Concetti Chiave
- Il distacco del lavoratore è una deroga alla coincidenza tra titolare del rapporto di lavoro e utilizzatore della prestazione, regolato dal decreto Biagi.
- Il distacco richiede un interesse dell'imprenditore distaccante, come ragioni produttive o organizzative, garantendo utilità reciproca tra società collegate.
- La temporaneità è un requisito del distacco, con tolleranza per periodi lunghi, mantenendo il datore distaccante responsabile del trattamento economico e normativo.
- Il potere direttivo passa al datore distaccatario, ma i cambiamenti nelle mansioni richiedono il consenso del lavoratore e il trasferimento oltre 50 km necessita di ragioni comprovate.
- La mancanza dei requisiti del distacco può causare un distacco irregolare, permettendo al lavoratore di richiedere un rapporto di lavoro con il datore beneficiario.
Distacco del lavoratore
La legge ammette solo in due casi una deroga al principio della coincidenza fra il titolare del rapporto di lavoro e l’effettivo utilizzatore della prestazione: lavoro somministrato e distacco del lavoratore.
Quest’ultimo istituto, disciplinato dal decreto Biagi, si ha quando il datore di lavoro, per soddisfare un proprio interesse, pone temporaneamente uno o più lavoratori a disposizione di un altro soggetto per l’esecuzione di una determinata prestazione (art.
Per evitare che il distacco costituisca una mera interposizione vietata, è richiesto il requisito costitutivo dell’interesse dell’imprenditore distaccante (ragioni produttive, organizzative, commerciali, ecc.). L’interesse sussiste con certezza fra società collegate: in questo caso si ricava utilità dallo sviluppo dei reciproci rapporti economici. Se, ad esempio, il distacco del personale avviene fra aziende che hanno sottoscritto un contratto di rete d’imprese, l’interesse della parte distaccante sorge automaticamente in forza dell'operare della rete. Inoltre, per le stesse imprese, è ammessa l'assunzione di un dipendente da parte di più datori di lavoro contemporaneamente (codatorialità).
Il secondo requisito costitutivo del distacco è la sua temporaneità, anche se la giurisprudenza tollera distacchi molto lunghi.
Una volta che il distacco è stato disposto, il potere direttivo è esercitato dal datore distaccatario, anche se il distaccante continua ad essere responsabile del trattamento economico e normativo spettante al lavoratore (anche se di fatto poi richiede il rimborso all’utilizzatore del dipendente). Infine, il distacco può dar luogo a mutamenti sostanziali delle mansioni svolte dal lavoratore solo previo suo consenso. Inoltre, il distacco in un’unità produttiva posta a più di 50 km da quella cui il dipendente è assegnato può avvenire soltanto per comprovate ragioni tecniche, organizzative o produttive.
Qualora venga accertata l'assenza dei due requisiti richiesti, si ricade nell'ipotesi di distacco irregolare, che produce le medesime conseguenze della violazione del divieto di interposizione: il lavoratore distaccato può richiedere la costituzione giudiziale di un rapporto di lavoro alle dipendenze del datore beneficiario del distacco. L'azione è sottoposta ai termini previsti per l'impugnazione del licenziamento (60 + 180 giorni).
Domande da interrogazione
- Quali sono i due casi in cui la legge ammette una deroga al principio della coincidenza fra il titolare del rapporto di lavoro e l’effettivo utilizzatore della prestazione?
- Quali sono i requisiti costitutivi necessari per un distacco del lavoratore?
- Cosa accade se mancano i requisiti richiesti per il distacco del lavoratore?
La legge ammette una deroga in due casi: lavoro somministrato e distacco del lavoratore.
I requisiti costitutivi per un distacco del lavoratore sono l'interesse dell'imprenditore distaccante e la temporaneità del distacco.
Se mancano i requisiti richiesti, si verifica un distacco irregolare, e il lavoratore può richiedere la costituzione giudiziale di un rapporto di lavoro con il datore beneficiario del distacco.