economico e normativo in atto nell’impresa per i lavoratori con contratto a tempo indeterminati comparabili, cioè inquadrati nello stesso livello». I CCNL possono prevedere modalità e strumenti volti ad agevolare l’accesso dei lavoratori a termine a opportunità di formazione adeguata, in modo tale da aumentarne la qualificazione professionale e promuoverne la carriera.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la percentuale massima di lavoratori a termine che un'azienda può impiegare rispetto al totale dell'organico?
  2. La legge prevede che la percentuale massima di lavoratori a termine sia del 20% rispetto al totale dell'organico aziendale, salvo deroghe previste dai CCNL.

  3. Quali sono le eccezioni al limite quantitativo per l'impiego di lavoratori a termine?
  4. Le eccezioni includono l'avvio di nuove attività imprenditoriali, start-up innovative per quattro anni, attività stagionali, sostituzione di assenti, specifici spettacoli o programmi televisivi, e attività in università private e istituti di ricerca.

  5. Quali diritti hanno i lavoratori a termine in termini di trattamento economico e normativo?
  6. I lavoratori a termine hanno diritto allo stesso trattamento economico e normativo dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili, come stabilito dall'art. 25 del d.lgs. 81/2015, e possono accedere a opportunità di formazione per migliorare la loro qualificazione professionale.

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