Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Le leggi di interpretazione autentica sono retroattive e chiariscono il senso delle disposizioni già in vigore secondo la volontà del legislatore.
  • Parte della dottrina vede queste leggi come creazione di nuovo diritto, mentre la Corte costituzionale le considera solo interpretative, dichiarando incostituzionali quelle che innovano.
  • La legittimità delle leggi interpretative è riconosciuta quando chiariscono una disposizione senza alterarne il testo, rispettando i limiti sull'efficacia retroattiva.
  • Le clausole generali sono strumenti per interpretare norme, mentre i principi generali sono norme a sé stanti, entrambi con una struttura a fattispecie aperta.
  • Il rapporto fra norme e casi è valorizzato attraverso il "circolo ermeneutico", cercando la soluzione più adeguata e giusta per il caso concreto.

Indice

  1. Interpretazione autentica delle leggi
  2. Clausole generali e principi
  3. Struttura aperta e giustizia

Interpretazione autentica delle leggi

Le leggi di interpretazione autentica sono leggi retroattive, dato che il significato stabilito dal legislatore riguarda disposizioni già in vigore: dal momento dell’entrata in vigore della legge di interpretazione autentica l’interprete (qualsiasi interprete) deve applicare la legge secondo il senso prescritto dal legislatore. Parte della dottrina, in considerazione del fatto che simili leggi fissano autoritativamente l’unico significato che la disposizione interpretata deve esprimere, ritiene che l’interpretazione autentica non sia interpretazione del diritto ma produzione di nuovo diritto. La Corte costituzionale propende per la natura solo interpretativa di queste leggi. Perciò dichiara incostituzionali quelle leggi di interpretazione autentica che, anziché interpretare, in realtà innovano. La natura interpretativa va infatti riconosciuta soltanto alla legge che, fermo il tenore testuale della disposizione interpretata, ne chiarisce il contenuto scegliendo una sola fra le varie interpretazioni ragionevolmente possibili (v. sentt. 233/1988, 155 e 380/1990). In tal caso la legge interpretativa è considerata legittima, sempre che siano rispettati i limiti generali posti dalla Corte all’efficacia retroattiva delle leggi, in particolare il «rispetto delle funzioni costituzionalmente riservate al potere giudiziario»: di qui l’illegittimità di disposizioni di interpretazione autentica volte a influire arbitrariamente su giudizi in corso di definizione (v. sent. 209/2010).

Clausole generali e principi

Le clausole generali non vanno confuse con i principi generali . I principi sono vere e proprie norme, le clausole sono strumenti affidati all’interprete per la ricerca di norme. Spesso le clausole generali servono a rendere possibile l’applicazione di principi: ad esempio, la clausola generale della buona fede, in quanto espressione del principio costituzionale di solidarietà sociale (art. 2 Cost.), si applica anche a prescindere da un espresso richiamo del codice civile.

Struttura aperta e giustizia

Clausole generali e principi generali, come si diceva, possiedono (o fanno riferimento a) una struttura a fattispecie aperta. In conseguenza di ciò, il classico sillogismo giuridico non può operare in modo stringente: perciò alcune ricostruzioni teoriche adottano la metafora del «circolo ermeneutico». Si valorizza così il rapporto fra norme e casi mirando ad assicurare la giustizia del caso concreto e ricercando, più che l’esatta interpretazione della disposizione, quella più adeguata al caso da risolvere.

Domande da interrogazione

  1. Cosa sono le leggi di interpretazione autentica e qual è la loro natura secondo la Corte costituzionale?
  2. Le leggi di interpretazione autentica sono leggi retroattive che stabiliscono il significato di disposizioni già in vigore. La Corte costituzionale le considera leggi di natura interpretativa, non innovativa, e dichiara incostituzionali quelle che innovano anziché interpretare.

  3. Qual è la differenza tra clausole generali e principi generali?
  4. I principi generali sono vere e proprie norme, mentre le clausole generali sono strumenti per l'interprete nella ricerca di norme. Le clausole generali, come quella della buona fede, servono a rendere applicabili i principi, anche senza un richiamo esplicito nel codice civile.

  5. Come si applicano le clausole generali e i principi generali nel contesto giuridico?
  6. Clausole e principi generali possiedono una struttura a fattispecie aperta, il che impedisce un'applicazione stringente del sillogismo giuridico. Si adotta quindi il "circolo ermeneutico" per assicurare la giustizia del caso concreto, cercando l'interpretazione più adeguata piuttosto che quella esatta.

Domande e risposte

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