Concetti Chiave
- Negli anni Ottanta, l'Italia affrontò crisi nel funzionamento del governo, con riforme istituzionali inefficaci per invertire la tendenza.
- Alla fine degli anni Ottanta, la stabilità e la governabilità divennero priorità per lo sviluppo del paese, influenzate dalla competitività europea.
- La mancata innovazione dei partiti portò all'uso di referendum popolari per forzare cambiamenti, concentrandosi sul sistema elettorale.
- Il passaggio dal sistema proporzionale a quello maggioritario mirava a bipolare la politica, rinnovare la classe politica e migliorare la moralità pubblica.
- Le riforme elettorali influenzarono il funzionamento del governo, permettendo l'emergere chiaro di maggioranze e presidenti del Consiglio nelle elezioni successive.
Evoluzione storica della forma di governo italiana
Durante gli ultimi decenni del XX secolo, il funzionamento della forma di governo italiana cominciò a manifestare segni di crisi. Tentativi di invertire una tendenza degenerativa attraverso appropriate riforme istituzionali furono avviati già negli anni Ottanta, ma furono tardivi e largamente inefficaci. Superato il vincolo internazionale che comportava l’esigenza, sempre condivisa dalla gran parte degli elettori, di impedire il prevalere in Italia di forze politiche troppo influenzate dall’Unione Sovietica, nuovi valori e nuove necessità si fecero sentire alla fine degli anni Ottanta, stimolati anche dalla crescente competitività fra sistemi-paese all’interno della Comunità europea.
Governabilità e stabilità cominciarono a essere percepite come condizioni indispensabili di sviluppo, difficilmente compatibili con il governo a direzione plurima dissociata.Nella dimostrata indisponibilità dei partiti dell’epoca a innovare le istituzioni, si avviò un tentativo di riforma fondato sugli strumenti giuridici che si potevano rinvenire in Costituzione, usati per così dire ai limiti delle loro potenzialità. Si fece così ricorso alla strategia dei referendum popolari per costringere il parlamento dei partiti a cambiare, partendo dalla regola base della politica nelle democrazie rappresentative, tanto più se parlamentari: il sistema elettorale.
Trasformando in maggioritario il sistema proporzionale su cui quella forma di governo si era fondata si pensava di poter perseguire più scopi:
- instaurare una competizione bipolare per permettere l’investitura popolare del governo;
- imporre un salutare ricambio di classe politica;
- porre fine al correntismo che minava dall’interno i partiti e ne complicava i reciproci rapporti;
- moralizzare la vita pubblica;
- semplificare il sistema dei partiti.
Ancorché parziali per definizione, le innovazioni elettorali non mancarono in effetti di influire fortemente sul funzionamento della forma di governo e sull’interpretazione stessa delle disposizioni costituzionali: sia nel 1994 sia nel 1996 sia, ancor più, nel 2001 una maggioranza e un presidente del Consiglio emersero con sufficiente nitidezza dal voto; così anche nel 2006 e nel 2008 con un sistema elettorale nel frattempo nuovamente cambiato.
Domande da interrogazione
- Quali furono i principali problemi del sistema di governo italiano negli ultimi decenni del XX secolo?
- Quale strategia fu adottata per costringere il parlamento a cambiare?
- Quali furono gli effetti delle innovazioni elettorali sul sistema di governo italiano?
Il sistema di governo italiano mostrava segni di crisi, con tentativi tardivi e inefficaci di riforma istituzionale. La governabilità e la stabilità erano percepite come indispensabili per lo sviluppo, ma difficilmente compatibili con un governo a direzione plurima dissociata.
Si ricorse alla strategia dei referendum popolari per costringere il parlamento a cambiare, partendo dalla modifica del sistema elettorale, trasformandolo da proporzionale a maggioritario per instaurare una competizione bipolare e semplificare il sistema dei partiti.
Le innovazioni elettorali influirono fortemente sul funzionamento della forma di governo, permettendo l'emergere di una maggioranza e di un presidente del Consiglio con sufficiente nitidezza dal voto, come avvenne nel 1994, 1996, 2001, 2006 e 2008.