Concetti Chiave
- Gli enti locali hanno acquisito la possibilità di dotarsi di statuti propri, seguiti dalla riforma elettorale comunale e provinciale del 1993.
- Nel 2000 è stato introdotto il Tuel, che ha aggiornato l'ordinamento degli enti locali, promuovendo il decentramento amministrativo.
- Le leggi Bassanini hanno trasferito funzioni dallo Stato alle regioni e agli enti locali, riducendo i controlli preventivi sugli atti amministrativi.
- Il concetto di "federalismo amministrativo a costituzione invariata" ha caratterizzato il trasferimento di competenze amministrative.
- Il Parlamento ha riformato il titolo V della Costituzione per consolidare le innovazioni legislative ordinarie in ambito amministrativo.
Introduzione degli statuti regionali
In base a quanto disposto dalla legge, in passato gli enti locali poterono per la prima volta darsi propri statuti. La normazione fu seguita a breve distanza dall’introduzione della riforma elettorale comunale e provinciale con elezione diretta di sindaci e presidenti (l. 25 marzo 1993, n. 81).Dopo alcuni aggiustamenti fu varato il nuovo testo unico sull’ordinamento degli enti locali, il Tuel (d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267). In quegli anni, inoltre, si affermarono politiche di forte decentramento amministrativo.
Alcune leggi (che portano il nome dell’allora ministro della funzione pubblica Franco Bassanini) realizzarono un ampio trasferimento di funzioni amministrative dallo Stato alle regioni e agli enti locali, in base al principio secondo cui lo Stato avrebbe dovuto mantenere solo quelle funzioni che necessitano di gestione accentrata (affari esteri, difesa, ordine pubblico, giustizia e così via); anche il regime dei controlli preventivi sugli atti amministrativi regionali e locali fu affievolito (l. 15 marzo 1997, n. 59 e l. 15 maggio 1997, n. 127, con i relativi decreti legislativi di attuazione, in particolare il d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112). Si parlò di «federalismo amministrativo a costituzione invariata».
Per consolidare queste innovazioni, che erano pur sempre di rango legislativo ordinario, il Parlamento della XIII legislatura, traendo spunto dall’abbandonato progetto della terza commissione bicamerale per le riforme costituzionali, varò due riforme che modificarono integralmente il titolo V della Costituzione.