Concetti Chiave
- I contratti collettivi non sono fonti legislative, ma si comportano come tali, regolando standard lavorativi in modo analogo alle leggi.
- I CCNL sono classificati come fonti "extra ordinem", un termine che riflette la loro natura anomala rispetto alle fonti di diritto oggettive.
- I contratti collettivi standardizzano le condizioni di lavoro e sono inderogabili nei contratti individuali, proteggendo da peggioramenti.
- L'inderogabilità dei CCNL mira a limitare il dumping sociale e la concorrenza sfrenata tra lavoratori nel mercato del lavoro.
- La prevalenza dei CCNL sui contratti individuali stabilisce standard minimi di retribuzione e normazione per evitare segmentazioni eccessive nel mercato.
Indice
Durata e rinnovo dei contratti collettivi
Ipotizzando che sia possibile porre un termine di durata ai contratti collettivi, è necessario comprendere se sia possibile rinnovare il suddetto contratto con un nuovo documento peggiorativo.
La maggior parte degli interrogativi sollevati in materia di contrattazione collettiva trova un’efficace risposta all’interno del Testo unico della rappresentanza (2014).
Ruolo del contratto collettivo
Spesso, il contratto collettivo viene declinato come fonte regolativa dei contratti individuali di lavoro. Ciononostante, il contratto collettivo non si configura come fonte legislativa: esso si comporta come tale, ma non si tratta di una fonte di diritto oggettivo. Alcuni giuristi hanno definito il CCNL una fonte extra ordinem: l’espressione declina il contratto collettivo come fonte anomala.
La funzione normativa dei contratti collettivi, infatti, è pressoché analoga a quella della legge: essi mirano a regolare in modo standardizzato le condizioni di lavoro di una serie di rapporti individuali. Il suddetto contratto, pertanto, assume i requisiti di generalità e astrattezza tipici delle fonti legislative.
Normativa e inderogabilità dei CCNL
Ammesso che il contratto collettivo regoli in modo standardizato i rapporti individuali di lavoro, bisogna precisare che la suddetta regolazione è inderogabile: il contenuto dei CCNL non può essere derogato in peius dalla contrattazione individuale, eventualmente affetta da nullità parziale o totale. Anche questa statuizione avvicina il contratto collettivo alla legge: così come quest’ultima si pone come fonte primaria, allo stesso modo il contenuto dei patti individuali di lavoro devono tener conto dell’inderogabilità in peius degli standard consolidati nei contratti collettivi.
Ratio dell'inderogabilità e concorrenza
La ratio che sottintende all’inderogabilità riguarda la limitazione della concorrenza, cioè del dumping sociale: stabilendo la prevalenza dei CCNL sui contratti individuali, il legislatore ha voluto limitare la concorrenza fra lavoratori che si offrono all’interno del mercato del lavoro. Se non fossero stabiliti degli standard minimi in materia di retribuzione e normazione, il mercato di lavoro sarebbe caratterizzato da un’eccessiva gamma di possibilità, divenendo così estremamente segmentato.
Domande da interrogazione
- È possibile rinnovare un contratto collettivo con un nuovo documento peggiorativo?
- Qual è la funzione normativa dei contratti collettivi?
- Perché i contratti collettivi sono considerati inderogabili?
No, il contenuto dei contratti collettivi non può essere derogato in peius dalla contrattazione individuale, poiché ciò sarebbe affetto da nullità parziale o totale.
La funzione normativa dei contratti collettivi è di regolare in modo standardizzato le condizioni di lavoro di una serie di rapporti individuali, assumendo i requisiti di generalità e astrattezza tipici delle fonti legislative.
I contratti collettivi sono considerati inderogabili per limitare la concorrenza e il dumping sociale, stabilendo la prevalenza dei CCNL sui contratti individuali per evitare un mercato del lavoro eccessivamente segmentato.