Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Il licenziamento ad nutum è principalmente applicabile ai dirigenti, data la natura fiduciaria del loro rapporto lavorativo.
  • I dirigenti possono impugnare il licenziamento per ingiustizia e, se confermato, ricevere un'indennità economica supplementare.
  • È valido anche per lavoratori domestici, impiegati ultrasessantenni e lavoratori in prova con esito negativo.
  • Nel contratto di apprendistato, il datore può interrompere il rapporto al termine del periodo di apprendistato.
  • Il regime sanzionatorio dal 2015 non si applica ai lavoratori pubblici, per i quali è prevista una normativa specifica in caso di licenziamento nullo.

Indice

  1. Licenziamento del dirigente
  2. Altri casi di licenziamento ad nutum
  3. Regime sanzionatorio per lavoratori pubblici

Licenziamento del dirigente

Oggi, il licenziamento ad nutum previsto dall’art. 2118 c.c. è ammesso solo in pochi casi.

La prima ipotesi riguarda il licenziamento del dirigente: il rapporto che lega quest'ultimo al datore di lavoro è fondato su un forte vincolo fiduciario, per questo motivo il suo licenziamento costituisce una scelta discrezionale del datore. Tuttavia, i contratti collettivi autorizzano il dirigente privato a impugnare il licenziamento, qualora lo ritenga ingiustificato, dinanzi a un collegio arbitrale o a un giudice. In caso di riscontro positivo, il datore è tenuto a corrispondere al lavoratore un'indennità economica, detta supplementare, oscillante fra un minimo pari all'importo del preavviso e un massimo di due annualità di retribuzione.

Altri casi di licenziamento ad nutum

Il licenziamento ad nutum è valido anche nei confronti dei lavoratori domestici e degli impiegati ultrasessantenni in possesso dei requisiti di vecchiaia. Esso è efficace anche nei confronti del lavoratore di prova licenziato per esito negativo della stessa. Tuttavia, egli può impugnare l'atto datoriale se ritiene di non essere stato messo nella condizione di effettuare la prova in condizioni ottimali, ad esempio per un periodo troppo breve. Anche Il datore ritenuto colpevole deve corrispondere un’indennità dall’importo comunque molto basso.

Infine, l’ultima ipotesi di licenziamento ad nutum riguarda il contratto di apprendistato: il datore è libero di interrompere il rapporto lavorativo al termine dello stesso.

Regime sanzionatorio per lavoratori pubblici

In generale, il nuovo regime sanzionatorio vigente dal 7 marzo 2015 non si applica ai lavoratori pubblici. Per questi ultimi, la legge ha previsto una normativa ad hoc: se viene accertata la nullità del licenziamento, il giudice deve condannare l’amministrazione alla reintegrazione del lavoratore e al pagamento di un'indennità risarcitoria pari alla retribuzione che egli avrebbe dovuto percepire durante l’intervallo tra il licenziamento e la reintegrazione. In ogni caso, l'indennità non può superare l'importo di 24 mensilità e ad esso si deve detrarre l’aliunde perceptum.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i casi in cui è ammesso il licenziamento ad nutum secondo l'art. 2118 c.c.?
  2. Il licenziamento ad nutum è ammesso per i dirigenti, i lavoratori domestici, gli impiegati ultrasessantenni con requisiti di vecchiaia, e i lavoratori in prova con esito negativo. Inoltre, è applicabile al termine di un contratto di apprendistato.

  3. Cosa può fare un dirigente se ritiene ingiustificato il licenziamento ad nutum?
  4. Un dirigente può impugnare il licenziamento dinanzi a un collegio arbitrale o a un giudice. Se il licenziamento è ritenuto ingiustificato, il datore deve pagare un'indennità economica supplementare.

  5. Qual è la normativa applicabile ai lavoratori pubblici in caso di licenziamento nullo?
  6. Per i lavoratori pubblici, la legge prevede la reintegrazione e il pagamento di un'indennità risarcitoria pari alla retribuzione persa, fino a un massimo di 24 mensilità, detraendo l’aliunde perceptum.

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