Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • La legge 146/1990 regola lo sciopero nei servizi pubblici essenziali, attuando l'articolo 40 della Costituzione italiana.
  • Lo sciopero nei servizi pubblici impatta gli utenti, richiedendo bilanciamento tra diritti lavorativi e interessi dei cittadini.
  • Per garantire equilibrio, la legge prevede regole minime e inderogabili, supportate dalla contrattazione collettiva.
  • L'autorità garante assicura il rispetto delle regole, prevenendo scioperi illegittimi o contro la legge.
  • La Corte costituzionale limita lo sciopero nei servizi pubblici se pregiudica gli interessi generali degli utenti.

Legge 146/1990

Lo sciopero dei servizi pubblici essenziali è regolato dalla legge 146 del 1990. Si tratta di una legge di attuazione costituzionale, in particolare dell’articolo 40 che stabilisce che lo sciopero può essere esercitato nell’ambito delle leggi che lo regolano. Non esistono leggi in tal senso nel settore privato.
Anche quando è diretto, per fini rivendicativi, ai dirigenti dell’ente somministratore, lo sciopero produce i suoi effetti nei confronti degli utenti (consumatori).

Si pensi, ad esempio, allo sciopero delle attività ospedaliere: a prescindere dalle motivazioni per cui esso è indetto, a subirne le conseguenze negative sono i cittadini.
Per far fronte a questo disequilibrio, la giurisprudenza ha messo in campo una serie di strumenti: da un lato l’intervento del legislatore stesso, che fissa una serie di regole minime e inderogabili inerenti alle modalità di esercizio dello sciopero dei servizi pubblici; dall’altro, la è stato dato ampio spazio in questo ambito alla contrattazione collettiva.
Legge e parti sociali non sono gli unici garanti di questa particolare forma di sciopero; nel 1990 venne introdotta l’autorità garante, così definita perché si accerta che le regole, una volta definite, vengano effettivamente osservate.

L’autorità garante agisce al fine di prevenire un esercizio illegittimo o contra legem dello sciopero. La legge 146 fa riferimento anche all’autorità pubblica: presidenza del Consiglio dei ministri e la commissione di garanzia possono disporre di poteri autoritativi che, in determinate condizioni di necessità, possono inibire l’esercizio del diritto di sciopero, qualora esso leda i più rilevanti diritti della persona.
La Corte costituzionale ha ritenuto legittimo lo sciopero dei pubblici servizi solo nel caso in cui esso non arrechi pregiudizio agli interessi generali degli utenti. La l. 146/1990 considera legge e contratto collettivo le due fonti principali in materia di sciopero dei pubblici servizi, fra le quali può e deve esistere un rapporto concorsuale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è lo scopo principale della legge 146 del 1990 riguardo agli scioperi nei servizi pubblici essenziali?
  2. La legge 146 del 1990 regola lo sciopero nei servizi pubblici essenziali per garantire che esso non arrechi pregiudizio agli interessi generali degli utenti, stabilendo regole minime e inderogabili per il suo esercizio.

  3. Quali strumenti sono stati introdotti per bilanciare gli effetti dello sciopero sui cittadini?
  4. Per bilanciare gli effetti dello sciopero sui cittadini, sono stati introdotti strumenti come l'intervento del legislatore con regole minime, la contrattazione collettiva e l'autorità garante che assicura il rispetto delle regole.

  5. In quali circostanze l'autorità pubblica può inibire l'esercizio del diritto di sciopero?
  6. L'autorità pubblica può inibire l'esercizio del diritto di sciopero quando esso lede i più rilevanti diritti della persona, agendo in condizioni di necessità per prevenire un esercizio illegittimo o contra legem dello sciopero.

Domande e risposte

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