Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Il codice civile inizialmente permetteva a entrambe le parti di recedere dal contratto di lavoro senza restrizioni, equiparando licenziamenti e dimissioni.
  • La Carta di Nizza ha riconosciuto il diritto del lavoratore a non essere licenziato senza giustificato motivo, modificando la disciplina civilistica del licenziamento in Italia.
  • Le dimissioni rimangono regolate dall'articolo 2118 del codice civile, consentendo il recesso ad nutum da contratti a tempo indeterminato con preavviso obbligatorio.
  • Il mancato rispetto del periodo di preavviso da parte del lavoratore comporta il pagamento di un'indennità sostitutiva al datore, salvo sua rinuncia al preavviso.
  • Il recesso immediato del lavoratore è consentito solo per giusta causa, come gravi inadempimenti del datore, e garantisce il diritto all’indennità di preavviso.

Indice

  1. Evoluzione del recesso nel contratto di lavoro
  2. Regolamentazione delle dimissioni
  3. Conseguenze del mancato preavviso

Evoluzione del recesso nel contratto di lavoro

Originariamente, il codice civile consentiva a entrambe le parti del contratto di lavoro di recedere liberamente e provocare la sospensione del rapporto (art. 2118). Il recesso del datore di lavoro (licenziamento) e quello del dipendente (dimissioni) venivano trattati allo stesso modo.

La costituzione non prevede il diritto del lavoratore a non essere licenziato senza un giustificato motivo; questa prerogativa, tuttavia, è stata sancita dalla Carta di Nizza (Cdfue).

Proprio in funzione del riconoscimento comunitario del diritto a non essere licenziati senza che sussista un valido motivo oggettivo, la disciplina civilistica sul licenziamento è stata gradualmente sostituita da nuove fonti legislative, mentre quella sulle dimissioni attiene tutt’oggi alle disposizioni del Codice civile.

Regolamentazione delle dimissioni

Il recesso del lavoratore (dimissioni), è infatti regolato dall’articolo 2118 c.c, secondo il quale entrambe le parti possono recedere ad nutum dal contratto di lavoro a tempo indeterminato, con il solo obbligo di concedere all'altra parte un preavviso (la durata è stabilita dai Ccnl).

La decisione di dimettersi, quindi, è libera e personale, tranne nel caso in cui il lavoratore si sia impegnato, con un patto ad hoc, a svolgere la propria prestazione lavorativa per un tempo minimo prestabilito.

Conseguenze del mancato preavviso

Durante il periodo di preavviso, il lavoratore continua a svolgere le proprie prestazioni e a percepire la retribuzione. Se il lavoratore recedente non rispetta il periodo di preavviso, è tenuto a corrispondere al datore un'indennità sostitutiva dello stesso, pari allo stipendio che avrebbe ottenuto se avesse lavorato durante il preavviso. L'indennità viene corrisposta tranne nel caso in cui il datore rinunci a fruire del preavviso dato dal lavoratore. Il recesso immediato, però, è ammesso solo nel caso in cui il datore di lavoro si renda responsabile di un gravissimo inadempimento degli obblighi contrattuali a danno del proprio dipendente(molestie morali o sessuali, reiterato non pagamento della retribuzione, ecc.). In aggiunta, il lavoratore che recede dal contratto per giusta causa ha diritto anche all’indennità sostitutiva del preavviso: egli viene trattato come se fosse stato ingiustamente licenziato.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza principale tra il recesso del datore di lavoro e quello del dipendente secondo il codice civile?
  2. Originariamente, il codice civile trattava il recesso del datore di lavoro (licenziamento) e quello del dipendente (dimissioni) allo stesso modo, consentendo a entrambe le parti di recedere liberamente dal contratto di lavoro.

  3. Quali sono le condizioni per il recesso immediato del lavoratore?
  4. Il recesso immediato del lavoratore è ammesso solo in caso di gravissimo inadempimento degli obblighi contrattuali da parte del datore di lavoro, come molestie morali o sessuali o reiterato non pagamento della retribuzione.

  5. Cosa accade se il lavoratore non rispetta il periodo di preavviso?
  6. Se il lavoratore non rispetta il periodo di preavviso, deve corrispondere al datore un'indennità sostitutiva pari allo stipendio che avrebbe percepito durante il preavviso, a meno che il datore rinunci al preavviso.

Domande e risposte

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