Concetti Chiave
- La legislazione europea del lavoro copre temi come licenziamento, trasferimento d’azienda, contratti a termine, sicurezza e orario.
- La gig economy ha spinto l'UE a elaborare una definizione inclusiva di "lavoratore" per estendere i diritti comunitari.
- La sentenza Fenol della Corte di Giustizia dell'UE definisce ampi criteri per identificare i lavoratori sotto le direttive europee.
- I giudici nazionali devono verificare l'utilità delle prestazioni lavorative per applicare le tutele comunitarie.
- Nonostante iniziative di armonizzazione, come quella del Consiglio europeo nel 1997, la crisi dei debiti ha rallentato i progressi.
Legislazione lavoristica europea
La legislazione europea del lavoro può intervenire solo su alcune tematiche connesse al mondo del lavoro: licenziamento, trasferimento d’azienda, contratto di lavoro a termine, sicurezza e orario.
Questo gruppo di direttive forma il nucleo del diritto europeo del lavoro. Di recente, il legislatore si è chiesto se esse possano essere applicate al mondo della gig economy. In particolare, l’Unione europea ha elaborato una nozione di lavoratore che serve per poter attribuire allo stesso diritti e prerogative stabiliti dalla stessa normativa comunitaria.
In una nota pronuncia, conosciuta come sentenza Fenol, la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha specificato la nozione di lavoratore utile ai fini dell’applicazione delle direttive europee.
Per applicare le suddette direttive, il giudice nazionale deve accertare che le prestazioni effettivamente svolte siano utili per il datore di lavoro e la relativa impresa, potendo così rientrare nel mercato del lavoro. Alle tutele riconosciute al lavoratore dal diritto nazionale devono quindi essere integrate con le tutele offerte dalle direttive comunitarie, soprattutto per ciò che riguarda orario, sicurezza e previdenza sul lavoro.
Si tratta quindi di una fattispecie molto ampia e notevolmente inclusiva.
Tramite la recezione delle direttive adottate in ambito comunitario, gli stati membri dell’Unione europea sono riusciti, gradualmente e non senza intoppi, ad armonizzare le rispettive discipline lavoristiche. A tal proposito è stata fondamentale l’iniziativa proposta dal Consiglio europeo nel 1997: la Seo. La crisi dei debiti pubblici scoppiata fra 2011 e 2012, purtroppo, ha fatto registrare un regresso sotto il profilo dell’armonizzazione: gli stati sono tornati alle precedenti fattispecie individuali e disarmoniche.
Domande da interrogazione
- Quali sono le tematiche principali su cui interviene la legislazione europea del lavoro?
- Come viene definito un lavoratore secondo la sentenza Fenol della Corte di Giustizia dell’Unione europea?
- Qual è stato l'impatto della crisi dei debiti pubblici del 2011-2012 sull'armonizzazione delle discipline lavoristiche nell'Unione europea?
La legislazione europea del lavoro interviene su licenziamento, trasferimento d’azienda, contratto di lavoro a termine, sicurezza e orario.
Un lavoratore è definito come una persona fisica che presta la propria attività lavorativa per un certo periodo dietro corrispettivo, basandosi su criteri oggettivi, ampi e inclusivi.
La crisi dei debiti pubblici ha causato un regresso nell'armonizzazione delle discipline lavoristiche, con gli stati che sono tornati a fattispecie individuali e disarmoniche.