Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Gianvincenzo Gravina propose un insegnamento del diritto basato sulla pratica del Corpus iuris civilis, rifiutando il metodo scolastico tradizionale.
  • Nell'opera «Origines iuris civilis», Gravina esamina la storia del diritto in quattro fasi, sottolineando l'importanza del giusnaturalismo moderno.
  • Gravina esaltava la metodologia dei giuristi umanisti come modello ideale per la formazione giuridica del suo tempo.
  • Promuoveva uno stato con equilibrio dei poteri, evitando l'ingerenza del sovrano nelle funzioni giurisdizionali.
  • Distinse tra civitas semplice, mista e perturbata, preferendo la mista ma riconoscendo i rischi di degenerazione di tutte e tre le forme.

Gravina - Bibliografia e concezione statuale

Il programma didattico redatto da Gianvincenzo Gravina, espresso nelle «Orationes», proponeva un insegnamento del diritto depurato dalla pesantezza del metodo scolastico e fondato sulla conoscenza pratica del Corpus iuris civilis. Secondo Gravina, nel corso della storia giuridica sono state due le scuole più importanti: quella accursiana e quella alciatea, poiché entrambe hanno delineato l’importanza del risvolto pratico della scientia iuris.
L’opera più importante di Gravina fu il saggio intitolato «Origines iuris civilis», in cui egli ripercorre la storia del diritto in quattro tappe principali: la storia del diritto romano; la rinascita degli studi giuridici (riforma gregoriana); il giusnaturalismo moderno e l’importanza del corpus giustinianeo.

Nell’opera, inoltre, Gravina esalta la metodologia dei giuristi umanisti, da lui considerata il miglior modello per la preparazione del giurista del suo tempo, il quale doveva formarsi sulle opere dell’umanesimo giuridico per comprendere le norme romane e utilizzare le opere tradizionali (consilia e decisiones) come elementi accessori a sostegno della memoria. Ancora, lo studioso auspica la formazione di uno stato caratterizzato dall’equilibrio dei poteri, in cui il sovrano non avrebbe dovuto esercitare prerogative di ingerenza sulle funzioni giurisdizionali. Infine, Gravina distingue tre forme di civitas: semplice; mista e perturbata. Egli predilige la seconda, la quale può assumere tre forme a seconda che la sovranità risieda in una sola persona (regnum), in un gruppo oligarchico (status optimatum) o nell’intera comunità (res publica). Gravina, prettamente monarchico, non era fautore di nessuna delle tre perché, secondo lui, queste erano destinate a degenerare rispettivamente nella tirannide, nella oligarchia e nella democrazia.
L’opera graviniana ebbe larga diffusione: in molti paesi continuò ad essere stampata fino al XIX secolo e in altri venne adottata come testo universitario.

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