Concetti Chiave
- Le entrate ecclesiastiche si suddividono in interne ed esterne, e in generiche e specifiche, a seconda della loro origine e dipendenza da prestazioni.
- Le entrate di diritto pubblico includono imposte ecclesiastiche, tasse per servizi religiosi, e il contributo dell'8 x 1000 per scopi religiosi e sociali.
- La Chiesa può imporre tributi grazie al diritto canonico, ma le decime sacramentali sono state abolite nel 1887.
- Le entrate di diritto privato comprendono oblazioni volontarie dei fedeli, legati pii e fondazioni di culto, con possibilità di deduzioni fiscali per i donatori.
- Lo Stato supporta gli enti ecclesiastici con contributi come il 5 x 1000, coperture assicurative, e l'uso agevolato di beni immobili.
Enti ecclesiastici: sistema delle entrate
Le entrate ecclesiastiche sono le fonti da cui gli enti di diritto ecclesiastico traggono i mezzi economici per la loro attività
Classificazione
interne = se provengono da beni ecclesiasticiesterne = se provengono da altri beni
oppure
generiche = non dipendenti da una prestazione
specifiche = se dipendono da una prestazione. A loro volta possono essere distinte in
• tasse vere e proprie
• oblazioni dei fedeli
• spese di giudizio
Giuridicamente si distinguono in entrate di diritto pubblico e entrate di diritto privato
1) Entrate di diritto pubblico
• imposte ecclesiastiche
La Chiesa ha la potestà di imporre e riscuotere tributi, riconosciuta dal Diritto canonico. L’imposizione può riguardare i fedeli o gli altri Enti, con qualifica di persone giuridiche, soggetti al suo governo.
L’imposizione riguardante i singoli fedeli è stata soppressa con la Legge n° 427/1887 che ha abolito le “decime (cd. decime sacramentali), ma non le “decime dominicali”.
L’imposizione ad altri enti ecclesiastici derivano dal diritto del Vescovo di imporre alle persone giuridiche sottoposte alla susa giurisdizione dei contributi per le necessità della diocesi (= cathredraticum) o per il funzionamento del seminario (= seminaristicum)
• tasse ecclesiastiche
Sono somme riscosse perché relative al pagamento del costo di un servizio (= dispense, indulti, privilegi, onorificenze, battesimi celebrati in casa), oppure spese di giudizio sostenute davanti ai Tribunali ecclesiastici
• l’8 x 1000 dello Stato
Dall’ a.f. 1990, una quota dell’ 8 x 1000 sull’imposta del reddito delle persone fisiche è destinata sia a scopi di interesse di carattere sociale e umanitario gestiti dallo Stato, sia a scopi di carattere religioso, gestiti direttamente dalla Chiesa, sulla base di una scelta volontaria del contribuente; a questa quota viene aggiunto l’ 8 x 1000 relativo alle scelte non espresse, proporzionalmente alle scelte espresse
La C.E.I., annualmente, trasmette al Ministero dell’ Interno un resoconto sull’utilizzo di tali somme.
• prestazioni dello Stato degli EE. LL.
- copertura degli oneri del fondo per l’assicurazione invalidità e vecchiaia del clero (Ministero del lavoro)
- interventi saltuari per speciali circostanze: calamità naturali per ripristino edifici religiosi, giubilei, pellegrinaggi
- pagamento retribuzioni docenti di religione
- pagamento retribuzioni cappellani militari
- buoni scuola concessi dalle leggi regionali a favore degli studenti delle scuole private
- concessione in locazione a titolo gratuito o a canone agevolato di beni immobili dello Stato
• gettito derivato dal 5 x 1000
Si tratta di una misura fiscale che consente ai contribuenti di destinare una quota dell’ IRPEF ad enti che si occupano di particolari attività sociali. In base alla scelta del contribuente, il 5 x 1000 dell’imposta netta è destinata a sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, sportive, di ricerca scientifica e di tutela e valorizzazione dei beni culturali, fra cui anche vari enti, associazioni e confessioni religiose (O.N.L.U.S.)
2) Entrate di diritto privato
• oblazioni dei fedeli
Sono offerte versate volontariamente dai fedeli. Le persone fisiche possono dedurre dal proprio reddito complessivo per un massimo di euro 1.032,91, a favore dell’Istituto centrale per il sostentamento del clero.
• disposizioni per l’anima
Sono le disposizioni testamentarie, in base alle quali il testatore destina una parte delle sue sostanze per la celebrazione di messe in suffragio, per sé o per i suoi familiari
• legati pii
Si tratta di devolvere beni temporali mobili ed immobili ad un ente ecclesiastico già esistente per culto o beneficenza (In questo caso, il Codice canonico parla di “pia fondazione non autonoma”
• fondazioni di culto
Se con donazione o testamento si dispone che i beni mobili ed immobili si costituisca un nuovo ente o fondazione di culto, si parla di “pia fondazione autonoma”
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali fonti di entrate per gli enti ecclesiastici?
- Cosa sono le imposte ecclesiastiche e come vengono applicate?
- Come funziona l'8 x 1000 e a cosa è destinato?
- Quali sono le entrate di diritto privato per gli enti ecclesiastici?
- In che modo lo Stato supporta finanziariamente gli enti ecclesiastici?
Le entrate ecclesiastiche provengono da fonti interne ed esterne, e possono essere classificate come generiche o specifiche. Le entrate di diritto pubblico includono imposte ecclesiastiche, tasse ecclesiastiche, l'8 x 1000 dello Stato, prestazioni dello Stato e il gettito derivato dal 5 x 1000. Le entrate di diritto privato comprendono oblazioni dei fedeli, disposizioni per l'anima, legati pii e fondazioni di culto.
Le imposte ecclesiastiche sono tributi che la Chiesa ha il potere di imporre e riscuotere, riconosciuto dal Diritto canonico. Possono riguardare i fedeli o altri enti ecclesiastici, ma l'imposizione sui singoli fedeli è stata soppressa dalla Legge n° 427/1887.
L'8 x 1000 è una quota dell'imposta sul reddito delle persone fisiche destinata a scopi di interesse sociale e umanitario gestiti dallo Stato e a scopi religiosi gestiti dalla Chiesa. La scelta è volontaria e la quota include anche le scelte non espresse, distribuite proporzionalmente.
Le entrate di diritto privato includono le oblazioni dei fedeli, disposizioni testamentarie per l'anima, legati pii e fondazioni di culto. Queste entrate derivano da offerte volontarie, disposizioni testamentarie e donazioni per scopi religiosi o di beneficenza.
Lo Stato supporta gli enti ecclesiastici attraverso la copertura degli oneri per l'assicurazione del clero, interventi per calamità naturali, pagamento di retribuzioni per docenti di religione e cappellani militari, buoni scuola per studenti di scuole private, e concessioni di beni immobili a titolo gratuito o agevolato.