Concetti Chiave
- Gli atti giuridici di diritto familiare, come il matrimonio, hanno una regolamentazione distinta da quelli di contenuto patrimoniale.
- La riforma del diritto di famiglia del 1975 ha equiparato lo status giuridico di tutti i figli, a prescindere dal concepimento dentro o fuori dal matrimonio.
- Il riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio produce effetti anche sui parenti del genitore che lo effettua.
- In passato, la famiglia era dominata dalla patria potestà perpetua, mentre oggi è sostituita dalla responsabilità genitoriale condivisa dai genitori.
- Prima del 1975, il pater familias determinava l'indirizzo della vita familiare, ruolo oggi condiviso da entrambi i coniugi.
Atti giuridici di diritto familiare
Gli atti giuridici di diritto familiare, anche quando consistono in dichiarazioni di volontà come nel caso del matrimonio, ricevono una regolazione normativa a sé stante, diversa da quella degli atti giuridici di contenuto patrimoniale.
Il diritto di famiglia è stato riformato nel 1975. Una delle più significative innovazioni ha riguardato la posizione dei figli: a differenza di quanto avveniva in passato, infatti, oggi tutti i figli hanno lo stesso status giuridico (art.
Mentre nella società moderna la distinzione tra famiglia in senso stretto e in senso ampio è netta, in passato i due concetti tendevano a coincidere: il termine «famiglia» alludeva a un’unica grande famiglia dominata dalla patria potestà perpetua, a cui erano assoggettati tutti i discendenti del medesimo capostipite e che implicava l’obbligo di coabitazione e del lavoro nel fondo della famiglia. Il consenso del pater familias era necessario anche per le nozze dei figli adulti e ci si poteva sottrarre solo con l’emancipazione da lui concessa espressamente o tacitamente (tramite l’acquiescenza alla separata abitazione o in seguito all’assunzione di un’alta carica politica da parte dell’emancipato). Oggi, la podestà del pater familias è stata sostituita con la responsabilità genitoriale (art. 316) che sorge in capo a entrambi i genitori, dunque non più solo sul padre. In particolare, prima della riforma legislativa del 1975 il podestà della famiglia esercitava anche la podestas maritalis sulla moglie e ciò gli consentiva di detenere in maniera esclusiva il compito di determinare l’indirizzo della vita famigliare, oggi affidato unitariamente a entrambi i coniugi.