Concetti Chiave
- Le regioni italiane sono state create come enti intermedi tra lo Stato e i comuni, ispirate dall'assetto medievale, ma senza un valore storico preesistente.
- Esistono differenze significative tra le regioni ordinarie e quelle a statuto speciale, con quest'ultime che godono di maggiore autonomia legislativa.
- Gli statuti delle regioni speciali sono definiti come fonti statali di rango costituzionale e sono stati istituiti direttamente dall'assemblea costituente.
- L'articolo 116 della Costituzione italiana, revisionato nel 2001, riconosce la specialità regionale e stabilisce le condizioni di autonomia per le regioni a statuto speciale.
- Le leggi costituzionali per modificare gli statuti speciali richiedono un parere dell'assemblea regionale e non prevedono un referendum per la revisione di iniziativa governativa o parlamentare.
Indice
Le fonti regionali
Le fonti regionali sono: gli statuti delle regioni ordinarie; le leggi regionali e i regolamenti regionali. Gli statuti delle regioni speciali sono invece definiti «fonti statali di rango costituzionale.
Nel 1948, l’assemblea costituente si propose di individuare un ente territoriale intermedio tra stato e provincie: così nacquero le regioni, sorte come enti frapposti tra la realtà comunale e lo stato. La struttura autonomista configurata dall’assemblea costituente trae le sue origini direttamente dall’assetto medievale. Mentre gli enti comunali e provinciali vantavano una storia risalente all’epoca medievale, il livello regionale non aveva alcun valore dal punto di vista storico poiché esso fu introdotto proprio dall’assemblea costituente, la quale si vide quindi costretta a definire ogni aspetto del concetto di «regione».
Differenziazione territoriale
Ciò determinò una grande differenziazione territoriale: tutt’oggi esistono regioni con diversi milioni di abitanti e altre con poche centinaia di migliaia. Nel corso degli ultimi decenni, pertanto, i confini regionali sono stati più volte messi in discussione. Tale processo è culminato nella creazione di una nuova regione nel 1973: il Molise, ottenuto dal frazionamento dell’Abruzzo.
Regioni a statuto speciale
Le regioni a statuto speciale furono quelle istituite per prime; gli statuti delle regioni speciali, pertanto, furono definiti direttamente dall’assemblea costituente. Tali regioni (Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia Giulia) hanno sempre avuto margini di iniziativa legislativa più ampi rispetto alle altre regioni.
Specialità regionale e costituzione
L’articolo 116 della Costituzione, revisionato nel 2001, evoca la specialità regionale: esso, infatti, sancisce che «il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige/Südtirol e la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale».
Revisione degli statuti speciali
Le leggi costituzionali approvate per modificare gli statuti delle regioni speciali sono leggi costituzionali particolari adottate sulla base del procedimento definito dall’articolo 138, ma con due differenze introdotte dalla legge costituzionale 2 del 2001:
1. Quando la revisione dello statuto speciale è di iniziativa del governo o parlamentare, il progetto di legge costituzionale deve essere comunicato all’assemblea regionale, la quale ha due mesi di tempo per esprimere un proprio parere;
2. Nel suddetto caso in cui la revisione dello statuto speciale è di iniziativa del governo o del parlamento non si fa comunque luogo al referendum.
L’unico ente regionale capace di adottare fonti primarie è una regione a statuto ordinario o speciale, con l’eccezione di Trento e di Bolzano.
Sistema regionale ordinario
Il sistema regionale ordinario, invece, è scaturito da un’attuazione più lenta.
Sulla base del criterio di competenza, è possibile comprendere quali materie possono essere disciplinate dalla leggi delle regioni e quali dallo Stato.
Domande da interrogazione
- Quali sono le fonti regionali e come si differenziano dagli statuti delle regioni speciali?
- Come è avvenuta la creazione delle regioni in Italia e qual è stata la loro origine storica?
- Quali regioni italiane dispongono di statuti speciali e quali vantaggi legislativi hanno?
- Quali sono le procedure per modificare gli statuti delle regioni speciali secondo la legge costituzionale del 2001?
Le fonti regionali includono gli statuti delle regioni ordinarie, le leggi regionali e i regolamenti regionali. Gli statuti delle regioni speciali, invece, sono considerati fonti statali di rango costituzionale.
Le regioni sono state create dall'assemblea costituente nel 1948 come enti intermedi tra lo stato e le province, ispirandosi all'assetto medievale. Tuttavia, il livello regionale non aveva precedenti storici e fu definito ex novo dall'assemblea.
Le regioni con statuti speciali sono Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta, Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia Giulia. Queste regioni godono di margini di iniziativa legislativa più ampi rispetto alle altre regioni.
La revisione degli statuti speciali, se iniziata dal governo o dal parlamento, richiede che il progetto di legge costituzionale sia comunicato all'assemblea regionale per un parere entro due mesi, e non prevede il ricorso al referendum.