Concetti Chiave
- L'economia pubblica viene concepita come neutrale rispetto alle preferenze individuali e di mercato.
- I beni pubblici dovrebbero essere finanziati secondo una logica di "quasi-mercato" basata sul beneficio individuale.
- I tributi para-commutativi, come la tassa, si basano sul principio del beneficio per determinare l'importo.
- Il pensiero economico ha iniziato a includere il benessere sociale come obiettivo dell'economia pubblica e privata.
- Arthur Cecil Pigou ha influenzato l'economia del benessere con la sua opera del 1920, The Economics of Welfare.
Indice
Economia pubblica e neutralità
L’economia pubblica e la finanza pubblica (l’attività dello Stato di raccolta di entrate finanziarie e di erogazione di spese) vengono concepite come un settore che dovrebbe funzionare in modo essenzialmente neutrale nei confronti delle preferenze degli individui e degli “attori” che operano nel mercato.
Efficienza economica e quasi-mercato
Al tempo stesso, però, si è all’inizio ritenuto che corrispondesse proprio all’obiettivo dell’efficienza economica che anche tali beni fossero finanziati secondo una logica di “quasi-mercato”. Il singolo cittadino troverebbe conveniente finanziare queste funzioni e servizi pubblici solo in misura corrispondente al beneficio che ne può trarre, non in misura superiore (anche se si scegliesse di fargli pagare dei tributi, occorrerebbe determinarli alla stessa maniera in cui si fisserebbe un “prezzo” per un servizio: si tratta dei c.d. i tributi para-commutativi, come la “tassa”, figura di tributo basata sul criterio di beneficio.
Mutamenti nella riflessione economica
L’orizzonte della riflessione economica comincia a mutare, almeno parzialmente, quando gli economisti iniziano (tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo) a teorizzare che l’economia pubblica, e quindi il rapporto tra entrate e spese pubbliche, deve essere diretta – insieme all’economia privata – a favorire e incrementare il benessere sociale (in particolare l’inglese Arthur Cecil Pigou [1877-1959], con la sua opera The Economics of Welfare del 1920).