Andrea301AG
Ominide
2 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • L'Unione Europea ha sviluppato una politica comune sull'immigrazione per prevenire l'immigrazione irregolare e la tratta di esseri umani.
  • Direttive chiave includono la 2008/115/Ce sul rimpatrio di cittadini irregolari e la 2009/52/Ce per sanzionare datori di lavoro che impiegano stranieri irregolari.
  • La direttiva rimpatri assicura il rispetto della dignità e dei diritti degli immigrati, promuovendo la partenza volontaria e limitando le misure coercitive.
  • La direttiva è stata recepita in Italia tramite il d.l. 23 giugno 2011, n. 89, in risposta a una sentenza della Corte di giustizia europea.
  • La Corte di giustizia ha disapplicato la pena detentiva per stranieri irregolari, considerandola contraria agli obiettivi di efficace rimpatrio della direttiva.

L’immigrazione secondo il diritto interno e comunitario

L’Unione europea si è impegnata a sviluppare una politica comune dell’immigrazione intesa ad assicurare, fra gli altri obiettivi, la prevenzione e il contrasto dell’immigrazione irregolare e della tratta degli esseri umani (art. 79 Tfue). In questo ambito sono state adottate le direttive 2008/115/Ce (sul rimpatrio di cittadini di paesi terzi irregolarmente soggiornanti), 2009/52/Ce (per sanzionare i datori di lavoro che impiegano stranieri irregolari) e 2011/36/Ue (sulla prevenzione e repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime).

Inoltre, nel 2007 è stata istituita l’agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli stati membri dell’Ue (Frontex).
In particolare, la direttiva rimpatri introduce principi guida volti a garantire il rispetto della dignità e dei diritti dello straniero destinatario di un provvedimento di rimpatrio, quali: la gradualità degli strumenti di allontanamento, la preferenza per la partenza volontaria, l’uso residuale e proporzionale di misure coercitive preordinate all’allontanamento, la tutela dell’interesse superiore del minore, della vita familiare e del diritto alla salute, la valutazione di eventuali vulnerabilità del soggetto, la limitata applicazione del divieto di reingresso, nonché l’accesso a forme di tutela effettiva avverso i provvedimenti di rimpatrio.

La direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano con il d.l. 23 giugno 2011, n. 89, adottato a seguito di una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 28 aprile 2011 (rinvio pregiudiziale sul caso El Dridi) e convertito dalla l. 129/2011. Quella sentenza si fondava sugli effetti diretti delle disposizioni sufficientemente precise e incondizionate della direttiva, a fronte del suo mancato recepimento da parte dello Stato italiano, all’indomani della scadenza del relativo termine (dicembre 2010). La Corte di giustizia aveva ritenuto contraria alla direttiva, e quindi da disapplicare, la previsione della pena detentiva per lo straniero irregolare che non avesse adempiuto a un ordine di allontanamento dal territorio nazionale, contenuta nel testo unico sull’immigrazione (art. 14 commi 5-ter e 5-quater), in quanto la reclusione avrebbe compromesso la realizzazione di un obiettivo fondamentale della direttiva stessa, ossia l’efficace rimpatrio.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali direttive adottate dall'Unione Europea per gestire l'immigrazione irregolare?
  2. Le principali direttive adottate sono la direttiva 2008/115/Ce sul rimpatrio di cittadini di paesi terzi irregolarmente soggiornanti, la direttiva 2009/52/Ce per sanzionare i datori di lavoro che impiegano stranieri irregolari, e la direttiva 2011/36/Ue sulla prevenzione e repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime.

  3. Quali principi guida introduce la direttiva rimpatri per garantire il rispetto dei diritti degli stranieri?
  4. La direttiva rimpatri introduce principi guida come la gradualità degli strumenti di allontanamento, la preferenza per la partenza volontaria, l'uso proporzionale di misure coercitive, la tutela dell'interesse superiore del minore, della vita familiare e del diritto alla salute, e l'accesso a forme di tutela effettiva contro i provvedimenti di rimpatrio.

  5. Come è stata recepita la direttiva rimpatri nell'ordinamento italiano?
  6. La direttiva rimpatri è stata recepita nell'ordinamento italiano con il d.l. 23 giugno 2011, n. 89, a seguito di una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, e convertita dalla l. 129/2011, che ha disapplicato la previsione della pena detentiva per lo straniero irregolare che non avesse adempiuto a un ordine di allontanamento.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community