Concetti Chiave
- Il lavoro interinale è stato introdotto nel 1997 e ha subito numerose modifiche, iniziando con il decreto Biagi che ha permesso lo staff leasing.
- Il decreto Poletti del 2014 ha rimosso la necessità della causale per la somministrazione a termine, estesa poi dal d.lgs. 81/2015 anche al tempo indeterminato.
- Nel 2018, sono state reintrodotte restrizioni con la legge 96, richiedendo una causale per rinnovi oltre 12 mesi, complicando la gestione per le agenzie interinali.
- In caso di somministrazione irregolare, i lavoratori possono richiedere un contratto a tempo indeterminato presso l'utilizzatore; nel settore pubblico, invece, solo un risarcimento.
- L'istituto del lavoro interinale si è evoluto notevolmente dal 1997, risultando oggi molto diverso rispetto alla sua forma originale.
Indice
Evoluzione del lavoro interinale
Dalla sua introduzione nel 1997, l’istituto della somministrazione temporanea (o lavoro interinale) è stato più volte innovato. Il primo intervento è stato realizzato tramite il decreto Biagi, che ha legalizzato la somministrazione a tempo indeterminato (staff leasing).
Nel 2014, il decreto Poletti ha riformato l’istituto sotto molti punti di vista: è stata eliminata la causale giustificatrice della somministrazione a termine; in seguito, il d.lgs. 81/2015 ha esteso il superamento di tale requisito anche alla somministrazione a tempo indeterminato.
Nel 2018, la materia è stata sottoposta ad alcune restrizioni: la legge 96 ha previsto la necessità della causale dopo 12 mesi o comunque in caso di rinnovo del contratto.
Queste limitazioni, però, hanno riguardato solo il rapporto tra il lavoratore e l'agenzia di somministrazione, la cui attività è stata vincolata a monte. Per questo, la legge ha precisato che le causali devono essere riferite a esigenze dell’utilizzatore. Tuttavia, questo «chiarimento» ha aumentato la confusione e l’incertezza delle agenzie, che si interrogano su come potranno riorganizzare e gestire la propria attività.
Conseguenze delle somministrazioni irregolari
In caso di somministrazione irregolare, il lavoratore ha la facoltà di richiedere la costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato alle dipendenze dell’utilizzatore. Il discorso cambia nel settore pubblico: il lavoratore pubblico somministrato in modo irregolare può aspirare, al massimo al risarcimento dei danni patiti (compreso tra 2,5 e 12 mensilità di retribuzione). Al dirigente promotore dell’irregolarità, inoltre, saranno imputate la responsabilità erariale e le penalizzazioni retributive.
Conclusioni sull'istituto della somministrazione
In definitiva, è possibile evincere che, sin dalla sua costituzione, l’istituto introdotto dalla legge Treu del 1997 è stato sottoposto a una congerie di modifiche e innovazioni normative, talmente numerose che oggi esso appare nettamente diverso rispetto a quando è stato concepito e introdotto nell’ordinamento giuridico italiano.
Domande da interrogazione
- Quali sono state le principali modifiche normative al lavoro interinale dal 1997?
- Cosa accade in caso di somministrazione irregolare nel settore pubblico?
- Come è cambiato l'istituto della somministrazione dalla sua introduzione?
Dal 1997, il lavoro interinale ha subito diverse modifiche, tra cui la legalizzazione della somministrazione a tempo indeterminato con il decreto Biagi, la riforma del decreto Poletti nel 2014, e le restrizioni introdotte dalla legge 96 nel 2018.
In caso di somministrazione irregolare nel settore pubblico, il lavoratore può ottenere un risarcimento dei danni, mentre al dirigente responsabile vengono imputate responsabilità erariali e penalizzazioni retributive.
L'istituto della somministrazione è stato sottoposto a numerose modifiche normative sin dalla sua introduzione nel 1997, risultando oggi molto diverso rispetto alla sua concezione originale.