Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Le fonti consuetudinarie internazionali si integrano automaticamente nell'ordinamento giuridico italiano, senza necessità di approvazione legislativa interna.
  • Le fonti pattizie richiedono l'approvazione di una legge esecutoria per avere efficacia interna, a differenza delle consuetudini che si applicano automaticamente.
  • La sentenza 238 del 2014 stabilisce che le consuetudini internazionali non possono prevalere sui principi supremi e inderogabili della costituzione italiana.
  • I principi costituzionali italiani sono considerati inviolabili e rappresentano i diritti imprescrittibili di ogni individuo, non derogabili da fonti consuetudinarie.
  • L'articolo 10 della costituzione italiana afferma il conformarsi della repubblica alle norme internazionali generalmente riconosciute, sancendo l'adattamento automatico a nuove consuetudini.

Influenza delle fonti consuetudinarie sul piano del diritto interno

L’impatto che le fonti consuetudinarie acquisiscono sul piano del diritto interno alla repubblica italiana è stabilito dall’articolo 10 della nostra costituzione, il quale afferma che la repubblica italiana si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
Ciò determina una differenza fondamentale tra fonti consuetudinarie e fonti pattizie:
- affinché una fonte consuetudinaria entri a far parte del nostro ordinamento non è necessaria l’approvazione di alcuna legge interna.

L’adattamento del nostro ordinamento a una fonte consuetudinaria è automatica: ogni volta che, sul piano del diritto internazionale, si consolida una nuova fonte consuetudinaria, la repubblica italiana si limita a conformarvisi in modo automatico;
- una fonte pattizia, al contrario, acquisisce efficacia sul piano del diritto interno solo in seguito all’approvazione di una legge esecutoria relativa a un trattato internazionale: la sua efficacia sul piano del diritto interno, pertanto, non scaturisce mai da un processo automatico.
Le consuetudini internazionali possono prevalere sulle norme nazionali sulla base dei limiti sanciti dalla sentenza 238 del 2014, la quale stabilisce che esistono alcuni principi, che attengono ai valori supremi del nostro ordinamento, che non possono essere messi in discussione nemmeno dalle consuetudini internazionali.
In sintesi, è possibile dire che, sulla base della sentenza 238 del 2014, una fonte consuetudinaria può derogare una legge ordinaria attenendosi sempre ai principi inderogabili della costituzione italiana, che non possono essere valicati. Tali principi, dunque, si configurano quali elementi fondanti e inviolabili dell’ordinamento giuridico: essi, pertanto, non possono venir meno in alcun caso poiché attengono alla sfera dei diritti imprescrittibili e indisponibili di cui ogni essere umano è titolare.

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