Concetti Chiave
- Nel periodo medievale, i diversi iura propria coesistevano subordinati ai diritti universali, formando un sistema noto come "diritto comune".
- Due piani operativi del diritto comune includevano l'applicazione gerarchica delle leggi e l'interpretazione giuridica da parte degli esperti.
- I giuristi medievali interpretavano il Corpus giustinianeo attraverso la tecnica "il testo con il testo", aggiungendo nuove fattispecie alle norme esistenti.
- Le glosse dei giuristi venivano uniformate dalla Glossa ordinaria di Accursio, che forniva un'interpretazione tecnica ampiamente accettata.
- Le Praelectiones di Odofredo proponevano un approccio più pratico e casistico rispetto alla teoria predominante di Accursio, influenzando la ricerca giuridica concreta.
Indice
Evoluzione del diritto comune
Tra il XI e il XIII secolo, la contemporanea vigenza di diversi iura propria è stata resa possibile dalla loro subordinazione ai cosiddetti «diritti universali (iura communia)»: i rapporti tra queste distinte fonti giuridiche (propria e communia) sono stati compresi dallo studioso Francesco Calasso in un unico sistema definito «diritto comune».
Piani di operatività del diritto
Recentemente sono stati distinti due diversi piani di operatività del sistema di diritto comune:
- il primo è relativo alla co-vigenza del diritto proprio e dello ius commune, basato, come testimonia un trattato di Uberto da Bobbio del 1240 sul criterio ordinatorio, dunque non gerarchico, secondo cui prima si applicava il diritto giustinianeo, dopo la legge statutaria del comune, ancora le consuetudini e infine il diritto canonico;
- il secondo non tiene conto delle fonti giuridiche in sé, bensì dell’interpretazione che ne dà il giurista, considerato sia come redattore delle variae causarum figurae, sia come arbitro della giustizia pubblica.
Interpretazione e glosse giuridiche
L’attività esegetica del corpus giustinianeo non determinò mai il venir meno dell’interpretazione testuale: i giuristi medievali si limitavano a far rientrare nuove fattispecie nelle antiche norme del Corpus, interpretando, come ha scritto Mario Bellomo, «il testo con il testo».
I giuristi erano soliti confrontare le proprie interpretazioni attraverso la redazione delle glosse: quest’eterogeneità di formulazioni è stata però uniformata e sintetizzata dalla Glossa ordinaria di Accursio. Lo studioso fornì un’interpretazione tecnica e stricti iuris (strettamente riferita al testo) del manoscritto giustinianeo, universalmente accettata dopo la diffusione dell’opera. Altri giuristi si proposero di raggiungere il medesimo obiettivo: in questo ambito spiccano le Praelectiones di Odofredo, che a differenza dell’opera accursiana propongono un’interpretazione più estensiva e pratica, legata allo studio delle quaestiones emergentes e de facto. In sintesi, la glossa accursiana si incentrava sull’aspetto teorico, mentre l’opera di Odofredo sulla casistica concreta. Il metodo di Accursio finì per prevalere, però diversi giuristi realizzarono opere prendendo come riferimento le Praelectiones di Odofredo e ciò indusse molti studiosi a incentrare i propri studi sulla realtà concreta e sulla casistica pratica.
Domande da interrogazione
- Qual era il rapporto tra iura propria e iura communia nel sistema di diritto comune medievale?
- Quali erano i due piani di operatività del sistema di diritto comune?
- Come si differenziavano le interpretazioni giuridiche di Accursio e Odofredo?
I iura propria erano subordinati ai diritti universali (iura communia), formando un sistema unico definito "diritto comune", come spiegato da Francesco Calasso.
Il primo piano riguardava la co-vigenza del diritto proprio e dello ius commune, mentre il secondo si concentrava sull'interpretazione giuridica da parte dei giuristi, non sulle fonti giuridiche in sé.
La Glossa ordinaria di Accursio forniva un'interpretazione tecnica e teorica del testo giustinianeo, mentre le Praelectiones di Odofredo offrivano un'interpretazione più estensiva e pratica, focalizzata sulla casistica concreta.